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Grassi: 'Gioco, divertimento vince sulla voglia di guadagnare'

17 aprile 2024 - 18:38

Riccardo Grassi, direttore di ricerca di Swg, evidenzia i risultati della quarta rilevazione nell'ambito del progetto Giocare da grandi.

Scritto da Amr
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Roma - “I comportamenti di gioco mostrano di avere la loro radice esistenziale più nel generare divertimento che nella reale possibilità di generare un guadagno economico. Il fatto di fare piccole vincite periodiche è un elemento chiave della fidelizzazione al singolo gioco, all’interno di un quadro comportamentale e di spesa piuttosto abitudinario, ma aperto a comportamenti esplorativi. L’eccesso di spesa o di tempo dedicato a questo tipo di giochi è ampiamente metabolizzato e sembra far parte anch’esso dell’esperienza di gioco. Il divertimento nasce non tanto dalla certezza della vincita, quanto dall’ingaggio, dalla possibilità di sfidare il fato in un contesto caratterizzato dal prevalere di comportamenti consapevoli, in cui anche l’eccesso occasionale (di spesa o di tempo dedicato) fa parte dell’esperienza.”

Queste le principali conclusioni della quarta rilevazione nell'ambito del progetto “Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento”, portato avanti da Swg e Igt e che viene presentato oggi 17 aprile nella Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale. Come spiega il direttore della ricerca di Swg Riccardo Grassi, ogni sei mesi si rilevano i comportamenti di gioco dello stesso campione di persone, circa 400 persone, cercando di capire come essi si sono evoluti, o non evoluti.
“Il gioco si rivela un'abitudine consolidata, ma su scommesse – online e in ricevitoria – e slot, c'è una maggiore variabilità”.
In particolare, spiega il direttore Swg, “analizzando longitudinalmente i dati per singolo gioco emerge come i giocatori abituali (ovvero coloro che in ogni rilevazione hanno dichiarato di avere giocato almeno una volta a quel gioco) si caratterizzano soprattutto per una incidenza molto maggiore alla media di soggetti che dichiarano di avere vinto denaro”. 

Questo significa che “il fatto di avere fatto una vincita (indipendentemente dalla sua consistenza economica) fidelizza al gioco, aumentando la propensione a giocare anche in seguito. Ciò che appare importante non è tanto quanto si ha vinto (tanto che nella maggior parte dei casi non cambia la percezione sull’incidenza delle vincite rispetto alle giocate), ma il fatto stesso di avere vinto, a conferma di come la motivazione principale per questi giocatori non è tanto la possibilità di guadagno, ma l’esperienza del gioco nel suo complesso (che deve però contenere una ragionevole probabilità di vincere almeno saltuariamente)”.

Grassi sottolinea che la spesa reale mensile dei giocatori è di 35 euro, che quella per il gioco rappresenta un terzo della spesa mensile per il tempo libero e che all'aumentare del gioco aumenta la consapevolezza del rischio a esso associato, anche sovrastimata. 
“Gli italiani sono più consapevoli nei loro comportamenti di come li dipingiamo, e vogliono essere trattati da persone adulte”, conclude il direttore Swg.

L'INTERVENTO DI GIORGETTI - A conclusione della giornata di presentazione della ricerca, prende la parola  Alberto Giorgetti, il direttore rapporti istituzionali di Igtt, "Ci sono stati presentati una serie di stimoli a cui Igt non vuole sfuggire. Noi stiamo lavorando per un'offerta responsabile, sostenbilie, che garantisca protezione dei soggetti deboli, così da rappresentare un'opportunità per tutti i cittadini e le istituzioni: di lavoro, crescita, organizzazione, apprendimento".

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