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Studio I-Com, Piatti (Prisma): 'Riordino gioco, definire competenze di Regioni e Comuni'

08 maggio 2024 - 09:06

Alla presentazione dello studio I-Com sul gioco, oltre a tracciare un quadro sulla spesa e la raccolta, Marco Piatti, amministratore di Prisma, torna sulla necessità di definire le competenze di Regioni e Comuni in occasione del riordino per superare distorsioni nell'offerta.

Scritto da Cc
Marco Piatti, amministratore di Prisma, in occasione del seminario pubblico organizzato da I-Com

Marco Piatti, amministratore di Prisma, in occasione del seminario pubblico organizzato da I-Com

Roma -  “Il settore industriale del gioco pubblico ha un peso economico che lo rende una fonte importante per gli introiti dello stato. Visto che il tema è il riordino del territorio gli introiti erariali delle reti fisiche sono consistenti. È un settore che occupa 150mila soggetti, un livello di occupati necessario per soddisfare anche una platea che secondo alcuni studi del Cnr - Consiglio nazionale delle ricerche è quantificabile in circa 21 milioni di soggetti in un anno. Rilevando che l’80 percento sia a rischio zero, il 9 percento a rischio limitato e il 4 percento a rischio moderato.
La spesa per il gioco nel 2023 ha registrato 21 miliardi di euro, dei quali l'80 percento sul fisico e il 20 sul canale a distanza; la spesa a seconda delle prospettiva rappresenta il valore monetario e per l’intrattenimento attraverso il gioco a cui è associata una possibilità di vincita. Dal 2014 a oggi la spesa dei giocatori non è cresciuta in maniera proporzionale rispetto alla raccolta di gioco ma è rimasta abbastanza stabile con eccezione nel periodo della pandemia.”

A snocciolare questi dati è Marco Piatti, amministratore di Prisma, in occasione del seminario pubblico “Il settore dei giochi e i nodi regolatori. Il riordino del territorio” di oggi, mercoledì 8  maggio, organizzato dall’Istituto per la competitività - I-Com in collaborazione con Igt per approfondire – insieme a una platea selezionata di rappresentanti delle istituzioni, associazioni di categoria e aziende –la fase evolutiva del contesto normativo e fiscale del gioco in Italia.

Sul tema del riordino Piatti rimarca: "È evidente che il riordino disposto dal regolatore deriva dalla necessità di sciogliere il nodo sulle competenze in materia di gioco delle Regioni e dei Comuni. Il nodo arriva dal decreto Balduzzi del 2012 che ha individuato la necessità di individuare criteri per la pianificazione e la collocazione territoriale dei punti di raccolta di gioco introducendo il concetto di 'luoghi sensibili'. In questo non è mancata la creatività e questa elencazione di luoghi è stata anche originale. 
Ciò ha generato ulteriori disordini andando a incidere su tre punti di offerta: bingo, scommesse e apparecchi da intrattenimento e quindi le scommesse. Gli effetti di queste misure non hanno generato scostamenti rilevanti rispetto alla domanda di gioco che è spesso consapevole e responsabile ma ha generato distorsioni nell’esercizio dell’affidamento tra i distributori di giochi”.

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