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Riforma ippica, Romeo (Lega): 'Piano a 360 gradi, partendo dalle scommesse'

20 aprile 2024 - 10:10

Il senatore leghista Massimiliano Romeo illustra la ratio del disegno di legge 'Disposizioni per il rilancio del settore dell’ippica', e sottolinea l'esigenza di un 'piano apposito' che includa anche la riforma delle scommesse.

Scritto da Fm
© Massimiliano Romeo - Pagina Facebook ufficiale

© Massimiliano Romeo - Pagina Facebook ufficiale

"L’obiettivo del nostro disegno di legge è rilanciare il settore attraverso un vero piano di riforma nella sua interezza, partendo dall’inquadramento dell’attività di allevamento come attività agricola connessa. I benefici sarebbero diversi per il settore, permettendo un suo specifico inquadramento anche in termini di applicazione della disciplina fiscale e del lavoro. Inoltre si aprirebbero importanti prospettive di crescita legate alla possibilità di poter usufruire di eventuali agevolazioni europee legate al mondo agricolo".

È la viva voce del senatore leghista Massimiliano Romeo a illustrare il "cuore" del disegno di legge "Disposizioni per il rilancio del settore dell’ippica", presentato a marzo, che si aggiunge alla proposta di legge "Disciplina dell'ippicoltura" della deputata Maria Chiara Gadda (Italia viva) e ai disegni di legge dei senatori Bartolomeo Amidei, per la creazione di un'Agenzia per la promozione del cavallo allevato in Italia, e di Patrizio La Pietra, sottosegretario al ministero dell'Agricoltura e firmatario insieme con Lucio Malan del disegno di legge per la “Istituzione dell'Agenzia autonoma per la promozione, lo sviluppo e la tutela dell'ippica nazionale e disposizioni per la riforma del settore ippico”, entrambi di Fratelli d'Italia.

"L’ippica è da sempre tra le attività sportive più amate dagli italiani, negli ultimi venti anni ha subìto un decadimento: i costi son diventati insostenibili per aziende e famiglie, condannando il settore a sopravvivere attraverso sovvenzioni, e privandolo della possibilità di un futuro sviluppo in chiave più competitiva."

È da questa constatazione che inizia la nostra intervista, pubblicata sulla rivista GiocoNews di aprile (consultabile integralmente online a questo link).

Nel suo Ddl lei parla anche dell’inquadramento dell’attività di allevamento come attività agricola e di agevolazioni per la vendita e la cessione di cavalli impiegati per le corse professionistiche. Secondo lei dovremmo prendere esempio dalla Francia?

"Serve anche un nuovo punto di vista sulle scommesse, che non devono essere demonizzate ma viste come un investimento di cui tutta la filiera può beneficiare. Più che guardare agli altri Paesi dovremmo riqualificare il settore, riformandolo a tutti i livelli: a livello fiscale, prevedendo l’equiparazione alle attività agricole, visto i costi di mantenimento degli animali; a livello di strutture, prevedendo nuovi criteri per il rilancio degli ippodromi, anche attraverso l’adozione di una loro nuova classificazione, puntando anche sul rilancio della comunicazione e sull’aspetto culturale."

Quanto è importante riformare le scommesse ippiche per garantire risorse più cospicue per sostenere il comparto e farlo uscire dalla logica delle “sovvenzioni” che lo ha caratterizzato negli ultimi anni?

"La revisione del sistema delle scommesse rappresenta un punto importante della riforma. Vorremmo poter giungere ad una graduale riduzione del prelievo fiscale, a fronte dell’aumento delle somme derivanti dalla raccolta delle scommesse, con l’obiettivo di equipararne la tassazione rispetto altre scommesse sportive. Questo darebbe un forte impulso al rilancio degli investimenti nel settore."

 

Nel rilancio dell'ippica nazionale, quanto conta investire nella comunicazione e nel marketing e come si potrebbe fare per attirare le nuove generazioni negli ippodromi?

"Noi crediamo sia fondamentale e prevediamo nella nostra proposta di legge campagne di comunicazione e anche sensibilizzazione, rilanciando anche nelle scuole l’equitazione come pratica sportiva e formativa. Come tutti i settori economici, quando si intende valorizzarli non basta investire economicamente ma fare storytelling, raccontando quel mondo. In questo caso parliamo di oltre 20mila persone che ci lavorano, famiglie e aziende, professionisti che hanno investito una vita in queste attività."

 

Cosa manca all'ippica italiana per essere allo stesso livello di certi comparti europei, e invece, in cosa è superiore alle altre?

"Guardi, al settore dell’ippica in Italia non manca nulla a livello qualitativo. È come se avessimo la materia prima ma non riuscissimo a trasformarla e raccoglierne i frutti. I nostri puledri per esempio sono migliori rispetto a quelli di altri Paesi e, nonostante le difficoltà economiche e gli alti costi, la qualità degli allevamenti è altissima e siamo tra i primi posti al mondo. Come dicevamo ci manca un piano apposito, che consideri le peculiarità del settore."

 

Il ministero dell'Agricoltura, guidato in questa legislatura dai suoi colleghi di maggioranza, in questi mesi ha dedicato molta attenzione al settore ippico, come forse non si vedeva ormai da tempo. Cosa pensa delle iniziative prese, come la costituzione della Consulta aperta agli stakeholder del settore e della Direzione generale per l'ippica?

"Pensiamo che la direzione sia quella giusta. Più attenzione al settore da parte delle istituzioni e investimenti. Nel nostro disegno di legge prevediamo l’istituzione anche di un’Agenzia vigilata dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, nella quale possano essere rappresentate tutte le professionalità che operano nella filiera dell’ippica. Ci sembra una proposta di buonsenso, che mettiamo a disposizione per la tanto auspicata riforma."

 

IL TESTO DEFINITIVO DEL DISEGNO DI LEGGE

Art. 1. (Attività di allevamento degli equidi per la pratica sportiva)

1. Al fine di sostenere e rafforzare la filiera degli equidi e di rilanciare sul territorio nazionale la pratica dell’allevamento dei cavalli per fini ippico-sportivi, le attività di gestione della riproduzione, della gestazione, della nascita, dello svezzamento e dell’allevamento di cavalli per la pratica sportiva professionale sono considerate attività agricole, ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile. 2. Alle attività di cui al comma 1 si applicano le vigenti disposizioni fiscali e previdenziali previste per il settore agricolo. 3. Qualora le attività di cui al comma 1 siano svolte per conto di terzi, ai redditi dalle stesse derivanti si applica l’articolo 56- bis, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 4. È vietato destinare i cavalli sportivi e da corsa alla filiera alimentare, per l’intera durata della loro vita.

Art. 2. (Piano per la riforma dell’ippica)

1. Ai fini dello sviluppo e della promo­ zione del settore ippico nazionale, con decreto del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge è adottato il piano per la riforma dell’ippica, con l’obiettivo di: a) creare le condizioni per il rilancio delle scommesse sulle corse dei cavalli al fine di favorire, attraverso il gioco, una riqualificazione del settore dell’ippica e una maggiore attrattività del prodotto; b) individuare le modalità di rimodulazione delle aliquote del prelievo fiscale, prevedendo una loro graduale riduzione in funzione dell’aumento degli importi derivanti dalla raccolta delle scommesse; c) individuare i criteri per la revisione della disciplina dei contratti e il rilancio degli ippodromi di proprietà pubblica o privata, anche attraverso l’adozione di una nuova classificazione dei medesimi; d) prevedere le modalità per il rilancio della comunicazione e del marketing, tenendo conto della necessità di favorire una corretta gestione delle risorse a disposizione del settore; e) prevedere le modalità per l’istituzione e il finanziamento di un’agenzia, da sottoporre alla vigilanza del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, cui attribuire le funzioni di organizzazione degli eventi ippici, consentendo l’iscrizione al suddetto organismo agli allevatori, ai proprietari di cavalli e alle società di gestione degli ippodromi che soddisfano requisiti minimi prestabiliti, prevedendo altresì l’istituzione di organismi tecnici nei quali sia assicurata la partecipazione degli allenatori, dei guidatori, dei fantini, dei gentlemen e degli altri soggetti della filiera ippica; f) individuare le modalità per l’applicazione di un’aliquota Iva ridotta sulla cessione e la vendita degli equidi impiegati nell’attività sportiva professionale; g) prevedere un adeguato sistema di controllo al fine di contrastare l’illegalità nel settore; h) rilanciare la disciplina dell’equitazione sportiva, anche attraverso la promozione nelle scuole primarie e secondarie, da parte delle federazioni sportive di riferimento, di campagne di sensibilizzazione per la diffusione della cultura del cavallo nella pratica dell’equitazione sportiva medesima; i) prevedere i criteri per il rafforzamento del sistema di verifica dello stato di salute e della condizione psico-fisica dei cavalli, attraverso il coinvolgimento di tutte le figure professionali competenti in materia. 2. Il piano di cui al comma 1 è sottoposto al parere delle competenti commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

Art. 3. (Copertura finanziaria)

1. Agli oneri di cui all’articolo 1, pari a 5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

 

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