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Orsomarso (FdI): 'Responsabilità e autorevolezza per il riordino del gioco'

27 aprile 2024 - 09:21

Il senatore di Fratelli d'Italia Fausto Orsomarso, relatore in commissione Finanze dello schema di decreto di riordino del gioco online, evidenzia gli interventi sin qui compiuti e quelli in arrivo, tutti nell'ottica di tutelare giocatori, legalità ed Erario.

Il senatore Fausto Orsomarso all'Ige - Italian gaming expo 2024

Il senatore Fausto Orsomarso all'Ige - Italian gaming expo 2024

Verso la fase due. Stiamo parlando ovviamente del riordino dell'offerta del gioco pubblico in Italia, previsto dalla legge Delega in materia fiscale approvata la scorsa estate dal Parlamento, e che ha appunto “archiviato” (si fa per dire, visto che ora si aprono le partite previste, a iniziare dai bandi) quello del gioco online, il cui decreto attuativo è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri. Questo, ovviamente, dopo il passaggio alle due Camere, e dopo avere ottenuto pareri favorevoli, con condizioni e osservazioni, da parte delle commissioni competenti.

Verso la fase due, si diceva: sono quindi iniziati i primi confronti tra ministero dell'Economia e delle finanze ed Enti locali sul riordino del gioco fisico, così da arrivare a una proposta, se non unitaria, che possa trovare almeno una certa condivisione e che possa fungere da base per il successivo decreto che seguirà lo stesso iter di quello sull'online.

Insomma, un momento di svolta e che sembra davvero preludere alla realizzazione di un'opera, il riordino del gioco pubblico, che i governi precedenti a quello in carica, da almeno una decina d'anni, avevano lasciato incompiuta.

Come mai solo ora si sta riuscendo in questa decennale impresa? Da questo quesito parte la nostra intervista al senatore di Fratelli d'Italia Fausto Orsomarso, relatore in commissione Finanze dello schema di decreto legislativo sul gioco online, pubblicata sul numero di aprile della rivista GiocoNews, consultabile integralmente online a questo link, e anche fra i protagonisti della prima edizione dell'Ige - Italian gaming expo & conference.

 

“Questo risultato è il frutto dell'autorevolezza e della responsabilità del Governo Meloni. Il gioco pubblico, una tematica che coinvolge anche i Comuni e le Regioni, ha sempre rappresentato un problema, a iniziare dalla sua narrazione, ma occuparsene è un dovere. Il gioco c'è, esiste, fa parte del desiderio di intrattenimento e riguarda 13 milioni di italiani.

Se non c'è quello pubblico e legale le persone sono attratte da quello illegale, magari da siti esteri, come pure - la cronaca ne è stata piena soprattutto negli anni del proibizionismo - da bische. Il Governo ha iniziato con un decreto al quale, in sede parlamentare, abbiamo apportato dei correttivi, dopo la lunga serie di audizioni che abbiamo condotto, a partire dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli e della Guardia di finanza, per proseguire con le associazioni, e tenendo conto delle segnalazioni di chi si occupa di garantire la legalità.

Ci siamo assunti delle responsabilità al momento di stabilire delle misure contro l'abuso del gioco, ma anche tenendo presente che dal settore arrivano ogni anno all'Erario risorse per 14 miliardi di euro. Seguirà ora il decreto sul gioco fisico e che riserverà grande attenzione al fenomeno della devianza, della quale ci siamo però già occupati con quello sull'online.”

 

La commissione Finanze del Senato ha espresso il suo parere, con condizioni e osservazioni, sul decreto di riordino del gioco, a iniziare da quello a distanza: quali sono le sue valutazioni sul testo definitivo?

È facile parlare di gioco per slogan, ma esso è anche un fatto economico. Credo che quello del Governo e del vice ministro dell'Economia Maurizio Leo sia un buon lavoro: il costo una tantum delle concessioni del gioco online è passato da 250mila euro a 7 milioni di euro, fermo restando che i piccoli operatori potranno organizzarsi in consorzi per partecipare alla gara e si stima un introito per lo Stato di 400 milioni di euro, questo ponendo fine a un sistema di proroghe che andava avanti da anni. Il decreto interviene anche sulla regolarizzazione dei punti vendita ricarica che nel tempo sono proliferati, arrivando a essere circa 60mila, assicurando il gioco legale ma mettendolo in garanzia. Molto importante anche la previsione, ascoltando il suggerimento di Confcommercio, che per giocare serva la carta di identità e non il semplice codice fiscale, che magari può essere prestato a un minorenne, una misura che consentirà anche agli stranieri, che possono non avere il codice fiscale, di giocare. Si tratta di una novità non banale.”

 

Dal ciclo di audizioni di operatori del settore, ciclo che ha preceduto il parere emesso dalla commissione Finanze del Senato, che immagine dell'industria è emersa e quali sono i principali punti di forza e criticità?

“Noi abbiamo affrontato il tema in maniera più ampia rispetto alla propaganda che a volte se ne fa, con l'idea che il gioco esiste da sempre e che occorre regimentarlo. Inoltre, che non si deve indugiare con le gare del Lotto e dei gratta e vinci, anch'esse incluse nel decreto legislativo sul gioco online. Abbiamo ascoltato un mondo complesso, con molta prudenza ma seguendo quanto la premier Giorgia Meloni vuole, ossia che il gioco sia il più legale possibile e che ci sia una regolamentazione che consenta la convivenza sociale, civile ed economica.”

 

Nonostante le ripetute sollecitazioni, il Governo ha deciso di procedere prima al riordino del gioco online, e poi di quello terrestre. Quali sono stati i motivi principali di questa scelta?

“Anche questo aspetto è stato chiarito nel corso delle audizioni: il Governo non voleva perdere tempo e gli introiti che la nuova regolamentazione del gioco online porterà. Il costo della concessione, come detto, è passato da 250mila euro a 7 milioni di euro: la base precedente era troppo bassa tant'è che molti hanno acquisito una concessione senza neanche attivarla: delle 97 richieste solo 75 concessioni sono operative. C'era dunque l'esigenza di normare un settore che aveva una minore complessità rispetto al gioco fisico, ma nel parere espresso abbiamo detto di andare avanti celermente anche con questo secondo riordino e già ne abbiamo trattati alcuni aspetti. Certo, sul gioco fisico servono degli approfondimenti, in particolare sul tema delle distanze, che comportano tra l'altro il rischio di una sua ghettizzazione.”

 

Cosa deve aspettarsi il gioco terrestre come tempistica e come modo di operare una volta che il decreto relativo sarà approdato in Parlamento?

“Le audizioni sul riordino dell'online sono state ampie e anche riaperte e in verità in esse il tema è stato affrontato complessivamente, quindi non so se ce ne saranno altre, tanto più che sono stati auditi anche i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni. Ma certamente occorre trovare un punto di caduta sul tema delle distanze.”

 

Nei suoi interventi in commissione, più volte lei ha sollevato l'attenzione sui casinò, luoghi che garantiscono la protezione dei giocatori e dei minori. Ritiene che il loro non inserimento nel riordino del gioco sia un'occasione persa, che magari potrebbe però essere recuperata?

“Ho sottolineato anche al vice ministro Leo che questo riordino non si occupa dei casinò e che in essi c'è sicuramente più controllo. Io sono stato anche assessore regionale al Turismo (in Calabria Ndr) e ritengo che si debba dotare ogni regione, specie quelle turistiche, di un casinò. Certamente va fatto un approfondimento ad hoc sulla sicurezza, da cui potrebbero emergere anche delle controindicazioni, ma storicamente i casinò sono stati istituiti vicino alle frontiere per evitare che gli italiani andassero a portare la loro valuta oltre confine. Va fatta una valutazione matura: in genere nelle località turistiche i casinò sono un'attrattiva in più, ma la si farà in un secondo momento.”

 

Negli anni passati il settore del gioco è stato oggetto di forti critiche e preoccupazioni da parte dell'opinione pubblica e della politica: lei pensa che questa ondata sia passata e che ora venga affrontato senza pregiudizi?

“Il Movimento 5 Stelle ha portato avanti anche delle battaglie legittime ma non possiamo dire che quelli di gioco sono luoghi di perdizione. Vanno organizzati al meglio, controllati, ne vanno mitigati i rischi e infatti nel decreto sul gioco online sono previsti anche investimenti sul tema dell'informazione. Noi ci stiamo occupando della vita reale, anche quando è scomodo e antipatico, e lo stiamo facendo nei tempi giusti e nel modo più serio possibile.”

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