Addio vacanze, si torna alla normalità
Dopo un'estate molto impegnativa sul fronte del lavoro è tempo di tornare alla consueta routine nei casinò italiani.
Con buona probabilità i risultati messi a segno nel periodo estivo, appena trascorso, hanno restituito al management aziendale un po’ di ottimismo e quella giusta dose di tranquillità per affrontare il rush finale dell’anno.
Però il periodo autunnale, a partire da questo mese di settembre, è anche foriero di un ritorno alla normalità per quanto riguarda la gestione del personale che può godersi il meritato riposo assicurato dalle agognate ferie.
È anche il periodo più indicato per affrontare questioni molto importanti, ad esempio, predisporre una bozza di budget per l’anno successivo, il che richiama alla mente anche la necessità di aver svolto con diligenza un altro lavoro.
Non è infatti possibile ipotizzare alcuna previsione annuale di spesa o di ricavo senza aver prima definito il quadro strategico di breve periodo al quale si desidera uniformare l’azienda nell’anno che verrà e i casinò sono aziende a tutti gli effetti e come tali non possono sottrarsi alla specifica incombenza.
Per esperienza posso affermare che le previsioni di lungo periodo non sono mai appartenute al mondo del gioco d’azzardo, forse perché si tratta di business che ha nell’alea la sua massima espressione e che di conseguenza si considera inutile volgere lo sguardo troppo lontano.
In realtà, in alcuni casi, nei momenti di grave difficoltà, anche i casinò italiani hanno dovuto fare i conti con l’esigenza, per non definirlo obbligo, di traguardare obiettivi sfidanti per garantire la continuità delle rispettive aziende.
Faccio riferimento a situazioni che si stanno fortunatamente risolvendo, nel caso della casa da gioco di Saint-Vincent, anche meglio delle più rosee aspettative e la cosa non può che farmi immenso piacere.
Ora che in linea generale possiamo affermare che le quattro aziende operative sul nostro territorio stanno vivendo una quasi normalità ritengo che sia oltremodo opportuno guardare più avanti, il che significa farsi alcune importanti domande e prendere le decisioni necessarie per assicurare allo specifico settore produttivo le migliori prospettive per il prossimo futuro.
Ad esempio, non è forse il caso di pensare ad una privatizzazione dei casinò italiani? Non è venuto il momento di costruire un’offerta di prodotto di portata nazionale? Non è opportuno rivedere il modello di business arricchendo l’offerta di servizi con una forte componente di entertainment che affianchi e diventi un complemento al gioco d’azzardo?
Sono temi alquanto spinosi e, come ho già precisato poco sopra, ai casinò italiani è sempre mancata la visione di lungo periodo che sia per scelta, per necessità o, semplicemente, per la difesa di uno status quo che è sempre stato sinonimo di sicurezza.
Penso che sia decisamente pericoloso per queste aziende non cambiare passo, spero vivamente che lo facciano e in tempi brevi. La difficoltà di innovare il prodotto non giustifica l’immobilismo che ha caratterizzato l’operatività dell’ultimo decennio.
Nel mettere mano al cambiamento auspico che le scelte adottate siano coraggiose, finalizzate a creare sinergie tra gli operatori del settore per proporre alla clientela potenziale, anche all’estero, una nuova proposta di divertimento che avrebbe un forte elemento caratterizzante e aggiuntivo dal punto di vista turistico, il fatto che i casinò italiani operano in una delle nazioni con i territori più belli del mondo.
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