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Casinò e giochi, il doppio volto dell'intelligenza artificiale

21 dicembre 2024 - 10:09

Con il professore Kasra Ghaharian, director of research all'International Gaming Institute dell'Unlv, alla scoperta dei rischi e delle potenzialità dell'AI per quanto riguarda casinò e giochi.

Scritto da Amr
Foto di Photos_frompasttofuture su Unsplash

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Il 2024 ormai quasi alle spalle lascia a tutti, persone, associazioni e imprese di quasi ogni parte del globo terrestre una importante eredità: l'introduzione ormai massiccia dell'intelligenza artificiale. Un'eredità che ha già dimostrato il suo peso e le sue potenzialità, tant'è che la stessa Unione europea è intervenuta con una regolamentazione quadro che gli stati membri possono e devono adattare,  ma che merita e sicuramente avrà impatti ancora più ampi nel prossimo futuro. Nella vita di ciascuno, come detto. E anche nel settore del gaming e dei casinò, che proprio in questo anno hanno iniziato a usare l'intelligenza artificiale non solo per la rilevazione automatica dei comportamenti dei giocatori, strumento assai utile anche al fine di prevenire o curare il gioco patologico, ma anche a livello generativo.

Uno scenario globale e in costante evoluzione, che è oggetto di riflessione da parte del professore Kasra Ghaharian, director of research all'International Gaming Institute dell'Unlv (University of Nevada, Las Vegas).
“I potenziali rischi e le considerazioni etiche dell’intelligenza artificiale sono ormai abbastanza noti e si stanno affermando sempre più in contesti più ampi. Tuttavia, i rischi e le preoccupazioni etiche all’interno di contesti e settori specifici sono meno conosciuti, e questo è certamente vero per il settore del gioco d’azzardo”, constata in premessa.

Dunque, a suo dire, “è necessario adottare misure più proattive per affrontare i rischi potenziali e disciplinare adeguatamente l’uso dell’intelligenza artificiale”.
Secondo Ghaharian, ci sono due principali azioni da intraprendere per le parti interessate nel settore del gioco con vincita in denaro.
Innanzitutto, “aumentare l’alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale. Le parti interessate di tutto il settore  - spiega - devono acquisire livelli adeguati di alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale in modo da poter implementare strategie adeguate per ridurre al minimo i rischi e governare l’uso dell’intelligenza artificiale. Ciò è particolarmente importante per i ruoli che si occupano di normativa e di conformità. I regolatori devono comprendere la tecnologia per poterla governare in modo adeguato. Inoltre, all’interno delle organizzazioni (ad esempio gli operatori) devono essere raggiunti livelli adeguati di alfabetizzazione in materia di intelligenza artificiale da parte di individui che ricoprono ruoli tecnici in senso non tradizionale, ma in cui il rischio dell’intelligenza artificiale può essere maggiore, ad esempio, nel campo della protezione dei consumatori e della conformità”. 

Il secondo aspetto su cui il professore di Las Vegas punta l'attenzione è la trasparenza. “Gli operatori  - evidenzia in proposito - devono adottare misure proattive per essere trasparenti sulle loro pratiche di intelligenza artificiale, compreso come la utilizzano, in quali contesti e anche dettagli più specifici sui sistemi, inclusa l’accuratezza e altri parametri di valutazione”. 
E in questo contesto, “le autorità di regolamentazione dovrebbero inoltre sforzarsi di imporre e far rispettare la trasparenza in materia di intelligenza artificiale. Ciò aiuterebbe a comprendere i casi d’uso in tutto il settore in modo da poter definire diversi livelli di rischio (in linea con la legge dell'Unione europea sull'intelligenza artificiale”, conclude Ghaharian.

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