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Cura Gap, la Toscana punta ancora su Orthos

05 ottobre 2013 - 06:43

La Toscana investe ancora nella cura del Gap. La Regione infatti, con una delibera di giunta del 2 settembre scorso, ha rifinanziato per altri cinque anni, il massimo consentito, il sostegno al programma ‘Orthos’ - trattamento e assistenza residenziale per persone con problematiche connesse al gioco d'azzardo patologico.

Scritto da Anna Maria Rengo
Cura Gap, la Toscana punta ancora su Orthos

 

 

SEI ANNI DI STORIA - Il programma, avviatosi nel 2007 con delibera della Regione Toscana del 13 settembre 2004 e successivamente rifinanziato per cinque anni come progetto sperimentale, ha rappresentato sino ad ora l’unico programma terapeutico-riabilitativo mirato esclusivamente a giocatori d’azzardo patologici.

 

I NUMERI - In questi anni sono stati realizzati 24 moduli residenziali di tre settimane ciascuno, per un totale di 220 utenti. Al programma residenziale sono seguiti incontri mensili in aggiunta all’intervento terapeutico condotto presso i SerT di competenza a livelli individuale, familiare e di gruppo laddove disponibili.

Il programma ha superato un approfondito lavoro di valutazione da parte di una Commissione professionale costituitasi con lo scopo specifico di esaminare i risultati di questo innovativo metodo di cura pur in assenza, a tuttora, di un quadro normativo, sia a livello nazionale che regionale, che ne legittimi la messa a regime all’interno del sistema dei servizi destinati a questo tipo di patologia.

 

IL PROSSIMO MODULO - Il prossimo modulo intensivo è previsto per il periodo compreso tra il 18 novembre e l’8 dicembre 2013. Lo stesso non comporterà un onere di spesa a carico degli utenti e per quelli di altre regioni che, come è avvenuto più volte, ottengono una copertura da parte delle Asl di provenienza. In caso contrario, il costo è di 110 euro al giorno più Iva come, mediamente, per gli interventi di doppia diagnosi, tenuto conto del numero elevato e del livello di competenza degli operatori impegnati nel programma.

 

I RISULTATI OTTENUTI - I risultati (outcomes) relativi ai primi 5 anni di intervento sono stati pubblicati come unico contributo sul tema degli interventi in ambito residenziale, sull'Italian Journal on Addiction del Ministero della Salute e Dipartimento Politiche Antidroga (Dpa) e confermano l’efficacia del trattamento Orthos rispetto alla riduzione dei sintomi di Gap, con oltre l’85% del campione in cui i sintomi manifestati non assumono più rilevanza clinica. Nello studio, oltre al noto test del Sogs (che misura la quantità di gioco d’azzardo rilevata), è stato valutato anche il funzionamento globale della persona, tramite l’utilizzo della Vgf (valutazione globale del funzionamento) che ha evidenziato un incremento consistente della ‘qualità della vita’ con un incremento medio di 18,34 punti, indicando quindi un miglioramento della salute mentale generale e del funzionamento globale degli individui trattati di quasi il 20%.

“Orthos – spiega Riccardo Zerbetto, che ne è il direttore scientifico - rappresenta un progetto innovativo nel campo del trattamento delle dipendenze, in particolare da gioco d’azzardo, che si distingue per le seguenti caratteristiche: lavoro intensivo e sistematico di tipo psicoterapeutico su aree specifiche di criticità; contesto residenziale dell’intervento intensivo, che consente una interruzione dei comportamenti maleadattivi e un più incisivo ri-orientamento del progetto di vita; brevità dell’intervento intensivo e accompagnamento strutturato per un congruo periodo di tempo”. Altre caratteristiche sono la “scelta di operatori formati in un modello ad orientamento umanistico-integrato coerente con l’impostazione generale del progetto; una maggiore enfasi sulla dimensione psicologica ed esistenziale della problematica e meno sulla dimensione medica e farmaco-biologica; una particolare attenzione sulla qualità delle relazioni interpersonali sia nella ricostruzione della problematica all’origine del comportamento sintomatico, sia come sbocco evolutivo verso percorsi di crescita personale; l’ampliamento da un’ottica focalizzata sulla clinica e sulla patologia ad una dimensione aperta ad un respiro vitale più ampio che dia posto alla curiosità intellettuale, alla poesia, all’arte e al piacere della condivisione tra persone meno imprigionate nel narcisismo e più aperte al dialogo, allo scambio, alla interdipendenza e al rischio della dimensione affettiva. Il progetto è infine caratterizzato da un attento monitoraggio dei processi di cambiamento ed uso di metodi innovativi di ricerca applicata sui casi”.

 

VERSO LE LINEE GUIDA DELL’INTERVENTO - Nei prossimi giorni verrà definito il decreto attuativo che si propone di definire le linee-guida di un intervento innovativo e si essere uno strumento adeguato alle nuove patologie definite ‘dipendenze comportamentali’ sulle quali non esistono a tuttora indicazioni normative né di finanziamento né di pratiche terapeutico-riabilitative consolidate.

 

I DESTINATARI - Il programma si rivolge a casi ‘problematici’ ma non affetti da gravi patologie psichiatriche tenuto conto del periodo limitato di intervento intensivo e di caratteristiche non medicalizzate dell’intervento stesso. Gli elementi costitutivi dell’intervento (filosofia di riferimento, obiettivi dell’intervento, metodologia applicativa, fasi dell’intervento e composizione dello staff) compaiono al sito www.orthos.it dove è possibile ricavare alcune informazioni di base sul programma come pure i riferimenti telefonici per chi fosse interessato a contattare gli operatori di Orthos.

 

IL DIRETTORE SCIENTIFICO - Direttore scientifico del programma è il dottor Riccardo Zerbetto, psichiatra e psicoterapeuta didatta, già co-fondatore con Mauro Croce nel 2000 di Alea (associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio) e doc. inc di Psicopatologia presso l’Università degli studi di Siena, past President della European Association for Psychotherapy e membro della Commissione per le Dipendenze patologiche istituita dall’allora ministro Livia Turco.

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