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Gualmini (Pd): 'Gioco illegale? Serve collaborazione internazionale'

21 settembre 2024 - 09:14

L’europarlamentare Elisabetta Gualmini, al suo secondo mandato in Europa, parla anche del decreto Dignità e di come abbia perso efficacia nel tempo.

Scritto da Daniele Duso

Tra 2015 e 2019 è stata vicepresidente della Regione Emilia Romagna, con deleghe alle politiche abitative e al welfare state. Ma Elisabetta Gualmini (Partito democratico), che si dice appassionata dalla politica perché la fa sentire vicina alle persone e alle loro necessità, è anche una mamma, una docente universitaria (professore ordinario in Scienza della politica presso l'Università di Bologna.) e, dal 2019, una deputata del Parlamento europeo.
È lei stessa a presentarsi così sul suo sito web, che si apre con la copertina del suo ultimo libro, “Mamma Europa. Una nuova Unione dopo crisi e scandali” nel quale presenta una nuova idea di Europa, dopo che il sogno comunitario, “messo in pericolo negli anni dell’ubriacatura sovranista e nazionalista e dalla corruzione nell'Istituzione, non si è ancora frantumato, e che anzi l'Europa, con i suoi anticorpi, può rinascere dalle proprie ceneri: non più matrigna ma madre.”
Il discorso, con Elisabetta Guelmini, non può non partire dunque proprio da un’ottica comunitaria.

Lei è giunta al secondo mandato in Europa, sulla base della sua esperienza può dirci, in breve, che visione ha del futuro dell’Unione Europea?
Mi immagino un’Europa del lavoro, dei diritti e della sostenibilità matura. Queste sono le tre visioni a cui l’Europa deve guardare sapendo coniugare modernità e pragmatismo. Serve inoltre un’Europa con più politica estera e di difesa comune altrimenti nel confronto con Cina, Russia e Stati Uniti  il rischio è di essere ininfluenti.”

In base alla sua esperienza, anche come docente di Scienze politiche all’Università di Bologna, quali sono a suo parere le priorità che l’Europa dovrebbe mettere in agenda nei prossimi cinque anni?
Oggi i cittadini chiedono un’Europa concreta. Questo vuole dire affrontare la transizione ecologica in senso pragmatico e non ideologico, cioè accompagnando imprese e lavoratori verso un grande cambiamento, ma con compensazioni e tempi adeguati. L’emergenza climatica va affrontata in simbiosi – non in contrapposizione – con gli agricoltori e il mondo produttivo. Vanno usate tutte le intelligenze ambientali e sociali di cui dispone il nostro continente, il momento è questo. Sull’inclusione sociale ho lavorato molto nell’ambito della commissione lavoro e affari sociali. Proprio in questo mandato infatti abbiamo osservato una svolta radicale dell’Unione Europea verso la solidarietà e la protezione dei cittadini, con il raddoppio del bilancio dell’Ue, gli eurobond, i vaccini e le tante misure a favore del lavoro".

Nella scorsa legislatura lei è stata membro della commissione Lavoro e Affari sociali, quali sono state le principali misure prese per garantire la protezione dei diritti dei cittadini nell’Unione europea?
"L’approvazione della direttiva sugli oltre 30 milioni di lavoratori delle Piattaforme, tra cui anche i rider, che ho seguito come relatrice per il Parlamento. È un risultato storico, con cui introduciamo un meccanismo per combattere il falso lavoro autonomo e normiamo per la prima volta al mondo gli algoritmi. Portiamo protezione sociale e regolazione dell’Intelligenza artificiale nel mercato del lavoro, siamo i primi al mondo a farlo. Ne vado molto orgogliosa".

Parlando invece del settore del gioco visto come settore economico importante per lo Stato, dal suo punto di vista quali misure si potrebbero introdurre per equilibrare i benefici economici del gioco pubblico (negli ultimi anni il settore, in Italia, ha portato annualmente circa 11 miliardi nelle casse dell’Erario) con la necessità di proteggere i cittadini da possibili problemi legati al gioco patologico?
Non nego che il settore del gioco sia economicamente importante per il sistema Paese dopodiché però quella del gioco d’azzardo è una dipendenza trasversale che riguarda uomini, donne e giovani di ogni ceto sociale: dal disoccupato alla persona più abbiente. Però c’è un aspetto che accomuna tutti, ed è il motivo che spinge a giocare: l’illusione di sistemarsi per tutta la vita. Anche il riscatto sociale è una ragione che spinge le persone più bisognose ad avvicinarsi al gioco. Infine, soprattutto tra i giovani, bisogna evidenziare il fatto che spesso il gioco viene considerato un’attività normale.”

Cosa pensa del divieto della pubblicità di gioco (attualmente negata dal Decreto dignità)? I dati dicono che nonostante il divieto il gioco è comunque cresciuto, il volume delle scommesse sportive ad esempio, dal 2019, è aumentato del 32 percento. Forse si tratta di una misura da rivedere?
Il decreto Dignità, che vieta qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi d’azzardo con vincite in denaro, è stato soggetto a elusioni da parte degli operatori che pubblicizzavano le sezioni di notizie dei loro siti web. Questo divieto ha perso efficacia nel tempo, e la sua applicazione è diventata più complessa a causa di fenomeni come le sponsorizzazioni non dichiarate sui social network. Pertanto, il decreto Dignità potrebbe non essere più una misura efficace per affrontare il gioco d’azzardo e la sua promozione.”

Una grossa piaga è costituita invece dal gioco illegale, che oltre a creare un mancato introito allo Stato, procede la sua attività incurante dei fragili e di eventuali persone con problemi di dipendenza. Cosa propone per contrastare questo problema dietro al quale ci sono spesso imponenti sodalizi criminali?
“Per contrastare il gioco illegale in Italia, sarebbe necessario rafforzare la regolamentazione, migliorare la sorveglianza online, promuovere la collaborazione internazionale, sensibilizzare il pubblico sui rischi legati al gioco d’azzardo illegale e introdurre sanzioni più severe. Inoltre, il monitoraggio dei pagamenti e l’educazione alla prevenzione dovrebbero essere aumentati. L’Europa, infine, dovrebbe fare uno sforzo legislativo affinché le differenze giuridiche siano rese più omogenee”.

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