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Tonina (Provincia di Trento): 'Ecco come contrastiamo il gioco patologico'

27 settembre 2024 - 10:08

L'assessore Tonina riepiloga le attività della Provincia di Trento per il contrasto al gioco patologico ma nicchia sulla compartecipazione alle entrate.

Scritto da Fm
Mario Tonina, assessore alla Salute della Provincia di Trento © Provincia di Trento - Sito ufficiale

Mario Tonina, assessore alla Salute della Provincia di Trento © Provincia di Trento - Sito ufficiale

A che punto è la Provincia di Trento nell'attuazione di misure per la prevenzione e il contrasto del gioco patologico?

È la domanda posta al Consiglio della Provincia autonoma di Trento dalla consigliera Eleonora Angeli (lista Fugatti presidente) in un'interrogazione a risposta scritta, che prende le mosse da una mozione approvata dal consiglio comunale di Trento nel 2011 - firmata da tutti i consiglieri – nella quale si invitavano il sindaco e la giunta comunale ad attivarsi con la Provincia affinché quest’ultima: “promuovesse un progetto di ricerca sul fenomeno d’azzardo, attuasse la riorganizzazione del sistema di assistenza ai tossicodipendenti, verificasse la possibilità di aprire un numero verde locale, verificasse la possibilità di realizzare una struttura terapeutica per le nuove dipendenze e destinasse almeno l’1 percento delle compartecipazioni sulle imposte derivanti dal gioco ad apposito fondo vincolato alla prevenzione e riabilitazione dal gioco patologico”.

Temi piuttosto interessanti su cui è utile un approfondimento, anche alla luce del confronto in atto fra le Regioni e il ministero dell'Economia e delle finanze – nonché all'interno delle stesse Regioni – in materia di riordino del gioco fisico, che prevede fra l'altro proprio la compartecipazione degli enti territoriali alle entrate erariali del settore.

A rispondere a tale interrogazione è Mario Tonina, assessore alla Salute, politiche sociali e cooperazione della Provincia di Trento. Facendo una premessa: “Si informa di non essere a conoscenza dei presunti accordi risalenti al 2011, tra il Comune di Trento e la Provincia autonoma di Trento, relativamente alla mozione di cui in premessa all’interrogazione”.

Per poi fornire un resoconto dettagliato delle iniziative avviate dalla Provincia per il contrasto al gioco patologico, punto per punto.

“Le attività di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone con problematiche legate al gioco d’azzardo sono gestite dall’Unità organizzativa Dipendenze di Apss - Azienda provinciale per i servizi sanitari e sono proseguite nel corso degli anni. Tra il 2020 e il 2022 si è resa necessaria una rimodulazione degli interventi, a causa della pandemia Covid-19, per cui le attività effettuate in presenza si sono notevolmente ridotte e sono stati privilegiati i contatti telefonici o tramite videochiamata. In corso di pandemia, anche gli interventi di prevenzione nelle scuole si sono svolti quasi totalmente online, mentre nel corso del 2023 vi è stata una ripresa totale delle attività in presenza”, esordisce Tonina.

LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE - “L’attività di prevenzione primaria viene svolta nelle scuole con il contributo di risorse umane interne ad Apss e di professionisti esterni arruolati con procedure di trasparenza. Le iniziative non sono rivolte specificatamente alla dipendenza da gioco, ma sono orientate, in accordo con la letteratura internazionale, alla promozione della salute e del benessere tramite l’apprendimento delle life skills, che rappresentano quelle competenze emotive, relazionali e cognitive che consentono di operare scelte consapevoli. Nel corso dell’anno scolastico 2022-2023 sono state attuate complessivamente circa 850 ore di prevenzione nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, presenti sul territorio provinciale”, si legge nella risposta all'interrogazione della consigliera Angeli.

LE ATTIVITÀ DI CURA - L’attività di cura, “in analogia con gli interventi di prevenzione primaria rivolti alla popolazione generale, è svolta in collaborazione con l’associazione di Auto mutuo aiuto (Ama), che garantisce la possibilità del supporto tra pari alle persone che presentano un coinvolgimento problematico con il gioco d’azzardo e ai loro familiari. È costante il confronto con l’associazione Ama sulle progettualità condivise”, rende noto l'assessore.

GLI INTERVENTI AMBULATORIALI - Per favorire l’intercettazione di un maggior numero di utenti, “a livello ambulatoriale si è già intervenuti differenziando le fasce orarie dedicate ai colloqui con gli utenti. In più di un’occasione, infatti, i pazienti giocatori hanno mostrato qualche resistenza ad accedere al SerD, ritenuto un luogo 'stigmatizzante', perché notoriamente frequentato dalla popolazione che presenta una condizione di dipendenza da sostanze illegali, con cui i giocatori d’azzardo non si identificano. Un’altra possibilità attualmente considerata della direzione dell’Uo Dipendenze, è quella di non accogliere questa fascia di utenti al SerD, bensì presso i centri di alcologia, antifumo, altre fragilità, che afferiscono all’unità operativa Dipendenze e sono distribuiti uniformemente su tutto il territorio provinciale. Tale soluzione avrebbe due vantaggi: da un lato consentirebbe l’accesso al Servizio anche degli utenti residenti nelle zone più periferiche; dall’altro, i giocatori d’azzardo afferirebbero ad un Centro che si occupa di dipendenza da alcol e da tabacco, dunque sostanze 'legali', come tali più facilmente assimilabili al gioco d’azzardo e più 'accettabili' per il giocatore. L’attuazione di tale intervento richiede comunque una riorganizzazione in termini di spazi e di personale che lavora presso i centri di alcologia, antifumo, altre fragilità”.

L'ATTIVITÀ RIABILITATIVA RESIDENZIALE - In collaborazione “con la comunità terapeutica 'Casa di Giano', nel 2019, è stato avviato un modulo comunitario rivolto specificatamente alle persone con problematiche legate al gioco d’azzardo. Questa fascia di popolazione, infatti, necessita di interventi differenziati e specifici, generalmente più brevi (1-3 mesi), rispetto ai percorsi comunitari rivolti alle persone che presentano problematiche legate all’uso di sostanze. Oltre alla durata del percorso comunitario, è fondamentale considerare alcune peculiarità dei giocatori d’azzardo, che implicano la necessità di interventi terapeutici mirati. Avviato questo specifico modulo comunitario, è costante il confronto con 'Casa di Giano' per implementare e migliorare l’offerta e proporre percorsi riabilitativi efficaci e mirati. Un’ipotesi condivisa con la comunità 'Casa di Giano', quella di proporre, in situazioni specifiche, gli interventi residenziali limitatamente al weekend, lasciando la persona libera di mantenere le proprie attività negli altri giorni della settimana”, si legge ancora nella risposta all'interrogazione. “Tale possibilità, infatti, risponderebbe al doppio bisogno del giocatore d’azzardo di mantenere l’attività lavorativa (queste persone versano spesso in gravi difficoltà economiche) e di vivere in un ambiente 'protetto' nel fine settimana, quando la disponibilità di tempo libero è spesso complice di ricadute.”

LE ATTIVITÀ DI RICERCA SUL GIOCO D’AZZARDO - In corso di lockdown nel 2020, “per limitare l’accesso al servizio da parte degli utenti, sono stati mantenuti con loro prevalentemente dei contatti telefonici. Si è dunque ritenuto opportuno proporre un’intervista telefonica (il cui testo è stato approvato dal comitato etico), volta ad indagare l’eventuale comparsa o il peggioramento di aspetti psicopatologici tra i giocatori, oltre all’eventuale incremento del coinvolgimento con il gioco online, in un periodo in cui anche le sale giochi erano chiuse”, conclude l'interrogazione. “Tale ricerca è stata svolta in collaborazione con l’Università di Hertfodshire (Regno Unito), l’Università di Trento e l’associazione Ama ed è stata pubblicata nel 2022 su rivista scientifica internazionale (Di seguito il link al quale è disponibile l’articolo). Le conclusioni di questa ricerca non hanno evidenziato un aumento del gioco online tra gli utenti in carico, tuttavia molte delle persone intervistate hanno riportato la comparsa e il peggioramento di sintomatologia ansiosa e depressiva.”

 

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