Uno dei modelli di eccellenza, forse l’unico, per il poker live, è (era) quello di Parigi. Il caos francese a livello politico rischia di chiudere i club di gioco della capitale, che comprendono 7 card room che offrono Texas Hold’em e varianti dal vivo, oltre ai vari giochi da casinò. A lanciare l’allerta, di cui scriviamo sulle nostre pagine dedicate ai Casinò, è il sindacato francese Casinos de France, poiché sono a rischio circa 1.500 posti di lavoro.
In pratica, l’assenza di un capo del governo non risponderà all’urgenza della situazione: “La ripresa dell'attività potrebbe richiedere anche diversi mesi, secondo il Ministero dell'Interno,” fanno sapere dal sindacato.
Qualche soluzione potrebbe esserci, ma il tempo stringe. La chiusura dei club, descritta come un successo economico e sociale non solo su queste pagine, sarebbe un duro colpo per l'attrattiva di Parigi e dell'ecosistema di gioco. In particolare, risulterebbe problematica la cancellazione dell’EPT della Capitale, che era stato annunciato con le date fissate dal 12 al 23 febbraio, fin troppo a ridosso.
Oltre al sindacato, finora, a prendere posizione sembra essere stato già, che altro, il gruppo Barrière, che ha mostrato indignazione tramite il direttore del club omonimo situato sugli Champs-Élysées.
In un comunicato stampa, Grégory Rabuel, direttore generale del gruppo, ha reagito con forza: “La notizia è per noi uno shock. La situazione è senza precedenti e folle. Centinaia di posti di lavoro sono a rischio. Chiediamo al futuro Governo di trovare una soluzione il più rapidamente possibile.”
I club di gioco parigini, autorizzati dal 2018 nell'ambito di un esperimento, svolgono un ruolo chiave nell'attrattiva della capitale. Il Club Barrière, ad esempio, impiega 200 persone e accoglie più di 200.000 visitatori ogni anno. In totale, i club generano 50 milioni di euro di entrate fiscali annuali, divise tra lo Stato (40 milioni) e il Comune di Parigi (10 milioni).
Barrière ricorda anche l'impatto di questi stabilimenti sulla lotta contro le pratiche clandestine: “I club di gioco e i loro dipendenti sono le prime vittime della mancata adozione della legge.”
Anche se l'esperimento doveva essere prolungato di un anno per consentire una riforma duratura, la censura del governo ha impedito l'esame della legge finanziaria 2025. Una decisione che, secondo Barrière, mette in pericolo un settore elogiato per la sua efficienza e il suo rispetto delle normative.
Il gruppo sta unendo le forze con altri operatori per cercare di trovare una soluzione rapida. A pochi giorni da Natale, i 1.200 addetti del settore si trovano nell'incertezza, senza alcuna prospettiva di lavoro dal 1° gennaio.
“La notizia è per noi uno shock,” ripete Grégory Rabuel. Il tempo sta per scadere. Senza un intervento legislativo, un intero settore dell’economia e dell’attrattiva parigina è minacciato.