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Casinò: competenza e appartenenza, due strade differenti

06 maggio 2024 - 09:54

Mentre sta per entrare nel vivo la discussione sulla futura gestione del Casinò di St. Vincent, occorre analizzare i concetti di appartenenza e di competenza, che sono ben distinti.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Ed 259 su Unsplash

Foto di Ed 259 su Unsplash

Mi è capitato, cercando tra vecchi ritagli stampa, di leggere la notizia che racconto e non sono sicuro del motivo per cui mi ritrovo a scrivere quanto segue: forse perché questa mattina ho letto le notizie relative al bilancio del casinò di Saint Vincent al 31 dicembre 2023 approvato il 30 aprile.

Il soggetto o società affidatario/a, in concessione, della gestione di una casa da gioco  può essere, per quanto ne conosco, a capitale pubblico,  privato o misto. Tanti anni fa esisteva la gestione diretta dell’ente pubblico periferico titolare dell’autorizzazione; non mi pare il caso e il momento di tornare all’antico.  

La società di capitale privato, ed è di questo mi pare si  discuterà, che si accinge a partecipare ad una gara di appalto per la gestione di una casa da gioco e di un complesso alberghiero come è presumibile questo sia il quadro operativo di Saint Vincent, avrà necessità di conoscere alcuni elementi fondamentali in parte ricavabili dai bilanci e il restante dall’esperienza sul campo, come si diceva una volta, dovuta alla conoscenza diretta o tramite un management altamente professionale conoscitore del mercato nazionale dell’azzardo autorizzato e del relativo trend. A questo punto si dovrebbe introdurre una domanda che, a ben vedere, è la più importante: è possibile un incremento del valore della produzione e come? La risposta al management. La mia è affermativa anche ponendo mente alla  gestione dell’attività alberghiera sino al 30 giugno 1994.

Una particolare attenzione di chi si appresta a gestire una casa da gioco con annesso complesso alberghiero sarà logicamente dedicata all’organizzazione del lavoro in due direzioni. La prima è quella che rappresenta la missione principale, l’altra l’attività collaterale e/o di supporto al genere di frequentatori portatori di qualità come è sempre avvenuto in passato sino alla data citata.

Il presente intervento in materia è dettato esclusivamente dall’interesse quale dipendente ed ora ex, che nel 1994 aveva per il ritorno alla gestione privata ante 30 giugno, che dopo tanto tempo ha trovato una rifioritura.

Non desidero suggerire a chi è molto più idoneo dello scrivente, non tanto e non solo quale conoscitore del mercato ma per il passato ad altissimi livelli nell’attività in discorso. Ecco la mia opinione dovuta alla passata esperienza.

Sono abbastanza convinto del fatto che il maggiore beneficio per l’ente pubblico risieda, nella gestione in concessione a una società a capitale privato, nel soggetto che si avvale, innanzi tutto, di un management nel quale competenza ed esperienza sono qualità incompatibili che non possono convivere nella stessa persona. 
Nell’approvazione della legge che disciplina le norme delle nomine e delle designazioni di competenza regionale, con la modifica da dieci a quindici anni consecutivi per cui chi ha ricoperto lo stesso incarico non può essere confermato o rieletto immediatamente, si potrebbe trovare una possibile eventualità, comunque, da evitare.

Non credo assolutamente di essere il solo a reputare l’esistenza di competenza e appartenenza ben difficilmente riunite in un unico soggetto.

Nelle considerazioni del presidente della Regione Valle d'Aosta Renzo Testolin mi pare di poter leggere che si tratta di una modifica che, se del caso e non necessariamente, mette al riparo le gestioni da cambi di colori politici.

Logicamente, nel caso di gestione in concessione a una società a capitale privato, questa norma non ha alcuna influenza, almeno così mi pare.

In chiusura  un raffronto mi sembra abbastanza logico, in considerazione della entità dei proventi netti e dei bilanci, tra i casinò di Saint Vincent e di Sanremo in quanto quello di Venezia, raggiungendo risultati decisamente diversi, e quello di Campione che non ho il piacere di conoscere se non relativamente ai bassi  proventi netti, non mi sembrano comparabili.

La mia curiosità, nel considerare l’entità percentuale dei proventi che le due società di gestione versano ai concedenti, mi suggerisce, proprio per questo, di verificarli. Certamente o perché influenzati dal periodo pandemico nel primo caso o dal concordato del 2021 nel secondo, nulla hanno a che vedere se non per un interesse che mi ha accompagnato per tanto tempo. Aggiungo che, anche in occasione dell’eventuale cambiamento di modalità di gestione, mi pare di aver portato un argomento di possibile interesse.

Mi concedo una ulteriore digressione dal tema: il 5 percento in più di presenze nel primo quadrimestre può far pensare ragionevolmente all’incremento o meno della qualità del gioco o altro? E nemmeno se consideriamo il solo mese di aprile. Ecco la motivazione per cui ritengo personalmente che un confronto su periodi brevi (un quadrimestre) o brevissimi (un mese) ha un utilizzo pari zero, certamente il secondo più del primo che, unitamente a ulteriori e approfondite analisi. potrebbe fornire qualche indicazione di politica produttiva.

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