Casinò Campione: disponibilità cassa e quantum sotto la lente del tribunale di Como
In vista dell'udienza del 13 dicembre del processo sulla gestione di Casinò e Campione d'Italia un focus sulla disponibilità di cassa e sul quantum imposto alla società di gestione della Casa da gioco.
Era il 14 dicembre del 2022 quando i commissari giudiziali annunciavano la presenza di 15,4 milioni di euro "in cassa" del Casinò di Campione d'Italia, ormai riaperto.
Al momento della chiusura il 27 luglio del 2018, aveva fatto scalpore il fatto che venne poi rilevata la presenza di 8 milioni di euro cash.
Per comprendere come sia mutata la situazione complessiva del casinò, se si sottrae a questo valore la dotazione di cash fisiologica di circa 3 milioni di euro, il rimanente potrebbe coprire 4 anni di contributo al Comune (esclusa Isi) secondo la nuova convenzione.
Questo è reso possibile grazie alla presenza di un contributo fino a 300 milioni di euro per 30 anni a favore del Comune, per compensare gli effetti macroeconomici del crollo del rapporto di cambio tra euro e franco svizzero.
Il 2022 si è chiuso con 42,1 milioni di euro di incassi rispetto ai 36,5 milioni previsti dal piano concordatario, e con un utile di 8 milioni di euro rispetto ai 9,7 milioni di euro previsti dal piano. Questo però senza il contributo del gioco online e delle esternalizzazioni previste dal piano omologato, e quindi con ulteriori spazi di crescita.
Il margine, al lordo di Isi e di contributo al Comune, è stato di circa 8,6 milioni di euro, ma con un contributo al Comune di 0,5 milioni di euro si sono "liberate" risorse per il rimborso del debito.
Sempre restando ai dati del piano omologato, è interessante il raffronto con il 2017. Il margine, prima del contributo al Comune dell'Isi, era stato di 20,2 milioni di euro. Con un contributo di 0,5 milioni di euro al Comune si sarebbero comunque liberate risorse per la copertura del debito, magari in un tempo più lungo dello sfidante piano omologato quinquennale.
Uno strumento assolutamente disponibile era già stato il piano di ristrutturazione del debito che nel 2018 non era infine stato sottoscritto. Del resto, di fronte a questi numeri, prende ancora più vigore la tesi dell'advisor Stefano D'Amora sul piano di ristrutturazione: "Purtroppo con il senno di poi si è verificato quanto fallaci siano state le motivazioni addotte dall'organo di liquidazione dottoressa Pagano di non aderire all'accordo di ristrutturazione del debito e quanto danno probabilmente abbiano apportato all'ente".
Del resto, lo stesso sindaco Roberto Canesi, nel ricorso alla Corte dei conti contro la non approvazione del suo piano di bilancio il 26 aprile 2022 aveva parlato di "buonissime performances" del Casinò (incassi/ingressi) ma di un quantum dovuto al Comune non correlato all'andamento aziendale. Tutti argomenti che, probabilmente, emergeranno di fronte al tribunale di Como già nella seconda metà di dicembre.
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