Non ricordo quante volte ho menzionato i controllori comunali del Casinò di Sanremo grazie al loro elaborato trovato in internet e che mi ha impressionato non poco nel costatare l’esposizione annuale degli elementi che da molto tempo sono, a mio avviso, indispensabili onde procedere al controllo successivo sulla regolarità del gioco e degli incassi in una casa da gioco del Paese.
Andandolo ad esaminare più a fondo ho potuto vedere che c’erano anche riferimenti che ritenevo molto interessanti per la gestione piuttosto che per il controllo; ma tutto ciò che eccede ed è utile ben venga, potrebbe servire per altro.
Ecco gli elementi che ritengo essenziali: introiti (netti), mance, valuta, rapporto mance/introiti ed introiti valuta, a chiudere incidenza di ciascun gioco sul totale dei ricavi netti. E quelli che ritrovo aggiuntivi ai fini del controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi: le ore tavolo e il rapporto tra introiti netti e le ore tavolo.
Prima di continuare e per i non addetti ai lavori ma intenzionati a comprendere meglio desidero precisare che per “valuta” si intende il contante cambiato direttamente al tavolo da gioco dai giocatori durante la partita.
Inizio da quello non indispensabile per l’argomento in discorso ma utilissimo per una gestione attenta alla politica produttiva e al ritorno degli investimenti in quanto, tra questi, reputo a torto o a ragione, il costo del personale tenuto debito conto di tutto ciò che ragionevolmente vi si può includere o escludere in quanto potrebbe venirnre considerato quale ristoro e/o conforto.
Roulette francese: introito/ore tavolo 520, fair roulette 240, chemin de fer 2200, punto banco 360. Le ore tavolo erano rispettivamente: 22.600, 18.200, 1750, 4530.
Se, come è possibilissimo, qualcuno si domanda quali siano le motivazioni che mi fanno preferire la metodologia che cito, eccole. Tutto nasce dal fatto che il risultato del tavolo viene rilevato giornalmente partendo, nei giochi di contropartita, dalla differenza algebrica tra dotazione iniziale ed esistenza finale sommando, sempre con un occhio ai ricordi scolastici, la valuta; segue il conteggio delle mance.
Non c’è dubbio che così operando, bene inteso come affermo in ogni occasione senza pretendere che non esista altro metodo, si dispone di quasi tutto.
Se aggiungiamo l’incidenza del gioco in esame sul totale dei ricavi rivolgendo l’attenzione ad eventuali rilevanti variazioni possiamo disporre di quanto può essere utile allo scopo che ci prefiggiamo.
Una breve digressione ma restando in tema mi fa passare alla differenza gestionale tra pubblica e privata esclusivamente dal punto di vista economico e ristretto al canone di concessione inteso come il quantum che il gestore versa o verserebbe alla Regione nei due casi.
Attualmente è il 10 percento dei proventi così come definiti dagli artt. 7 e 9 del Disciplinare al quale c’è da aggiungere il risultato di bilancio.
Con la gestione affidata in concessione al privato, certamente, la percentuale dovrà essere indubbiamente maggiore anche perché il risultato di bilancio non è più della proprietà ma del concessionario.
È questa una delle motivazioni per le quali il controllo a carico del concedente può essere il più completo e incisivo e, per una parte del citato elaborato quella che ho definito di interesse gestionale, potrebbe costituire una utilità aggiuntiva per lo stesso.
Esprimendo un parere, che nulla ha a che vedere con l’esperienza, mi permetto di osservare che le norme di cui all’art. 11 dell’attuale Disciplinare potrebbero subire un ampliamento prendendo ad esempio l’elaborato che ho più volte citato.
Chiaramente non suggerisco né consiglio – d’altra parte non potrei permettermelo – di creare una versione ad uso specifico della valutazione gestionale e parziale ma, non può sfuggire l’utilità dell’immissione in un programma di controllo ampio e possibile, senza ulteriori aggravi economici, degli elementi visti applicati per una identica finalità.
Una sola certezza: con niente otteniamo molto, se non moltissimo!
Visto che un po’ senza volere, un po’ perché la lingua batte dove il dente duole, sono ritornato a scrivere di controllo; questa volta mi sono permesso e/o divertito ad ampliare il discorso come non ho mai fatto. Probabilmente perché narrare di questo argomento mi fa ripensare a tempi passati e ai bellissimi ricordi.
In buona sostanza, a tutta la procedura che a spizzichi e bocconi ho cercato di narrare ritengo utile una piccola integrazione: la tipologia di giornata (se feriale, festiva o prefestiva, se in concomitanza con particolari manifestazioni) e le presenze. Le ulteriori informazioni concorrono al ricavo di altri risultati quali, ad esempio, il rapporto tra ricavi e presenze per ogni gioco offerto).
Una critica immediata potrebbe rivolgersi alle eccedenze di informazioni che, immettendosi parzialmente nella conduzione della casa da gioco dal punto di vista specificatamente gestionale, potrebbero essere considerate eccessive a prima vista.
A ben ragionare e pensare ci si avvede che le informazioni che il concedente riesce ad ottenere da una siffatta procedura di controllo non concorrono in alcun modo a debordare dalle responsabilità obbligatorie o meno che le vigenti disposizioni gli assegnano o gli consigliano.