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Gestione pubblica è migliore? Casinò sotto la lente

29 gennaio 2025 - 17:28

L'analista di gaming Mauro Natta esamina il tema della gestione dei casinò, cercando di comprendere se per definizione quella pubblica sia migliore.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Marten Newhall su Unsplash

Foto di Marten Newhall su Unsplash

Dai bilanci 31 dicembre 2022 e 2023 si  rilevano i seguenti elementi rilevati dal conto economico come a pagine 8, 46 e 47 relativi all’esercizio 2023.
 

 

 

31/12/2022

 

31/12/2023

Ricavi, al punto A/1

 

56.160.139

 

62.485.097

giochi

 

 

 

 

Giochi francesi:

 

13.411.318

 

14.662.104

Roulette francese

7.935.576

 

8.690.404

 

Chemin de fer

2.798.645

 

2.839.901

 

Poker vari

2.677.097

 

3.132.699

 

Giochi americani

 

12.663.522

 

13.476.698

Roulette americ.

1.379.474

 

1.417.741

 

Black jack

3.295.809

 

3.256.308

 

craps

1.019.685

 

1.023.296

 

Punto banco

6.968.454

 

7.779.253

 

 

 

 

 

 

Slot machine

 

30.085.299

 

34.346.395

 

2016

2017

2022

2023

Ricavi giochi

 

 

 

 

g. francesi

 

 

 

 

Roulette francese

5.458.627

2.929.895

 

 

Fair roulette

4.275.161

5.548.815

8.817.310

 

Chemin de fer

1.292.230

2.208.145

3.109.605

 

30/40

670.930

648.747

 

 

g.americani

 

 

 

 

Roulette americ.

2.627.929

2.309.739

1.532.750

 

Black jack

3.290.062

3.483.265

 

 

craps

641.548

686.856

 

 

Punto banco

5.973.968

5.249.799

7.742.729

 

poker

1.831.158

 

 

 

Tornei poker

425.140

56.405

 

 

Slot machine

33.110.609

32.323.689

33.428.110

 

Totale

59.598.362

57.343.812

62.400.054

 

presenze

442.705

362.967

295.599

 

Quota mercato

20,36%

20,20%

24,87%

 

Ecco alcuni “numeri”; integrandoli inserendo quelli relativi al 2023 e 2024 che non sono in mio possesso, si potrebbe dare l’avvio ad un ragionamento riguardante il periodo dopo la riapertura del casinò di Campione che è stato inoperoso dal luglio 2018 al gennaio 2022. Ecco il motivo per il quale li evidenzio dal 2016 e 2017 saltando il periodo relativo a Campione e quello della pandemia.

Ho inteso presentare una fotografia del trend parziale della casa da gioco di Saint Vincent, di cui si è parlato anche in Consiglio regionale. Inoltre, ho anche letto che la senatrice Spelgatti e il collega Tosato hanno  presentato un emendamento al decreto Milleproroghe, peraltro non compreso nei segnalati per l'esame, riguardante il divieto di pubblicità delle case da gioco da modificare col ritorno alle regole preesistenti per  tante ragioni. Una non sono riuscito a capirla: le case da gioco sono gestite tutte da società pubbliche.

È verissimo! Forse perché la gestione pubblica è migliore di quella affidata al privato?
In ogni caso le entrate che derivano alla Regione e ai Comuni dalla gestione del casinò hanno una uguale natura giuridica che deriva dall’art. 19 del Dl 318/86 convertito con L. 488/86, e per questo sono obbligate al controllo come, d’altra parte, si rileva nel Disciplinare e nelle Convenzioni vigenti.
Eliminando dall’argomento la gestione diretta che potrebbe subire, a mio avviso, una ingerenza della politica e una possibile considerazione maggiore per l’appartenenza sulla competenza, rimangono due possibilità da considerare:
- nella gestione pubblica alla proprietà concedente viene versata una percentuale sui proventi e rimane all’azionista il risultato di gestione,
- nella gestione privata al concedente, stante che l’utile  è a beneficio del concessionario, detta percentuale dovrà, indubbiamente, essere superiore.
Non c’è dubbio che l’utile realizzato concorre al bilancio dell’ente pubblico; la percentuale sui proventi potrebbe risultare più o meno sufficiente per l’imposta sugli intrattenimenti su un imponibile formato dal 10 percento dei proventi al netto si quanto versato alla Regione incrementato dell’accantonamento premi slot ancora da pagare. 
Nella prima tabella gli importi evidenziati si riferiscono ai proventi al netto della percentuale del 10 percento corrisposta al concedente.
È condivisibile l’affermazione che in tutti i casinò italiani è vietano l’ingresso ai ludopatici segnalati e per accedere alle sale da gioco si deve presentare un documento d’identità  in corso di validità.

Ho letto una interessatissima notizia su gioconews.it che avrei preferito promossa da qualcuno in Italia con la presentazione di un apposito disegno di legge, invece, riguarda gli Usa: Donald Trump a Las Vegas: “No alle tasse su mance per dipendenti casinò”.
Parto dalla finale dell’articolo: “Tuttavia i lavoratori riceverebbero pagamenti più esigui dalla previdenza sociale dopo il pensionamento”.
Non desidero minimamente farla lunga dopo tutto quello che ho scritto: la vincita al casinò autorizzato (sono quattro) è esente da tassazione Irpef, la mancia che è la parte più piccola della vincita è tassata e il datore di lavoro deve pagare i contributi ai fini pensionistici.  Al contrario, diminuisce l’entrata dell’impiegato a carico della gestione e potrebbe ricorrere alla pensione integrativa col risparmio sull’imposta, diminuirebbe la spesa a carico del gestore, pubblico o privato poco importa; il tutto si riflette sempre sulle entrate tributarie a favore del concedente.
Quando mi sono permesso di suggerire la detassazione delle mance, palesavo un risparmio per il gestore (nessun versamento contributi sulle mance), il conseguente risparmio per la gestione e il maggior beneficio per il concedente. Purtroppo non ho avuto alcun riscontro da chi o coloro che avrebbero potuto assumere qualche specifica iniziativa.

Preciso che lo scrivente è in pensione dal 2001 e non ha alcun interesse se non la reiterazione di una idea vecchia ma fondata.
Eppure ogni volta che mi sono dedicato alla particolare problematica, sempre pubblicata su gioconews, il mio impegno è stato completo con la citazione di leggi, decreti, pareri dei maggiori esperti in  materia  e, quando me lo sono permesso, anche una bozza di provvedimento e relativa narrazione accompagnatoria.
L’intento del sindacato in genere ed il mio personale, perché ero incaricato del problema, è stato abbastanza continuo e la cronistoria partiva dalla Riforma pensionistica  del 1969, dalla istituzione del cosiddetto “stipendio convenzionale” per cui veniva tassata la parte delle mance assoggettate a contribuzione pensionistica che, al momento, si ripropone.

La vincita al casinò non è tassata con l’imposta sul reddito delle persone fisiche e qui richiamo la Legge Europea ed infine il DM n. 314 del 1997 che, all’art. 3, statuisce la tassazione del 75 percento delle mance ed identico imponibile è valido ai fini pensionistici. 
Ma non desidero essere verboso e  mi fermo invitando chi ha piacere di approfondire a richiedere direttamente o indirettamente la discreta documentazione che posso fornire e/o potrebbe essere reperita nei numeri arretrati di gioconews.it.

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