Casinò games, il tempo delle sfide
Con la riapertura dei casinò terrestri, quelli online sono soggetti a una ritrovata concorrenza, ma intanto i dati sono ancora in crescita.
A giugno 2021, prima quelli di Sanremo e di Venezia, verso fine mese quello di Saint Vincent, sono tornati in attività tutti i casinò italiani che erano stati messi in lockdown a fine ottobre dello scorso anno dal Governo allora guidato da Giuseppe Conte. E nel loro primo mese completo di attività per l'anno in corso, luglio, hanno messo a segno dei risultati assai lusinghieri e positivi, che la dicono lunga sul fatto che la voglia di giocare, anche in maniera terrestre, non si è mai spenta. Per di più, l'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass per accedere alle sale, dallo scorso 6 agosto, se da un lato rappresenta un obbligo e un'incombenza in più, dall'altro garantisce in maniera anche più puntuale che si tratta di luoghi senza rischio di infezione, oltre che essi sono destinati a restare aperti, in quanto appunto testati, anche nel malaugurato caso le condizioni sanitarie dovessero peggiorare.
In questo contesto di “riscatto” dei casinò terrestri, in molti si sono chiesti che conseguenze ci saranno per i loro fratelli online. Un quesito che è stato anche oggetto di un interessante panel,”La grande corsa del gioco online”, organizzato a fine luglio nell'ambito di Sbc Digital Italia – Il futuro del gioco in Italia, l'evento virtuale promosso da Sbc in collaborazione con Gioco News. Il tutto è partito tuttavia, dalla fotografia di quanto avvenuto, ossia di come si è evoluto il mercato del gioco durante la pandemia.
A tale proposito, dati interessanti sono stati forniti da Marco Tiso, online managing director di Sisal, che, prendendo a riferimento il gioco legale in Italia (online più retail) nel 2020 rispetto al 2019, ha osservato come il casinò invece (inteso come offerta di giochi casinò, slot e Vlt online e retail) sia passato da 11,2 miliardi di euro di spesa nel 2019, con una incidenza dell'online del 9 percento, a una spesa di 6 miliardi di euro nel 2020, con una incidenza dell'online del 20 percento e che, se la spesa complessiva sul gioco in Italia durante la pandemia è calata di quasi 7 miliardi di euro, i giocatori casinò si sono spostati in minima parte dal retail all'online e probabilmente hanno alimentato il mercato illegale.
Parole su cui riflettere, soprattutto tenendo presente che “grazie” all'abolizione della pubblicità del gioco, gli operatori legali non hanno più la possibilità di utilizzarla per farsi conoscere al vasto pubblico e dunque l'utente finale è privato di uno dei mezzi per distinguerli da coloro che invece navigano nell'illegalità, che sono privi di licenza rilasciata nel nostro Paese e che tuttavia si rivolgono a una clientela italiana. Con tutti i rischi che ne conseguono, per i consumatori innanzitutto, ma anche per le casse dello Stato.
A giugno 2021, prima quelli di Sanremo e di Venezia, verso fine mese quello di Saint Vincent, sono tornati in attività tutti i casinò italiani che erano stati messi in lockdown a fine ottobre dello scorso anno dal Governo allora guidato da Giuseppe Conte. E nel loro primo mese completo di attività per l'anno in corso, luglio, hanno messo a segno dei risultati assai lusinghieri e positivi, che la dicono lunga sul fatto che la voglia di giocare, anche in maniera terrestre, non si è mai spenta. Per di più, l'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass per accedere alle sale, dallo scorso 6 agosto, se da un lato rappresenta un obbligo e un'incombenza in più, dall'altro garantisce in maniera anche più puntuale che si tratta di luoghi senza rischio di infezione, oltre che essi sono destinati a restare aperti, in quanto appunto testati, anche nel malaugurato caso le condizioni sanitarie dovessero peggiorare.
In questo contesto di “riscatto” dei casinò terrestri, in molti si sono chiesti che conseguenze ci saranno per i loro fratelli online. Un quesito che è stato anche oggetto di un interessante panel,”La grande corsa del gioco online”, organizzato a fine luglio nell'ambito di Sbc Digital Italia – Il futuro del gioco in Italia, l'evento virtuale promosso da Sbc in collaborazione con Gioco News. Il tutto è partito tuttavia, dalla fotografia di quanto avvenuto, ossia di come si è evoluto il mercato del gioco durante la pandemia.
A tale proposito, dati interessanti sono stati forniti da Marco Tiso, online managing director di Sisal, che, prendendo a riferimento il gioco legale in Italia (online più retail) nel 2020 rispetto al 2019, ha osservato come il casinò invece (inteso come offerta di giochi casinò, slot e Vlt online e retail) sia passato da 11,2 miliardi di euro di spesa nel 2019, con una incidenza dell'online del 9 percento, a una spesa di 6 miliardi di euro nel 2020, con una incidenza dell'online del 20 percento e che, se la spesa complessiva sul gioco in Italia durante la pandemia è calata di quasi 7 miliardi di euro, i giocatori casinò si sono spostati in minima parte dal retail all'online e probabilmente hanno alimentato il mercato illegale.
Parole su cui riflettere, soprattutto tenendo presente che “grazie” all'abolizione della pubblicità del gioco, gli operatori legali non hanno più la possibilità di utilizzarla per farsi conoscere al vasto pubblico e dunque l'utente finale è privato di uno dei mezzi per distinguerli da coloro che invece navigano nell'illegalità, che sono privi di licenza rilasciata nel nostro Paese e che tuttavia si rivolgono a una clientela italiana. Con tutti i rischi che ne conseguono, per i consumatori innanzitutto, ma anche per le casse dello Stato.
La questione del futuro dei casinò online sicuri (E QUI CI METTO IL PRIMO LINK) si pone dunque sotto un duplice fronte: quanto essi “cederanno” al gioco terrestre e quanto invece sarà appannaggio dei siti privi di concessione in Italia. Un primo dato, relativo all'andamento di luglio dei casinò games, quindi a location terrestri ormai completamente aperte, è abbastanza rassicurante, visto che la spesa (ossia la raccolta meno le vincite) è stata pari a 129 milioni di euro, il che rappresenta una crescita di quasi il 39 percento rispetto a un anno fa. Resta tuttavia la non secondaria questione di riuscire a districarsi tra i vari siti di slot online (E QUI CI METTO IL SECONDO LINK), che restano anche sul web tra i giochi più amati dagli italiani, grazie al fatto che molti titoli sono ormai offerti omni-channel e dunque sono conosciuti e apprezzati sia sul canale fisico che su quello terrestre.
Uno strumento utile, in questo scenario di lento ritorno a una nuova normalità nella quale le abitudini e le attitudini delle persone devono ancora assumere un forma più stabile rispetto all'attuale, è rappresentato dai siti di slot online (E QUI CI METTO IL TERZO LINK) che forniscono delle indicazioni utili a distinguere, innanzitutto, i siti autorizzati in Italia da quelli che non lo sono, e poi anche a conoscere le principali caratteristiche dei vari casinò virtuali che compongono l'offerta che fa capo all'Agenzia delle dogane e dei monopoli.