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Analisi andamento casinò, una questione di metodo

29 gennaio 2024 - 10:20

Ecco le motivazioni per un costante controllo sull'andamento dei casinò e gli assi portanti della sua metodologia.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Agence Olloweb su Unsplash

Foto di Agence Olloweb su Unsplash

Con ogni probabilità molti che mi leggono hanno compreso la metodologia che utilizzo nel fare i confronti tra due anni successivi, a meno che qualche accadimento me lo impedisca tipo chiusura di Campione o periodo pandemico.
Ci sono dei parametri ai quali non so rinunciare e che ritengo utili per molte finalità a volte diverse tra loro ma tutte, per me, interessanti per la gestione e per l’ente pubblico concedente: la quota di mercato riferita, in primo luogo, ai giochi da tavolo e alle slot, poi per ogni singolo gioco. Segue l’incidenza dei ricavi derivanti dalle slot sul totale per ogni casinò e, anche se non a tutti è gradito il rapporto tra presenze e ricavi divisi tra giochi da tavolo e slot e, naturalmente, totale.
Come una ciliegina sulla torta l’incidenza di ogni singolo gioco da tavolo sul totale di questi. 
Ora vi chiederete, ed è più che logico e comprensibile, quali sono le motivazioni che supportano il mio modus operandi, quindi ve le espongo con la maggior chiarezza possibile.

La quota di mercato sta ad indicare se il singolo si è incrementato effettivamente o se, invece, l’accaduto si può riferire solo ed esclusivamente al singolo e non al trend complessivo. 

L’incidenza dei ricavi slot sul totale evidenzia la qualità del gioco e dei conseguenti ricavi globalmente considerati anche in considerazione dei proventi aleatori che, intervenendo a confortare i costi di gestione, permettono un più elevato ritorno economico per l’ente pubblico proprietario e concedente.

La quota di partecipazione di ogni singolo gioco da tavolo sul totale di questi concorre utilmente ad indicare il quantun riferibile ai proventi aleatori, che infatti possono essere calcolati, bene inteso non esattamente, a mente la tipologia del gioco del quale sono note, a tutti, le percentuali tra mance ed introiti.

Vengo dunque alla quota di mercato di ogni singolo gioco da tavolo perché, sempre a mio parere, posso rendermi conto se il trend domestico di una casa da gioco è in linea con quello del mercato. Ciò mi potrebbe convincere ad una ulteriore ricerca nel convincimento della utilità dell’adeguamento dell’offerta alla domanda.

Il rapporto tra presenze e ricavi, in primis sul totale e dopo, come descritto perché concorre a formare un dato prevalentemente statistico che contribuisce alla verifica unitamente ad altri elementi ricavati,  quale valenza sulla qualità del gioco. 
È anche possibile, che alcune risultanze che ne derivano possano avere una certa utilità pratica per attivarsi al proposito dei veri controlli che non dovrebbero mai essere deficitari né da parte della gestione né, forse ancor più, da parte del concedente.
La precedente annotazione mi concede di rammentare a chi, eventualmente, l’accoglie, l’elaborato curato dai controllori comunali del Casinò di Sanremo.

Desidero iniziare a concludere il presente intervento motivato dalla scarsa attenzione, potrebbe anche essere una mia impressione, per i dati esposti con preciso riferimento al mio modo di presentare le risultanze in considerazione del poco reso noto.
Come ho avuto occasione di scrivere questa metodologia la applicavo quando ero dipendente e, avendo specifici incarichi sindacali, utilizzavo per esporre – forse non tutti – i miei elaborati in bacheca. Mi posso concedere che fossero interessanti se molti colleghi durante le ore di servizio si fermavano ad esaminarli e, devo dire, con una certa attenzione.

Definitivamente, come altre volte ho scritto e messo in bella evidenza anche se si trattava di altro argomento, ora appena sfiorato, non ho alcuna pretesa di indicare il metodo ma solo ed esclusivamente uno, quello che usavo e continuo ad usare in quanto sono convinto dei risultati ottenibili.

Non posso esimermi dall’affermare che è possibile, partendo dai risultati, migliorare qualitativamente la ricerca dedicandola all’argomento più utile e/o interessante. Non sottovaluto, ed ho avuto modo di verificarlo dopo la pensione, che l’estensione di quanto mi sono adoperato di illustrare rappresenta e, se del caso, può costituire un conforto alla gestione di una casa da gioco. Allo stesso tempo non nego l’eventualità che quanto affermato abbia trovato applicazione solo nel mio operato anche se mi pare poco probabile, in particolare per quanto inerisce il controllo.
Chiaramente non rivendico la primogenitura del metodo che, col passare del tempo, ho cercato di modificare implementandolo per riuscire a soddisfare la mia curiosità iniziale e, forse, non ho ancora finito di sperimentare modifiche.

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