Casinò e incassi, proprietà tra 'quantum' e Isi
L'analista di gaming Mauro Natta esamina l'andamento degli incassi nei casinò sotto l'angolatura delle proprietà, cui spetta una quota di essi ma anche il pagamento dell'Isi.
Scritto da Mauro Natta
Foto di Vitaly Taranov su Unsplash
Con interesse particolare in quanto ne avevo scritto recentemente ho letto l’articolo “Casinò Venezia oltre le attese: più compenso e più Isi da pagare”.
Ciò che maggiormente ha suscitato la mia curiosità è il richiamo all'imposta sugli intrattenimenti (Isi) e allora sono andato a rinfrescarmi la memoria: “Per le case da gioco l’imponibile è costituito giornalmente dalla differenza tra le somme incassate per il gioco e quelle corrisposte ai giocatori per le vincite, includendo nel calcolo anche gli accantonamenti di parte delle giocate ai fini della costituzione e dell’incremento del jackpot, poiché esse non costituiscono ancora vincite pagate ai giocatori, ed escludendo quanto dovuto dalle case da gioco agli enti pubblici concedenti, ai quali la legge riserva in via esclusiva l’esercizio di tale attività”.
Ho trovato che “con riferimento alle case da gioco, se l’esercizio è riservato per legge ad un ente pubblico, questi rimane comunque soggetto di imposta anche se la gestione viene delegata ad altri soggetti”.
Ho potuto verificare che alla società di gestione del casinò di Venezia spetta il 75 percento dei proventi come specificato dal relativo contratto e, quindi, il 25 percento spetta al Comune. Mi pare, ma non posso giurarlo, che al Comune di Sanremo spetti il 20 percento dei proventi e alla Regione della Valle d’Aosta, a mia conoscenza salvo errori, il 10 percento.
L’aliquota applicata all’imponibile per determinare l‘imposta sugli intrattenimenti è del 10 percento.
Ora una considerazione del tutto personale: non è facile comprendere come mai nessuno, relativamente a quanto ne conosco, abbia preso in esame un trattamento fiscale delle mance a tutto beneficio dell’ente pubblico. Il trattamento di cui trattasi fonda principalmente sul fatto che le vincite al gioco realizzate nei casinò autorizzati sono esenti da Irpef; la qual cosa non avviene per le mance che sono la parte più piccola delle vincite. Il costo per le gestioni e, conseguentemente, una minor entrata del concedente si deve alla contribuzione pensionistica sulle mance statuita a norma dell’art. 3, lettera i) del Dm n. 314 del 1997. Purtroppo sono tornato su un argomento sul quale intendevo non ritornare più.
Nessuno, tanto meno lo scrivente e qualcuno che in questa rivista si è già espresso, ha la pretesa del ritorno al 72 percento sui proventi della casa da gioco alla Regione come un tempo che fu perché la situazione non è assolutamente la stessa; qualcosa di più si potrebbe pretendere o tentare di poterlo realizzare.