Non si può che condividere l’idea in ordine al divieto di pubblicità, relativamente al gioco d’azzardo fisico e legale, ha influito non poco sull’accelerazione dell’incremento del gioco illegale.
Nel gioco fisico legale posso, pacificamente, ammettere quello che si svolge nei casinò autorizzati in Italia, sono quattro e datano da provvedimenti legislativi di cui il primo nel 1927.
Parlo soltanto delle case da gioco nelle quali, un tempo c’era anche un ufficio dedicato agli agenti di pubblica sicurezza, è impossibile accedervi se non in possesso di un documento in corso di validità che certifichi la maggiore età e dove, se segnalati alla direzione come ludopatici dalla famiglia, si ottiene il medesimo risultato.
Nei casinò – e per l’occasione prendo ad esempio quello di Sanremo – e proprio perché per la sua natura la casa da gioco si potrebbe prestare ad operazioni di riciclaggio l’amministrazione comunale, tramite la società Casinò Spa e il Corpo speciale di controllo presso il casinò municipale adotta una serie di misure cautelative mirate al controllo sulla regolarità dell’esercizio del gioco e sulla conduzione della gestione sia sotto il profilo tecnico - funzionale, che finanziario e morale, così come di può leggere nel Piano integrato di attività e organizzazione 2025 – 2027 approvato dalla Giunta comunale della cittadina di Sanremo. Ecco dove emerge, a mio avviso, la professionalità del primo cittadino!
E ancora “un rilievo particolare nel contesto interno della struttura organizzativa del Comune di Sanremo va riservato all’attività ispettiva del Corpo controllori”. Relativamente alla frequentazione si deve ammettere che non può discostarsi dalla regolarità in quanto seguita in funzione, appunto, dei tanti motivi di cui al controllo di cui si è detto.
Certamente il controllo narrato non è presente soltanto a Sanremo il che sta a dimostrare che in una casa da gioco un comportamento “irregolare” può essere notato facilmente. Non può essere sottaciuta la professionalità degli addetti al controllo che in più occasioni ho potuto evidenziare.
Mi pare che la citata caratteristica si possa considerare a vantaggio del gioco legale da preferire anche, mi viene da pensare, per una questione collegabile all’aspetto fiscale complessivo.
Non è condivisibile, bene inteso per chi scrive, il contenuto di una lettera che ho riletto su gioconews.it e mi ha fatto riflettere su alcune esperienze di quando ero dipendente da una casa da gioco.
La gestione di un casinò, anche e forse soprattutto per la finalità per la quale esistono ed operano da molto tempo comporta alcuni rischi dei quali il più rilevante è quello di confondere l’appartenenza alla competenza.
Certamente non si può sottovalutare il rischio derivante dalla concessione di credito ponendo mente all’articolo 1933 del codice civile, al fatto che il banco può anche perdere ma trattasi di avvenimenti di poco momento, ma il procedere alla velocità dei partiti è ben differente da quanto esige una attività dove necessitano ben altre qualità e il decisionismo ragionato è la più importante.
Nessuno potrà mai farmi credere che il decisionismo senza l'indispensabile competenza può esistere conoscendo i tempi della politica molto diversi da quella produttiva che, nella gestione di un casinò, non può trovarsi se non al primo posto.
Ed allora ci si deve domandare come ottenere la snellezza funzionale che non può e non deve mancare; c’è la primaria necessità di poter contate si un direttore giochi responsabile per la alta professionalità ed esperienza, di una squadra sorretta da una formazione continua e da un complesso decisionale senza del quale si corre il rischio maggiore: arrivare in ritardo!
L’intervista rilasciata dal consigliere regionale valdostano Stefano Aggravi a gioconews.it, dopo averla letta con la dovuta attenzione, stante la discreta conoscenza della problematica che ritengo di aver accumulato in tanti anni di servizio al casinò di Saint Vincent, la trovo particolarmente interessante dalla fine.
“Nei giorni difficili... ma è necessario capire bene cosa si intenda fare e soprattutto come lo si voglia fare. I rapporti tra proprietà, controllo e vigilanza come verranno gestiti? Come sarà individuato il potenziale partner privato? ... Lo ripeto, resto piuttosto preoccupato in vigile attesa”.
A suo tempo avevo espresso le possibili conclusioni: continuare come ora, concessione ad una società a capitale privato e, scartandola ab ovo, una società mista. Avevo, e lo tengo ancora nel cassetto, un disciplinare la cui validità scade il 31 dicembre 2033, art. 2 “decorrenza e validità”.
Ci sono argomenti tecnici che mi interessano e che, a mio parere, potrebbero essere utilizzati, forse con qualche integrazione, per una gestione in concessione al privato ma certamente non in una conduzione in continuità. A meno che non riesca a comprendere quello che posso leggere e ne evidenzio uno a titolo di esempio.
Art. 5 Cambio assegni. A parte qualche piccola variazione e/o aggiunta, come consentire anziché garantire e bonifici dopo circolari, mi pare a cura del consigliere Luciano Caveri, la frase terminale: “Resta esclusa ogni partecipazione di Regione ai rischi e ai danni conseguenti a tali operazioni” appunto di cambio di titoli di credito.
Non mi è agevole comprendere come una eventuale perdita su crediti, se non viene incassato un assegno debito di gioco (art. 1933 cod. civ.), non possa incidere direttamente sul conto economico e, indirettamente, sull’utile dell’azionista di riferimento anche se tramite accantonamento specifico nel fondo. Forse non rammento ciò che, a suo tempo, ho studiato.
“I rapporti tra proprietà, controllo e vigilanza come verranno gestiti”? Trattasi di un argomento molto interessante e in molte occasioni ne ho scritto incoraggiando la visione di un elaborato a cura del Corpo controllori comunali del casinò municipale di Sanremo reperibile in internet come già accennato.
Mi riservo di tornare, eventualmente e in modo il più possibile ampio e comprensibile a tutti, sul tema “controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi” quando troverò da esaminare una iniziativa simile e contraria al modo che ritengo esatto procedere ma che raggiunga il medesimo scopo che, forse troppe volte, ho esposto.
Quell’elaborato citato precedentemente a cura dei controllori al Casinò di Sanremo pare darmi ragione senza, con ciò, sostenere che non esiste un altro modo per ottenere il risultato atteso.
Andando a memoria, non ricordo la data nella quale era stato proposto nel disciplinare, riassumo un tentativo di arricchire l’argomento controllo. Per quanto alla data si potrebbe ricorrere alla documentazione che, a suo tempo, fu presentata al Tribunale amministrativo della Valle d’Aosta, avverso la modalità che ho riassunto, come anticipato, per quanto rammento.
Relativamente al rapporto tra mance e introiti di un gioco, premesso che dipende in buona parte dalla percentuale a favore del banco, mi pare fosse stato indicato il massimo di detto rapporto oltre il quale l’eccedenza avrebbe seguito una destinazione differente.
A dimostrazione di quanto precede esemplifico con la roulette, in quella francese la percentuale a favore del banco è del 2,77 percento, in quella americana del 5,54. La percentuale massima regolare mi pare fosse del 60 percento nella roulette francese, non vado oltre perché non ricordo bene. Non pare il caso di appesantire l’esempio con altri numeri, quelli indicati sono più che sufficienti a comprendere il ragionamento.
Chiaramente è agevolmente intuibile che nella roulette americana con il doppio zero è meno possibile vincere proprio per la differente probabilità citata. In buona sostanza per i non addetti ai lavori curiosi abbiamo 1 su 37 nella francese contro 1 su 38 nell’americana.
Desidero presentare un esempio; sette tavoli introitando ciascuno 1000 registrano mance come di seguito: sei 500 ciascuno e uno 1200, abbiamo introiti totali per 7000 e mance per 4200, il 60 percento.
Considerando i totali possiamo dire di essere nella norma, facendo lo stesso tavolo per tavolo non mi pare che sia la stessa cosa ponendo attenzione al 120 percento relativamente al settimo tavolo nell’esempio.