Sono a casa con poca voglia di televisione, ho letto vecchie carte che sto visionando prima di cestinarle in via definitiva.
Fuori sta per piovere e, contrariamente al solito, fa freddino e anche il tapis roulant ha esaurito il suo compito di sostituto della passeggiatina quotidiana, non avendo ben chiaro il da farsi ho preferito un vecchio contratto di lavoro piuttosto che un libro di filosofia; non sono noiosi ma impegnativi e, sinceramente non mi ispirava.
Dovendo scegliere un argomento mi sono ricordato di una domanda alla quale mi capitava spesso di rispondere: se passo tecnico di gioco quando percepirò il punto intero?
La mia risposta era, più o meno, questa: innanzi tutto devi sempre impegnarti anche se, inizialmente, sarai a paga fissa e senza partecipazione alle mance, poi dopo un primo esame passi al 50 percento, dopo un altro esame farai un passo avanti e, finalmente al punto. Certamente ci vuole un pochino di tempo, tanta pazienza e altrettanta buona volontà. Agli esami saranno presenti i tuoi futuri colleghi ed istruttori a giudicarti. Sicuramente anche un rappresentante del datore di lavoro sarà presente o potrebbe esserlo non per un giudizio sul come lavori ma per tradizione.
Dopo tale premessa mi sono spostato a dare una occhiata meno veloce alla problematica di natura fiscale delle case da gioco francesi e ai rimanenti articoli, anche i miei recenti.
Potete anche non crederci ma i fatti che ultimamente hanno portato in primo piano il Casinò di Campione d’Italia con la vicenda quasi incredibile dei bandi mi ha invitato a tornare, non sul cartaceo che non ho ma sui ricordi in tema contratto di lavoro.
Ce ne sono molti sui quali vorrei soffermarmi, non so da quale iniziare e mi stupisco leggermente anche perché, pur dopo tanto tempo, l’argomento in discorso non avrebbe dovuto creare difficoltà a un ex segretario nazionale di sindacato. Allora inizio con ciò che per nessuna ragione potrei accettare come un errore da parte dell’azienda: la mancata consultazione delle norma contrattuali che dovrebbero comprendere tutti i componenti la pianta organica.
Orbene, la figura del responsabile delle slot non solo non è prevista dal vigente contratto, ne possiedo una foto, ma non credo la si possa inquadrare tra il personale di gioco. Non mi pare possibile che il datore di lavoro decida chi partecipa alla ripartizione del punto mancia.
Vorrei anche spingermi oltre: non conoscendo tutte le norme del contratto che per assurdo, almeno da parte mia, potrebbe comprendere che le mance di gioco sono ripartite tra tutti i dipendenti, tecnici e amministrativi, mi fermo nel commento.
Una norma, simile a quella ipotizzata come improbabile, ritengo non potrebbe esistere anche perché potrebbe essere a mio parere favorevolmente, rispetto all’esito, impugnata.
Nei miei precedenti mi pareva di aver citato alcune sentenze a conforto di quanto sostengo e proprio l’art. 3, lett. i) del Dm n. 314/1997 mi pare risolutivo nell’indicazione dei dipendenti aventi causa alla ripartizione.
Non avrei desiderato ripetermi ma anche la Suprema corte di cassazione, definendo il beneficiario della mancia, indica chiaramente il croupier.
Al gestore ne è devoluta una parte dai dipendenti tecnici di gioco e nulla di più. Esiste nel contratto una norma in contrario che statuisca l’accordo o il patto con il quale oltre al gestore, si sostiene qualche altro beneficiario?
Sinceramente non credo, mi sembrerebbe al di fuori di ogni logica sempre che il gestore non intenda fa partecipe altro personale ma sulla propria parte.
Concludendo, per quanto al “responsabile slot” sono certo della non presenza nella pianta organica, per la rimanente questione trattasi di una personale sensazione, probabilmente a seguito della prima questione.
Il chiarimento non viene e non verrà sicuramente dipanato da me ma da esperti in materia ai quali mi sarei, in ogni caso, rivolto così come avvenne a suo tempo per la questione fiscale.