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Casinò verso il futuro e verso una nuova politica produttiva

15 maggio 2024 - 10:52

I casinò devono affrontare sfide sempre nuove, tra queste la necessità di una rinnovata politica produttiva.

Foto di Nick Fewings su Unsplash

Oggi, più di ieri, mi pare possibile affermare che la comparazione tra il rischio di impresa e il costo del personale occorrente in due giochi simili non è più un assillo, o almeno l’unico, per un gestore di una casa da gioco, a mio parere non dovrebbe esserlo.

Probabilmente il gestore pubblico maggiormente del privato si preoccupa del risultato che, se attivo anche di poco, merita maggiore considerazione stante la platea alla quale è diretto. Non è tanto la quantità ma il fatto che sia positivo, mentre il privato ha un occhio di maggiore riguardo al ritorno dell’investimento, magari non immediato ma ragionevolmente prevedibile.

Non è mia intenzione dilungarmi sul “ragionevolmente prevedibile”, parlare di studio della domanda o dell’evoluzione del trend dell’azzardo, ma ritengo che questo argomento interessi di più il privato. 
Vero è che la politica opera per il futuro ma questo ragionare è molto più frequente e solito da parte del gestore privato, forse, perché i mezzi sui quali fonda le previsioni sono maggiori e, solitamente, migliori.

Abbiamo visto, in passato, la nascita e la fine della roulette americana salvo che in un solo casinò, le motivazioni in negativo le possiamo addebitare in un rendimento complessivo poco invitante o nell’insorgere di mugugni, mi si permetta l’espressione ligure, ma significa molto e rende l’idea. 

Al tempo stesso l’arrivo del punto banco, una questione di date non uguali per tutti, ha coinciso con l’abbandono dello chemin de fer per un insieme di ragioni che non è il caso di rivedere avendone già scritto in altra parte.

Al momento, mi pare di capire dal trend e dalle quote di mercato che risentono dell’influenza di periodi particolari in aggiunta a quello pandemico, che vi sia una maggiore attenzione e riguardo, anche se non in tutte le case da gioco, per la rendita complessiva e per il costo del personale occorrente sulla scorta delle ore effettivamente lavorate. 

Ponendo mente al regolamento che impone l’orario di chiusura dei giochi, (chemin de fer escluso, almeno ai miei tempi nella speranza che ritornino) corrisponde al vero che è sufficiente, a prescindere dagli orari tabellari, almeno un tavolo in esercizio.

Ed ecco la rilevanza, maggiormente che in un recente passato, di considerare in una tipologia di gioco (roulette francese, tradizionale o fair) la risultanza complessiva: proventi e accessori; tra questi la domanda da parte dei frequentatori anche in riferimento al tipo di giornata.
Lo stesso, forse con una attenzione mirata, nello chemin de fer, alla qualità piuttosto che alla quantità   come è sempre stato per il gioco in parola, mentre ogni gestore conosce l’importanza dei proventi aleatori sulla scorta dell’intensità del gioco. Cosa che non avviene o non in egual misura nel punto banco anche a parità o quasi del vantaggio del banco. A fare i precisini 1,1499 nello chemin e 1,1496 nell’altro, cambia di più nel campo dei proventi aleatori a favore del primo.

Mi pare possibile prevedere da un rinnovato interessamento per la ricerca di venire incontro all’esigenza di adeguare l’offerta alla domanda nel modo più conveniente alla gestione che, oculatamente, tiene in considerazione il trattamento dei dipendenti non soltanto per quanto grava sull’azienda, il futuro della politica produttiva diverso. 

La concorrenza, che principalmente possiamo trovare nell’online e, specificatamente, nei giochi da casinò, dovrebbe promuovere una sorta di collaborazione tra le case da gioco italiane preoccupate non solo dal divieto di pubblicità, dalla limitazione nell’uso dei contanti a favore delle case da gioco d’oltre confine e dalla mancanza di una legge organica. Ciò nella speranza di ricreare un clima forse esistente ai tempi della Federgioco. 

Sto errando?  Se non rammento male, il che è possibilissimo stante l’età, si conosceva molto di più del settore produttivo in discorso; probabilmente i tempi non erano quelli odierni, i pensieri della produzione in generale non evidenziavano la preoccupazione dell’oggi.

Ritornando sulla concorrenza che confermo dovuta ai giochi da casinò tramite l’online che, tra l’altro, tirano sempre di più, non si potrà negare che anche al gioco fisico non è negata la possibilità di ricorrere, direttamente o meno, alla tipologia di cui trattasi con l’intento dichiarato di incrementare i proventi anche col gioco a distanza e non solo, creare motivazioni per interessare la curiosità del giocatore presentando, per quanto possibile, novità, tornei o manifestazioni similari atte a rendere note iniziative mirate, in estreme sintesi, ad una fidelizzazione futura.

Chiaramente non si procede in questo senso per aggirare l’ostacolo addebitabile alla poca partecipazione del bacino di utenza naturale, vuoi per questioni economiche o di comodità ma, e non lo si può negare, che i prodotti devono essere offerti per studiarne la domanda, giusto tramite per evitare inutili e, a volte, dannosi investimenti. 

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