Fidelizzazione clientela, un obiettivo possibile per i casinò

Allora mio nonno aveva ragione da vendere quando diceva a ogni minima  occasione che si presentava: il porto lo fanno i marinai.
Certamente è più che condivisibile che il casinò lo fanno i croupier come ho letto recentemente su gioconews.it, non esiste nulla di più vero! In specie da quando è in vigore il divieto di pubblicità.

Chiaramente non possiamo sottacere la rilevanza dei servizi alla clientela che, come tutti i servizi necessari se non indispensabili, hanno un costo al quale se ben amministrato, corrisponde un sicuro ritorno; nel caso in discorso, invece, non abbiamo da registrare alcun costo.
Se da un lato l’azienda opera in modo da adeguare l’offerta alla domanda e se dall’altro il personale addetto al gioco oltre a essere professionalmente valido è educato e ha un adeguato comportamento stante il ruolo che svolge, non possiamo nasconderci che l’obiettivo di un modus operandi ottimale è stato raggiunto.

Ma in cosa consiste un modo di creare il personale valido dal punto di vista professionale? Un contratto di lavoro che preveda incentivi sulla scorta dei giochi praticati, appunto a livello professionale.
Trattasi di una metodologia che non nasce in questi ultimi tempi, che nei supermercati adottano da tempo e nelle banche da qualche anno a questa parte. È una metodologia che, e non sono il primo a dirlo e che ho visto applicata con successo, ha un beneficio ulteriore dovuto al fatto che l’adeguamento dell’offerta alla domanda lo ritengo un servizio dei più graditi alla clientela, in special modo se d’èlite.
In un mercato dove la concorrenza non è di poco conto, dove la situazione economica non è delle migliori, una iniziativa da considerare è come procedere per vedere, come una volta e speriamo che si ripeta, una vera fidelizzazione della migliore clientela. Certamente mi si può obiettare che il costo può essere, a volte, rilevante e non lo si può omettere ma nemmeno sarebbe da sottovalutare l’importanza di riuscire a fidelizzare i frequentatori.
La qual cosa appare di non semplice realizzazione e, a mio avviso, coniugando l’adeguamento dell’offerta alla domanda e applicando la multifunzionalità diviene perfettamente possibile.
Forse a ben pensarci mi pare il caso di introdurre una variante relativamente all’offerta; sicuramente non solo per quanto ai giochi ma per gli avvenimenti e le manifestazioni di vario genere tutte indirizzate a risvegliare la curiosità del giocatore amante delle novità e delle nuove sfide che gli si prospettano contro il banco o contro un altro giocatore. Il punto banco nel primo caso, lo chemin de fer nel secondo.
Allorquando  rammento novità non faccio cenno a giochi che in un passato recente o meno abbiamo potuto vedere in qualche casinò italiano ma vere e proprie novità che possano essere esercitate anche in internet via online oltre che dal vivo.
Come spesso, forse troppo, accenno non si tratta, a mio personale avviso, di rivolgere l’attenzione ad oggetti, attratti più dal costo del personale occorrente come nell’adozione della fair al posto della roulette tradizionale o dal rischio d’impresa come potrebbe essere accaduto per l’ascesa del punto banco ai danni dello chemin de fer. 

In tutti e due gli ultimi casi narrati credo non sia stato preso nella giusta, per me,  considerazione il differente approccio, mi permetto filosofico, al gioco da parte di chi predilige uno dei due giochi citati. Ritengo possa soddisfare la partecipazione  di giocatori in occasione delle gare di chemin de fer a Saint Vincent.
Colgo l’occasione per evidenziare quanto segue relativo al casinò di Sanremo.

Desidero precisare che il 2020 e 2021 sono i periodi di pandemia e il 2018 il casinò di Campione d’Italia era chiuso dal luglio e sino al gennaio del 2022.