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Mance alla prova ripartizione, partendo da obblighi fiscali e parafiscali

17 ottobre 2023 - 13:08

Ecco gli obblighi fiscali e parafiscali attinenti le mance che vengono elargite nel casinò e oggetto di discussione soprattutto a Campione.

Foto di Dan Smedley su Unsplash

Foto di Dan Smedley su Unsplash

Sicuramente non spetta a me sindacare sulla ripartizione delle mance al casinò di Campione d’Italia posso solo permettermi di ritornare brevemente sulla loro definizione e sul relativo obbligo fiscale e parafiscale.

Il primo beneficiario della mancia è, indiscutibilmente, il croupier. Il gestore non ha titolo originario a parte della vincita (cioè la mancia); d’altro canto sarebbe paradossale che partecipi alla vincita chi, perdendo, la deve finanziare: il gestore. Il fatto che quest’ultimo soggetto partecipi ad una parte delle mance, fondato su un patto o un accordo di devoluzione con il quale i lavoratori consentono al datore di lavoro di sottrarre parte di quanto elargito da terzi (Cassazione, 9 marzo 1954, n. 672)...

La mancia è una parte della vincita. La sentenza n.1776 del 18 maggio 1976 della Sezione Lavoro della Suprema Corte di Cassazione, a proposito della mancia al croupier, recita: “ Il sistema mancia è retto da un uso normativo - si ricava dall’indirizzo  consolidato della giurisprudenza dal 1954 – tanto consolidato quanto idoneo ad assumere un ruolo di fonte secondaria del regime giuridico proprio del particolare rapporto che obbliga il giocatore vincente ad elargire una parte della vincita al croupier e questi a ripartirla con gli altri addetti e il gestore... L’art. 3 del Decreto n.314 del 1997 ha statuito che le mance di cui trattasi sono reddito di lavoro dipendente e sono soggette ad imposta sul reddito delle persone fisiche per il 75 percento dell’importo percepito nell’anno. Lo stesso importo è soggetto a contribuzione pensionistica da parte del datore di lavoro e a relative ritenute da parte del lavoratore dipendente.

Per quanto riguarda la suddivisione in base ai giochi svolti, e mi riferisco esclusivamente al cosiddetto “personale tecnico” trovo che la scelta non sia il massimo per quanto alla organizzazione della produzione, bene inteso a mio parere.
Probabilmente sarà meno facile organizzare l’apertura dei tavoli o, in ogni caso, potrebbe essere fonte di lamentele in  relazione alle mance. Spero sinceramente di sbagliare.

In diverse occasioni ho scritto di impiegati “multifunzionali” quale tramite per adeguare l’offerta alla domanda che, a ben riflettere, è un mezzo per offrire un servizio alla clientela a costo zero e, in aggiunta, una modalità produttiva mirata, certamente non da sola, alla fidelizzazione del cliente.
Si può legittimamente pensare che l’attuale offerta di gioco, terminato il periodo concordatario, verrà ampliata e ci sarebbe già da domandarsi in quale modo e a quali prodotti rivolgersi. Se si tratta di giochi che oggi non sono presenti sarà necessario o, forse, indispensabile studiare una forma di ripartizione diversa da quella scelta oggi. Non mi pare, salvo critiche ben accette, di aver esagerato e, in ogni caso e senza entrare nella modalità di ripartizione, ho cercato di esporre alcune osservazioni che, naturalmente, mi sono venute alle mente leggendo l’articolo cui faccio riferimento.

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