Mi sento più un pungolo che un esperto, ma a leggere attentamente quanto segue, forse, un pochino di ragione me la dovete concedere.
Regio decreto legge in data 22 dicembre 1927, n.2448
Visto l’art. 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926 n.100;
Ritenuta la necessità assoluta e urgente di provvedere;
Sentito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del capo del Governo, Primo Ministro, Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’interno;
Abbiamo decretato e decretiamo:
Art. 1. È data facoltà al Ministro dell’interno di autorizzare, anche in deroga alle leggi vigenti, purché senza aggravio per il bilancio dello Stato, il comune di San Remo ad adottare tutti i provvedimenti necessari per poter addivenire all’assestamento del proprio bilancio e all’esecuzione delle opere pubbliche inderogabili.
Mi fermo all’art.1 senza citare gli altri e neppure il decreto di conversione in legge.
L’articolo 19 del decreto legge n.318 del 1 luglio 1986 convertito in legge n. 488/86, dal titolo: Entrate speciali a favore dei comuni di Sanremo e Venezia, recita al comma 1: “Le entrate derivanti ai Comuni di Sanremo e Venezia alle gestione di cui al Rdl 22 dicembre 1927, n.2448 convertito dalla L. 27 dicembre 1928 n.3125, nonché al Rdl 16 luglio 1936, n. 1404 convertito dalla L. 14 gennaio 1937 n. 62, sono considerate, fin dalla loro istituzione, entrate di natura pubblicistica da classificarsi nel bilancio al titolo I, entrate tributarie. Non si da luogo al rimborso delle imposte dirette già pagate”. È abbastanza agevole comprendere, al di là di motivazioni di carattere affettivo che non mi pare il caso di richiamare anche se esistono, il perché della mia insistenza sul futuro possibile del Casinò di Sanremo.
Chiaramente non intendo parlare e scrivere di politica partitica ma solo ed esclusivamente di politica produttiva mirata ad incentivare la qualità e non solo la quantità dei proventi che la casa da gioco versa al Comune.
Come abbiamo visto si tratta di entrate tributarie che vengono impiegate per venire incontro alle necessità della cittadinanza, in buona sostanza, come è stato sempre fatto ma in modo più sostenuto; il che è, a mio avviso, possibile.
Non manca nulla se non, credo, la volontà di provare e la concreta possibilità di riuscita senza farsi troppo influenzare dai costi: il ritorno di un modesto investimento non può che avere un sicuro ritorno se ben indirizzato.
Certamente non possiamo dimenticare che, come tutte le entrate con la natura giuridica tributaria, quelle in discorso necessitano di professionali controlli in due fondamentali direzioni.
Da un lato quello del concedente mirato alla regolarità del gioco che gli compete, credo, per le disposizioni di legge vigenti e uno identico da parte del gestore per una evidente uniformità di intenti iniziale. Quest’ultimo non dovrebbe limitarsi al controllo del trend della domanda con la specifica finalità volta all’adeguamento dell’offerta alla domanda, ma anche alla ricognizione sulla scorta del costo del lavoro, quindi alla resa effettiva, dei necessari accorgimenti atti ad allungare i periodi positivi ed accorciare quelli negativi.
Ecco sorgere l’intervento della parte pubblica con la diversificazione tramite manifestazioni e intrattenimenti similari.
Non mi pare il caso, come qualcun altro ha scritto e sono d’accordo, di ritornare a manifestazioni particolari e molto onerose o scopiazzare qualche festival all’estero; tutti possono rammentare i periodi dei gala con gare di chemin de fer e gli incontri in omaggio alle cucine regionali che tanto successo hanno registrato.
Certamente non mancheranno le idee per interessare giocatori e non che forse lo diverranno, sicuramente tutti o quasi conoscono che pochi servizi e a costo zero concorrono a incentivare la presenza di giocatori: il beneficio ottenibile dalla multifunzionalità del personale di gioco.
Questo particolare percorso di carriera consente, da una parte l'effettiva capacità di adeguare l’offerta alla domanda in tempi brevissimi e dall’altra l’acquisizione di una elevata professionalità quale conseguenza della premialità retributiva.
La sperimentazione precedentemente accennata non è una novità assoluta nelle case da gioco e in altre realtà produttive ne abbiamo constatato l’esistenza, prima nei supermercati poi nelle banche.
Ho fatto una veloce ricerca relativa a giochi che non sono più in programma e lo chemin de fer sino al 2010 è rimasto in esercizio discretamente, sino al 2009 il trente et quarante, nel 2019 una sperimentazione del Sic Bo. Il punto banco non pare aver molto successo. Non mi pare si possa dire che manchi la voglia di sperimentare!
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2003
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2004
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2005
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2006
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2007
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Roulette franc.
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18.612.055
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15.608.149
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11.034.446
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11.832.984
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14.952.124
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30/40
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1.495.030
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1.533.979
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811.678
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959360
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910.344
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Chemin de fer
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2.891.285
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2.946.115
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2.566.930
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3.868.755
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3.197.030
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Punto banco cl.
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- 255
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34.247
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58.951
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Fair roulette
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4.266.213
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4.669.358
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4.376.130
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4.324.446
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4.200.855
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Black jack
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1.568.679
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2.071.357
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1.987.160
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2.252.510
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2.144.640
|
Punto banco
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1.579.360
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1.710.035
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1.618.096
|
1.618.096
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1.790.484
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poker
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1.399.834
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1.388.112
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1.295.487
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529.808
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113.952
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Poker card
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25.386
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792.442
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1.759.698
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Dice roulette
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- 5.587
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Hold’ Em
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66.623
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Poker tornei
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92.519
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slot
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66.276.895
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72.705.600
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63.256.670
|
63.863.301
|
63.426.860
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totale
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98.089.351
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102.632.492
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87.006.230
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90.406.816
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92.625.129
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presenze
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283.415
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281.088
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265.087
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265.752
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254.435
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Eppure un tempo c’era di meglio, allora diamoci da fare!