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Tar riduce sanzione a Google: 'Gioco online su alcuni canali, ordinaria diligenza non sufficiente a capirlo'

07 giugno 2024 - 16:33

Il Tar Lazio ha parzialmente accolto il ricorso di Google Ireland contro Agcom, ridotta la sanzione per la violazione del divieto di pubblicità del gioco.

Scritto da Amr
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È “fondato il profilo di censura con il quale la ricorrente lamenta che non tutti 'i Canali Contestati [hanno] come tematicità il "gioco d’azzardo'” e che dal titolo di alcuni “non si può certo evincere che tali canali siano incentrati sul gioco di azzardo”.
In particolare, da quattro di essi “non emerge alcun riferimento al tema del gioco d’azzardo, con la conseguenza che l’illiceità dei contenuti in essi pubblicati non poteva ritenersi conoscibile da parte della ricorrente con l’uso dell’ordinaria diligenza.”
Riconoscendo la “parziale fondatezza” di questa censura (e invece ritenendo “infondate” o “prive di pregio” altre), il Tar del Lazio, con sentenza, ha accolto “nei limiti di cui in motivazione” il ricorso che Google Ireland aveva presentato contro la delibera con cui l'Autorità garante per le comunicazioni l'aveva sanzionata per 2.250.000 euro per avere violato le disposizioni in materia di pubblicità del gioco previste dal Dl Dignità, rideterminando al ribasso, e dunque in 1.650.000 euro, la sanzione pecuniaria stessa.

Google Ireland era stata ritenuta responsabile, in quanto titolare del mezzo di diffusione dei video pubblicati da soggetti terzi e con i quali aveva specifici contratti di partnership commerciale e che promuovevano slot-machine, gioco d’azzardo, scommesse sportive e gratta e vinci.
Nel ricorrere al Tar contro la sanzione pecuniaria, Google Ireland aveva sostenuto di aver “dato prova della propria buona fede e di un comportamento responsabile, facendo tutto quanto in suo potere per evitare la diffusione di messaggi pubblicitari sui giochi d’azzardo” anche se, osserva il Tar, “nella vicenda in esame, l’impegno diligente che la ricorrente dichiara di aver profuso si è esaurito nella mera previsione del divieto di cui si discute nel 'le Norme sulla vendita di prodotti e servizi regolamentati o illegali', nel 'le Norme Pubblicitarie di Google e [nel]le Norme della Community'.

Invece, osserva ancora il Tar, Google Ireland “si è, tuttavia, astenuta dal dotarsi di qualsivoglia sistema di rilevazione al fine identificare i contenuti illeciti eventualmente pubblicati dagli utenti aderenti al 'Programma Partner di YouTube': come affermato dalla stessa ricorrente, infatti, né in sede di domanda di adesione al “Programma Partner di YouTube”, né dopo che il creator abbia ottenuto lo status di 'Ppy' viene effettuata “alcuna verifica legale sulla conformità con le leggi locali” (eccettuata l’unica ipotesi che sia intervenuta una “segnalazione rispetto ad uno specifico contenuto”), neppure nei casi, come quelli in esame, in cui la stessa denominazione del canale ('Gratta e Vinci Debora', 'Queen Italia slot da bar', 'Grattolini della Maga Ciriciala', 'Gratta e Vinci Game', 'Gratta il Grattino', 'Gratta e Vinci Luca', 'ExeSlot', 'Gratta e vinci Sacchetto o Scherzetto?', 'Mike & team Slot', 'MiKe slot is show', 'Gratta e VinciLucky Il Milionario') lasci chiaramente emergere come la “tematicità del canale” sia incentrata su argomenti relativi a giochi con vincite in denaro.”

Pertanto, a Google - che all’atto di adesione dell’utente al programma “Partner di YouTube” comunque attua, ad altri fini, una forma di controllo (denominata “processo di revisione”) - può essere rimproverato di “non avere adottato, in occasione della suddetta adesione, alcun sistema di rilevazione e monitoraggio (quantomeno) in presenza di canali aventi un tema che evoca inequivocabilmente il gioco d’azzardo, come tali potenzialmente “a rischio” di veicolare contenuti idonei a promuovere e pubblicizzare attività di gioco e scommesse con vincite in denaro.”
Ma non, appunto, per i canali dal cui nome non si poteva capire che si trattassero di gioco d'azzardo.

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