Baretta: 'Un piano per valorizzare Venezia'
Pierpaolo Baretta lascia il consiglio comunale di Venezia ed esprime i suoi auspici per il futuro, anche politico, della città.
Per Pierpaolo Baretta, già sottosegretario all'Economia con delega al gioco, è arrivato il momento di lasciare "con molto dispiacere, il consiglio comunale di Venezia", di cui è stato componente in quota Pd e fortemente attivo e attento anche in merito alle tematiche attinenti il Casinò.
Ma, come scrive in un editoriale pubblicato sulla rivista "Riformismo e solidarietà", "Ho sempre partecipato con impegno ai lavori del consiglio. Ma dopo aver assunto l’incarico di assessore al comune di Napoli ho dovuto prendere atto che non potrò più garantire la stessa assiduità. E i cittadini hanno diritto invece a rappresentanti disponibili al massimo delle loro possibilità, in grado di tenere con il territorio un legame forte e costante.
Ho atteso la elezione del Consiglio della città metropolitana e la conclusione dei congressi del Partito Democratico per formalizzare le dimissioni e, ora, voglio ringraziare e salutare davvero tutti: amici, colleghi, interlocutori, avversari".
Dopo aver spiegato le motivazioni che l'hanno spinto ad occuparsi del bilancio del comune di Napoli, Baretta afferma: "Peraltro, a Venezia il mio tempo elettorale è scaduto e il compito che mi ero ripromesso era quello di contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente. Le scelte congressuali del Pd veneziano hanno avviato il rinnovamento. La squadra c’è. Auguro al nuovo gruppo dirigente di giocare al meglio la grande partita del futuro.
La politica non è solo passione, soddisfazioni e delusioni; è prima di tutto servizio. E può succedere di essere chiamati a svolgerlo dove è più urgente e necessario. Come cantava John Lennon, 'la vita è quello che ti succede mentre sei impegnato in altri progetti'".
Baretta espone dunque alcune riflessioni su Venezia e il suo futuro.
"La maggioranza che governa la città, purtroppo, non ha colto il segno di apertura che le opposizioni hanno dato sin dal primo consiglio comunale, votando la mozione sul rifinanziamento della Legge speciale, e poi ha snobbato la proposta, ufficialmente avanzata dall’opposizione, di avviare un percorso condiviso sul Pnrr.
La maggioranza ha scelto, per tutto quest’anno, la totale chiusura al dialogo e ha gestito i lavori consiliari con supponenza e autoreferenzialità, sino ad attaccare personalmente i consiglieri di opposizione, davvero con troppa frequenza. Peccato.
I mancati risultati proprio sui grandi temi (Legge speciale, Pnrr, Agenzia per la Laguna, crociere…) dimostrano tutta l’inefficacia politica e la miopia di questo metodo.
Forse non poteva che andare così, vista l’ostinazione con cui la maggioranza continua a pensare di essere autosufficiente e di poter governare da sola i problemi di straordinaria complessità che Venezia deve affrontare. Una maggioranza, peraltro, che manifesta un’unità formale mentre le sue componenti covano sotto la cenere e separatamente una gran voglia di rivincita.
L’impegno nazionale del sindaco ha completato il quadro: Venzia ha bisogno di una guida costante e lungimirante!
Il punto è che dietro il lustro della rilevanza internazionale – rendita di posizione importante e da salvaguardare – Venezia vive difficoltà cui bisogna far fronte con una coraggiosa strategia e non affidandosi a un illusorio attivismo quotidiano.
La città storica invecchia, si spopola in maniera esponenziale e progressivamente si riducono i servizi necessari alla vita quotidiana per gli abitanti che rimangono. Marghera non riparte e il suo futuro green è ancora oggetto di convegni più che di progetti. Murano è in agonia. Il futuro del porto è in bilico nello storico dibattito tra salvaguardia e sviluppo, senza che si proponga, da entrambe le parti, una strategia compatibile. Piazza Ferretto non è più il centro commerciale che molti ricordano, cuore pulsante di una città in sviluppo; semmai rappresenta il confine tra la parte residenziale (via Garibaldi, Carpenedo) e l’altra sempre più fuori controllo (via Piave e dintorni, fino a Marghera). E, come se non bastasse, si accentua la separazione tra mestrini di prima generazione e le comunità di origine straniera, che si stanno chiudendo in vere e proprie banlieue".
E sottolinea: "Venezia sopravvive di turismo, ma senza distinguere tra turismo di qualità e turismo mordi e fuggi. Mentre dilaga silenziosamente un fenomeno sostanzialmente ignorato, ma tra i più preoccupanti: la diffusa espropriazione economica e finanziaria della città (vedi la pervasività cinese nelle attività commerciali, più volte segnalata nei rapporti della Guardia di Finanza).
Ovviamente, tutti conosciamo le potenzialità straordinarie di Venezia. Ma serve un piano che le valorizzi e una classe dirigente che le promuova.
Questi processi vanno governati. Il sindaco si trincera dietro la mancanza di poteri (in parte è vero). Resta il fatto che, agendo solo sul presente, si possono anche vincere le elezioni, ma certamente si deprime una via d’uscita in prospettiva.
Recentemente la pandemia ha stimolato una riflessione sul modello di sviluppo, si sono alzate molte voci, ma non si intravede ancora una capacità collettiva, una voglia di reagire insieme…
Le molte istituzioni, Fondazioni ed Associazioni presenti devono far fronte comune con le categorie economiche e le forze sociali e diventare motori di sviluppo.
Venezia priorità nazionale. Questo resta l’obiettivo. Che si raggiunge se a Roma e a Bruxelles si avverte che è davvero questo ciò che Venezia vuole. E se lo vuole tutta insieme. Una convergenza che finora è mancata, nonostante la notevole quantità e qualità di risorse ricevute negli ultimi anni dai governi di cui anch’io ho fatto parte".
In conclusione, Baretta sottolinea: "Il tempo passa e al termine di questo mandato amministrativo, tra poco più di tre anni e mezzo, se non prima, si aprirà una fase nuova della politica cittadina. E si aprirà per tutti: maggioranza, opposizione e società civile.
Anzi, si è già aperta. Nuovi programmi, nuovi schieramenti e nuove alleanze sono necessari per assicurare un buon governo alla nostra città. E nuovi leader! Spetta a loro farsi avanti da protagonisti, spetta a noi sostenerli".