Campionesi curati in Svizzera, Mazzoleni (Lega): 'Costi non ricadano sul Ticino'
La Lega dei ticinesi vuole chiarimenti sul costo da sostenere per i cittadini campionesi che si curano nel Cantone.
Scritto da Amr
L'annullamento da parte del Tar delle delibere della Regione Lombardia sul pagamento dell'assistenza sanitaria dei cittadini italiani residenti a Campione d'Italia che si recano in Svizzera, con la conseguenza che si torna al regime precedente, suscita interrogativi anche nel Canton Ticino. In particolare, è la Lega dei ticinesi a rivolgere un'interpellanza al Consiglio di Stato (vale a dire l'organo di governo del Ticino) nella quale si cerca di capire se esiste la possibilità che questo regime precedente non possa avere delle ricadute negative sulle casse pubbliche del Ticino.
A presentarla come primo firmatario è il granconsigliere Alessandro Mazzoleni, che chiede al governo ticinese "a che punto si trovano le trattive con la Regione Lombardia per porre a beneficio del nostro sistema sanitario i cittadini dell’enclave Campione d’Italia", se in queste trattative "partecipano anche i rappresentanti dell’Ufficio federale preposto" e se "il gruppo di lavoro in questione ha preso debitamente in considerazione la situazione in cui un cittadino dell’enclave non corrisponde il tributo assicurativo dovuto". Mazzoleni interroga anche per sapere se è "previsto che anche questi casi rientrano 'nell’usuale' cerchia dei morosi a carico delle finanze cantonali" e se "con la Regione Lombardia si è valutato di costituire un fondo a garanzia dei costi che si potrebbero generare a carico del nostro Cantone per la gestione dei cittadini italiani morosi".
LE PREMESSE - In premessa, il consigliere della Lega dei ticinesi ricorda di avere appreso che nel contesto delle trattative volte a definire “la forma sperimentale di assistenza sanitaria ai cittadini di Campione nelle strutture ticinesi”, ai rappresentanti dell’esecutivo Italiano il governo ticinese ha confermato la sua disponibilità a trovare una soluzione e che con la verosimile approvazione del Ministero degli affari esteri e cooperazione internazionale e del Ministero della salute la Regione Lombardia vede perlomeno di buon occhio che l’incasso della compartecipazione alla spesa sanitaria per il tramite del tributo personale avvenga per il tramite della nostra istituzione LaMal. "Quanto precede risulterebbe a maggior ragione confermato in considerazione della più recente sentenza che è stata emanata dal Tribunale amministrativo regionale lombardo.
In proposito il nostro Governo sembrerebbe già essersi dichiarato disponibile ad una trattativa anche se la competenza per un dialogo in questo ambito risulterebbe piuttosto a livello federale che cantonale; tutto ciò pur non nascondendo qualche perplessità nonostante diversi cittadini dell’enclave già risultano assicurati alla nostra istituzione LaMal". Nell'evidenziare le perplessità emerse in Ticino circa l’auspicio che a riscuotere il tributo, per quanto volontario, a carico dei campionesi, sia la Svizzera tramite l’istituzione comune LaMal, Mazzoleni e gli altri firmatari dell'interpellanza sottolineano di condividere "le perplessità del Consiglio di Stato. Se anche l’Ufficio federale preposto intervenisse per regolare la situazione ed in particolare confermando le modalità per l’incasso del tributo tramite la LaMal, delle ricadute potrebbero infatti comunque tornare a carico del nostro Cantone.
Non va infatti dimenticato che se un assicurato non corrisponde il tributo domandato per l’assicurazione quest’ultimo rientra nella cosiddetta cerchia degli assicurati morosi. I Costi di quest’ultima cerchia di cittadini, che nel nostro Cantone salvo errori nel 2021 contava già oltre 24.000 unità, ricadono integralmente a carico dei nostri contribuenti. Non solo i ticinesi si vedrebbero quindi obbligati a finanziare ulteriori sussidi per le Casse malati bensì pure rischiano di dover assumere ulteriori costi per nuovi casi di morosi. Anche se a dettare le regole del gioco risulterebbe l’Ufficio federale preposto, le eventuali ricadute finanziarie rischiano quindi di riversarsi unicamente sul nostro Cantone", un'eventualità che preoccupa "seriamente" la Lega dei ticinesi.