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Casinò a Porto Vecchio, Trieste ci riprova

30 gennaio 2025 - 11:08

Un gruppo di triestine torna a proporre la realizzazione di un casinò a Porto Vecchio, trovando un primo riscontro positivo da parte del sindaco.

Scritto da Amr
Il castello di Miramare a Trieste, foto di Daniele Bucciarelli su Unsplash

Il castello di Miramare a Trieste, foto di Daniele Bucciarelli su Unsplash

L'idea non è nuova di zecca e vanta precedenti anche nel 2012, quando Claudio De Eccher, concessionario con Maltauro dell'antico scalo, aveva pensato (e proposto) anche un casinò per il recupero del Porto Vecchio di Trieste.
A rispolverare l'ambizione della meravigliosa città di frontiera ad avere un proprio casinò e a non accontentarsi di quelli che si trovano nella vicinissima Slovenia è un “gruppo di triestine appassionate di gioco d'azzardo” che hanno avanzato al quotidiano online Trieste Cafe e al suo direttore Luca Marsi una proposta destinata a far discutere: la creazione di un maxi casinò nel cuore del Porto Vecchio di Trieste. Come detto, seppur nuova nei promotori, l'idea affonda le sue radici almeno 40 anni fa, quando già la Lista per Trieste aveva proposto una visione simile per la città.
Le promotrici sottolineano che un casinò di questa portata non solo rilancerebbe l’immagine internazionale di Trieste, ma offrirebbe anche un’opportunità per generare ingenti entrate economiche. "Un progetto di questo tipo," spiegano, "non deve essere visto come un semplice luogo di gioco, ma come un motore per attrarre turismo, eventi e investimenti internazionali."
Secondo le proponenti, parte dei guadagni potrebbe essere reinvestita in settori strategici, come il sociale, le scuole, le infrastrutture e la manutenzione delle strade.
Come sempre, e non solo in Italia, la proposta di un casinò è divisiva per il territorio di riferimento, tra chi ne sottolinea i vantaggi in termini turistici, occupazionali ed economici, e chi invece guarda più alle ricadute sociali, ai rischi di criminalità associata o, con piglio pratico, alla concorrenza già esistente (in questo caso nella vicina Slovenia) da fronteggiare.

Non fa dunque eccezione Trieste, il cui sindaco Roberto Dipiazza, sempre imtervistato da Luca Marsi, prende posizione favorevole. Ma con un importante e fondamentale distinguo: “Si dovrebbe cambiare la legge per aprire i casinò. Se il governo dice ok, io sarei favorevole”, afferma a ragione il primo cittadino, visto che i casinò italiani esistenti sono stati aperti grazie a leggi che derogano alle norme del codice penale che vietano il gioco d'azzardo, e dunque per aprirne uno servirebbe una legge.
Dipiazza sottolinea poi: “"Abbiamo la Francia piena di casinò, la Svizzera piena di casinò, l'Austria piena di casinò sui confini, la Slovenia piena di casinò – inutile che vi parli di Nova Gorica – e anche sui confini nostri basta arrivare a Rabuiese. In Italia invece ne abbiamo due o tre” , o per maggiore precisione quattro: Campione d'Italia, Sanremo, Saint Vincent e Venezia.
Vedremo se questo nuovo slancio verso un casinò a Trieste avrà seguito: certamente il percorso sarà lungo e non potrà che passare lungo la strada governativa e/o parlamentare.

LA LOCATION - Il Porto Vecchio di Trieste, come si legge nel sito dedicato, fu costruito per volontà dell’Impero Austro-ungarico tra il 1868 e il 1887 dopo una ampia fase progettuale che ebbe origine da un concorso bandito dal Governo di Vienna nel 1863.
Il Porto Vecchio copre un’area di circa 617.000 mq. Estendendosi dallo sbocco del Canale di Ponterosso all’abitato periferico di Barcola. L’area comprende 5 moli (0; I; II; III e IV), 3.100 metri di banchine, 23 grandi edifici tra hangar, magazzini ed altre strutture ed è protetto da una diga foranea. E’ altresì collegato con la vecchia ferrovia (1857).

Ecco il video dell'intervista che Luca Marsi ha fatto al sindaco Dipiazza.

 

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