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Caveri: 'Casinò St. Vincent, dopo scelte draconiane verso il futuro con fiducia'

18 ottobre 2022 - 10:34

L'assessore alle Partecipate della Regione Valle d'Aosta, Luciano Caveri a tutto campo sul Casinò di St. Vincent, tra esperienze personali e come rappresentante della proprietà.

Scritto da Amr

"75 anni sono molti e personalmente ho vissuto una parte di questa storia della casa da gioco. Fu mio zio Severino Caveri nel 1947 ad applicare il decreto regionale che aprì la Casa da gioco e fin da bambino, con i miei genitori che erano amici del più importante dei soci della Sitav, il Conte Gabriele Cotta, ebbi modo di vivere alcuni aspetti - certo non il gioco! - del Casinò".
Lo racconta a Gioconews.it Luciano Caveri, assessore alle Partecipate della Regione Valle d'Aosta, che prosegue nel suo amarcord dei primi 75 anni di vita della casa da gioco valdostana, il Casinò di St. Vincent: "Ad esempio ogni anno c’era un bellissimo Carnevale dei bambini e una festa di Natale. Da giovane giornalista in erba ebbi la gioia nel 1978 di vincere il Premio di giornalismo del Casinò nella sezione giovanile. Questo premio, come le Grolle d’oro del Cinema italiano, il Premio dell’Economia e le molte iniziative culturali organizzate dal grande Jader Jacobelli, hanno reso importante Saint-Vincent e in molti ricordano ancora il Disco per l’Estate, grande manifestazione canora".

Da rappresentante della proprietà della struttura, Caveri aggiunge: "Il Casinò nacque per alimentare le casse regionali e questo fu molto importante agli albori dell’autonomia valdostana, quando le casse regionali erano vuote e bisognava uscire dal periodo bellico. Questo denaro è stato utilissimo e la Casa da gioco è stata una vera e propria industria che ha impiegato migliaia di persone con un indotto importante per tutta la Valle".

Venendo a tempi più recenti, Caveri spiega: "La crisi degli scorsi anni ha obbligato a scelte draconiane di risparmio, dopo anni d’oro. Oggi si respira fiducia, malgrado le ulteriori ferite inferte dalla pandemia proprio agli esordi del concordato che ha evitato il fallimento. Bisogna guardare avanti e pensare al futuro, compresa la possibilità di una gestione privata con la Regione automa che mantenga ovviamente nelle sue mani la preziosa concessione", conclude.

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