Di Matteo: 'Ebitda positivo anche nel primo semestre 2018'
L'amministratore unico del Casinò di St. Vincent, Giulio Di Matteo, anticipa alcuni dati di bilancio 2017 e sull'andamento 2018.
"L'Ebitda del primo semestre della società di gestione del Saint Vincent Resort & Casino ha un valore positivo di 1,5 mlioni di euro e contiamo che a fine anno raggiunga una cifra oscillante tra i 4 e 5 milioni di euro. Confermo inoltre che quella del 2017 è di circa 2 milioni di euro, un risultato che non dipende solo dai tagli al costo del lavoro operati grazie all'accordo siglato con le Ooss il 10 luglio dello scorso anno, visto che la maggior parte delle disposizioni previste nello stesso sono diventate effettive solo dal 1° gennaio 2018, per un risparmio che ammonterà a circa 5,5 milioni di euro". Lo afferma l'amministratore unico del Casinò di Saint Vincent, Giulio Di Matteo, nell'audizione in commissione, comunicata oggi 25 luglio in Consiglio Valle e che ha fatto seguito a quella delle organizzazioni sindacali.
"Nel 2017 la società ha avuto maggiori ricavi per 1,2 milioni di euro. Quanto alle previsioni del piano, in termini di incassi, di discostiamo di una percentuale tra il 3,8 e il 4 percento, il che significa in termini assoluti 2 milioni di euro", aggiunge Di Matteo, che sottolinea come "l'aggiornamemento del piano approvato lo scorso anno non vada visto come uno stravolgimento totale, ma si tratta di un'operazione di manutenzione che deve registrare fatti imprevisti o imprevedibili occorsi in questi mesi".
Quanto all'esposizione bancaria, l'Au ricorda come il bilancio 2016 (allora non era ancora stati nominato) si fosse chiuso con una perdita di 46 milioni di euro: "Ovvio che una società che ha un rating così di sicuro non trova direttori bancari che la aspettano a braccia aperte" e che fin dal primo momento della sua attività "le banche avevano iniziato a rappresentare l'esigenza di avere una maggiore vicinanza da parte del socio, sollecitado anche un accordo con le Ooss, ciscostanza poi avverata a luglio del 2017".
Di Matteo evidenzia: "Attualmente abbiamo fidi per 11,3 milioni di euro e non più 30. Questo vuol dire che le banche hanno cominciato a rappresentare che c'era una necessità di consolidamento. La banca che ha aperto una situazione di effetto domino non positivo per noi è stata Carige, che per vicende proprie e per notizia di stampa ci ha chiesto un primo rientro, parliamo di 3 milioni di euro. Questo effetto domino si è propagato su due istituti di credito".
Inoltre, "La nostra non è una società qualsiasi ma si presenta con un braccio legato dietro alla schiena, quello del patrimonio. Il nostro disciplinare introduce una mano morta in capo alla Regione che per disciplinare ha l'esclusiva disponbilità degli immobili. La società non può concedere un'ipoteca su nessun immobile".
Nonostante le difficoltà, Di Matteo sottolinea come l'accordo di luglio abbia non solo scongiurato i 264 licenziamenti, ma "segua una linea che riduce il rapporto tra ricavi e costo di lavoro, prima era pari a 74, ora 52, e ci sono misure strutturali per far sì che in cinque anni si raggiunge l'obiettivo di portarlo al 50 percento.