Lombardia al voto, i prossimi 12 e 13 febbraio, e sono dunque invitati a recarsi alla urne anche i 1.157 elettori residenti a Campione d'Italia, cui si aggiungono i 1.771 iscritti Aire.
Un appuntamento molto atteso e anche in questa campagna elettorale è grande l'attenzione riservata dai candidati a Campione d'Italia, viste le sue mille peculiarità (dall'essere una exclave in territorio svizzero alla presenza di un casinò, passando per la recente inclusione nel territorio doganale dell'Unione europea) e le tante vicissitudini della sua storia recente.
A fare il punto su quello che è stato e quale sarà il suo impegno per Campione in questa situazione di particolare difficoltà dovuta all'entrata in vigore della direttiva che include l'enclave nel territorio doganale dell'Unione europea è Alessandro Fermi, attuale presidente del consiglio regionale della Lombardia e di nuovo candidato alle regionali nelle fila della Lega.
“Innanzitutto una piccola premessa. Io sono molto legato a Campione d'Italia: una tra le mie prime candidature ed esperienze in consiglio provinciale fu nel collegio che comprendeva Campione, una quindicina, ventina di anni fa. Ho dunque avuto la fortuna di conoscere la realà di Campione, mi ci sono affezionato e sono rimasto legato sia a Campione che ai campionesi. Resto dunque infastidito quando leggo commenti fatti da gente che non conosce appieno la realtà di Campione, un comune che non può essere paragonato a nessun altro della provincia di Como.
Venendo alla sua domanda, per quanto riguarda l'entrata di campione nel territorio doganale dell'Unione europea è chiaro che ci sarà un lavoro complicato da fare e che la situazione attuale non è ancora competamente definita. L'ingresso sta creando ancora problemi e appena la scorsa settimana abbiamo avuto un incontro in Regione Lombardia rispetto al tema dello smaltimento dei rifiuti. Stiamo cercando di aiutare e sistemare ogni piccola questione. Il vero tema che oggi si pone è che ogni piccola criticità richiede un complicato scambio tra Italia e Svizzera. Se si rompe una tubatura di scarico, un tempo serviva un'ora di lavoro per ripararla, ora occorre uno scambio di corrispondenza tra Berna e Roma. Bisogna dunque in maniera veloce stipulare dei protocolli che consentano di rendere questa situazione normale e compatibile con la realtà campionese”.
Per quanto riguarda la questione sanitaria, quale sarà l'impegno che la Regione potrà profondere in merito alle specifiche esigenze dei campionesi e tenendo conto del pregresso?
“L'accordo preesistente in materia sanitaria non reggeva più rispetto ai numeri e nell'affrontare la vicenda ci sono state delle tensioni ma infine sono stati smussati gli angoli e oggi è stata costruita una situazione che sta funzionando bene. Oggi l'obiettivo è di rendere questa situazione non più sperimentale, ma di darla una prospettiva di medio-lungo periodo. Questo passaggio potrebbe avvenire già entro la fine del mese di gennaio e potrebbe rappresentare un buon risultato per i campionesi, un giusto equilibrio tra le esigenze dell'enclave e la necessità di contenere i costi. Dopo un periodo inevitabile di aggiustamento, si è trovata una soluzione che può stare in piedi, strutturalmente, almeno con un margine di medio periodo”.
Lei ritiene che la riapertura del Casinò abbia segnato un momento di ripresa per l'enclave e cosa auspica per il futuro dell'enclave, la cui economia in passato è stata unicamente basata sulla Casa da gioco?
“Ovviamente il Casinò è sempre stato un punto di riferimento e credo che la sua riapertura sia positiva, ma credo anche che Campione possa essere molto di più e mi auguro dunque che temi come quello turistico, i collegamenti con la Val d'Intelvi e con Lugano siano opportunità che saranno prese in considerazione. Una volta che sarà sistemata questa fase di criticità, auspico che Campione rimanga, sì, il paese del Casinò, ma che non sia solo quello. Infatti, può mettere in campo risorse su idee e progetti una volta stabilizzata la situazione economica e gestionale. Non deve limitarsi a essere il paese del Casinò ma deve provare a costruire un'immagine, anche collegata a esso, ma che possa sfruttare il tema turistico anche sul territorio dell'Insubria”.
Per quanto riguarda invece i problemi del Comune, alle prese con la questione dellla bocciatura del suo piano di riequilibrio finanziario pluriennale, che cosa commenta?
“Fare il sindaco è qualcosa di complicato e di assorbente e quindi tutti coloro che scendono in campo per amministrare un paese vanno ringraziati. A Campione d'Italia questo vale ancora di più e mi rendo conto di quanto sia complicato amministrare il paese. Il mio auspicio è che si riescano a sistemare le vicende ancora aperte, nell'interesse di Campione e dei campionesi”.