Annunciato nei giorni scorsi, è stato infine depositato all'Assemblèe nationale francese il disegno di legge governativo "de financement de la sécurité sociale pour 2025" e che punta a trovare finanziamenti proprio nel settore del gioco, e aumentando dunque la tassazione a loro carico.
Certo, un duro colpo per i casinò terrestri, oltre duecento quelli attualmente attivi, e che semmai si aspettavano che il governo Barniere legalizzasse i casinò online, visto anche l'alto tasso di illegalità "dot com" che prospera in questo settore, dopo che nella passata legislatura non era stato possibile portare a termine l'iter della proposta di legge del deputato Philippe Latombe.
Il disegno di legge governativo prevede “armonizzazione e il rafforzamento dei prelievi previdenziali” e fissa un'imposta dell'11,2 percento sul 68 percento del prodotto lordo di gioco per i casinò, mentre per la lotteria il contributo sale anche dal 6,2 percento al 9,2 percento dei proventi lordi del gioco d’azzardo nelle reti fisiche e online.
Le scommesse ippiche saranno tassate ancora più: i prelievi del 6,9 percento sulla rete terrestre passano al 10 percento e al 15 percento nella loro versione online. Per le scommesse sportive si passerà dal 6,6 percento al 10 percento per la distribuzione fisica e dal 10,6 percento al 15 percento online. Anche i circoli e il poker saranno interessati.
Viene poi previsto un contributo supplementare da parte degli operatori, fino al 10 percento, la cui base sarà basata su oneri esterni, come i costi pubblicitari, i bonus finanziari (sovrabbondanza di conti, percettori di reddito, ecc.) concessi ai giocatori e servizi esternalizzati come la sponsorizzazione.
Grazie a questo aumento della tassazione, la sicurezza sociale dovrebbe incamerare 500 milioni di euro all’anno.
Il governo giustifica queste misure con la “maggiore crescita” del gioco d’azzardo, che è stato osservato per diversi anni (3,5 percentoper i proventi lordi del gioco d’azzardo nel 2023, che ha raggiunto 13,4 miliardi di euro). Inoltre, l’esecutivo sostiene che tassare la pubblicità potrebbe limitare l’incentivazione al gioco.
LA POSIZIONE DEI CASINO – Nettissima e contrarissima la posizione del sindacato Casinos de France, che già si era fortemente allarmato dalle indiscrezioni di stampa dei giorni passati, evidenziando che il settore dei casinò e dei club di gioco già paga più di 1,5 miliardi di euro all’anno al bilancio dello Stato e degli enti locali, vale a dire un prelievo record pari a quasi il 57 percento del prodotto lordo del gioco (fatturato).
“Partner nello sviluppo economico, culturale e turistico delle comunità locali e protagonisti del turismo balneare e termale, i casinò sono Pmi che creano di valore e occupazione nei territori.
Questo aumento dei contributi previdenziali, combinato con una pressione fiscale già schiacciante, minaccia direttamente 45.000 posti di lavoro che il nostro settore sostiene in 63 dipartimenti. Tutto un ulteriore aumento della tassazione indebolirebbe ulteriormente la redditività dei casinò in Francia, provocando un calo delle entrate fiscali e probabili chiusure di stabilimenti, con
conseguenze disastrose per l’occupazione e le finanze pubbliche locali”.
Già alla vigilia della pubblicazione del testo, che conferma le indiscrezioni dei giorni precedenti, il sindacato francese aveva sottolineato che “oltre ai loro obblighi in termini di ristorazione e intrattenimento, i casinò contribuiscono anche alla vitalità culturale dei territori, in particolare rurali, attraverso l'organizzazione animazione e sostegno ad eventi culturali. I casinò sono un importante datore di lavoro di artisti intermittenti in Francia e attori investiti nella vita associativa dei loro comune attraverso il sostegno finanziario che forniscono”.
Per quanto riguarda i club di gioco a Parigi, “il progetto di tassazione dovrebbe essere puramente e semplicemente firmato condanna a morte. Un nuovo carico fiscale sconvolgerebbe un equilibrio già fragile renderebbero queste strutture economicamente non sostenibili, minacciandone direttamente quasi 1.500 posti di lavoro parigini parigini.
Chiediamo quindi al Governo di riconsiderare questo progetto che porterebbe a conseguenze irreversibili sia nei territori che a Parigi, e ci aspettiamo un dibattito parlamentare che le preoccupazioni del settore dei casinò e l’equità fiscale siano finalmente prese in considerazione
account”, era la richiesta sinora inascoltata di Casinos de France.
Grégory Rabuel, presidente di Casinos de France, aggiunge: “Questo aumento della tassazione peggiorerebbe una situazione già difficile per il nostro settore, il più tassato d’Europa. Abbiamo sofferto per molti anni di distorsioni fiscali e normative della concorrenza, con conseguenti un notevole calo della quota dei casinò nel mercato francese del gioco d'azzardo. Noi stiamo già partecipando allo sforzo nazionale contribuendo con il 57% del nostro fatturato, ben oltre la tassazione di altre attività economiche”.