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In Francia il Senato aumenta le tasse su gioco e casinò

22 novembre 2024 - 16:07

Il Senato francese approva un'Iva più elevata sul gioco e i casinò rispetto a quella prevista dall'Assemblea nazionale. Risparmiate le scommesse ippiche.

Scritto da Redazione

© Jacques Paquier - Sénat-4 / Wikipedia

Figura anche l'aumento delle tasse sul gioco con vincita in denaro nel testo del disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale per il 2025 approvato dal Senato francese nella serata di ieri, giovedì 21 novembre. Ma non per tutti i giochi.  

Il meccanismo adottato prevede in particolare di aumentare dall'11,2 percento all'11,9 percento l'aliquota contributiva dovuta su una frazione pari al 68 percento del prodotto lordo dei giochi automatici nelle case da gioco, e dallo 0,2 percento al 10 percento l'importo del prelievo sul prodotto lordo dei giochi di circolo online.

Nel corso dei dibattiti, un emendamento sostenuto dalla destra ha permesso di limitare all'1 percento, rispetto al 4,4 percento previsto dalla prima versione del testo, l'aumento della tassazione sulle scommesse sportive effettuate online e nei punti vendita. L’obiettivo è preservare le partnership sportive sviluppate da alcuni operatori di gioco, mentre molti campionati sportivi sono stati permanentemente destabilizzati dalla crisi sanitaria. 

L'aumento delle tasse invece non riguarda le scommesse ippiche, visto che per i senatori si tratta di un "settore fragile" che va preservato, anche perché garantisce "occupazione diretta e indiretta sul territorio".

Per la cronaca, la tassazione è stata aumentata anche su “bevande con zuccheri aggiunti” e tabacco, mentre sono stati bocciati gli emendamenti riguardanti cibo e alcol.

Come noto, la legge è stata fortemente osteggiata dai 202 casinò terrestri francesi, che per di più hanno anche dovuto fronteggiare un secondo "affondo" contro di loro da parte del Governo, ossia l'inserimento nel disegno di legge di Bilancio per il 2025 di un emendamento volto a legalizzare i casinò online, attraverso un processo di licenza aperto e non riservato alle strutture fisiche. Dopo la loro alzata di scudi, almeno questo provvedimento è stato ritirato e il Governo ha preferito, in sua vece, aprire una procedura di consultazione con gli operatori.

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