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Nomine al Casinò, Campione 2.0: 'Comune si doti di indirizzi'

07 aprile 2025 - 15:30

Campione 2.0 sollecita il consiglio comunale a deliberare in merito agli indirizzi sulle nomine nella partecipata Casinò.

Scritto da Amr
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Il sindaco di Campione d’Italia Roberto Canesi e il segretario generale del Comune, ciascuno per quanto di competenza, procedano “senza indugio alla tempestiva convocazione del consiglio comunale, ponendo all’ordine del giorno della seduta la sin qui omessa definizione degli indirizzi per la nomina dei rappresentanti del Comune in seno agli organi degli enti controllati, con particolare riferimento alla società 'Casinò di Campione Spa Sb'”.

Questo l'invito che giunge loro dai consiglieri di Campione 2.0 Simone Verda e Gianluca Marchesini che, in una nuova mozione “per delibera consigliare e contestazione”, inviata anche al prefetto di Como, avvertono che “qualsivoglia provvedimento di nomina o designazione se ricadente sotto la normativa” illustrata nella mozione “che fosse assunto anteriormente all’assunzione della predetta deliberazione sarebbe afflitto da illegittimità e, comportando una violazione delle prerogative dei consiglieri comunali, sarebbe oggetto d’immediata impugnazione nelle competenti sedi e di ogni altra tutela di legge”, ma anche che “la persistente omissione della menzionata deliberazione costituisce atto rilevante ai fini di cui all’articolo 141, comma 1, lettera b) e 142, comma 1 del Tuel n° 267/2000 e, quanto meno successivamente al presente atto recante apposita contestazione, potrebbe assumere anche rilevanza in relazione in relazione dal disposto dell’articolo 328 c.p”, come pure che “è espressamente richiesto anche l’intervento istituzionale del Ministero dell’Interno, e per esso del prefetto di Como, in sede di vigilanza sull’amministrazione comunale e per l’attivazione delle procedure di competenza in caso di mancata soddisfazione alle richieste del presente atto”.

La mozione segue quella di sabato scorso e riprende temi d'attualità, ma partendo dalla constatazione che, ai sensi dello Statuto comunale, “il consiglio comunale, nel momento in cui aderisce ad enti, aziende, organismi societari ed associativi, definisce anche le finalità che intende perseguire al fine di orientare l'azione dei propri rappresentanti e che lo stesso organo definisce, anche gli indirizzi per la nomina dei rappresentanti del Comune in seno agli organi di cui al comma precedente”, cosa che si sarebbe dovuto fare nella prima seduta del consiglio comunale dopo le elezioni.
Tuttavia, ricordano Verda e Marchesini, “il Comune di Campione d’Italia, per quanto attiene alla consiliatura in corso iniziata nell’autunno del 2020, non ha ancor oggi provveduto a dotarsi degli indirizzi sopra richiamati, in particolare per quanto concerne la nomina o designazione dei componenti del consiglio d’amministrazione della società controllata 'Casinò di Campione Spa. Sb', per la quale il sindaco o suo delegato hanno però ripetutamente designato i membri del consiglio stesso”.

l tema, come detto, è diventato d'attualità considerando che “è recentemente apparso in vari articoli di stampa che l’attuale presidente del consiglio d’amministrazione della precitata società sarebbe sottoposto ad indagine penale, verificandosi così il caso di preclusione alla carica indicato all’articolo 13, comma 4 dello statuto societario”.
I consiglieri di opposizione rimarcano che “la designazione nella carica del precitato presidente è avvenuta in assenza della come sopra prescritta deliberazione di consiglio comunale sugli indirizzi ed è pertanto da ascriversi esclusivamente ad un provvedimento decisionale di carattere discrezionale di responsabilità del sindaco o suo delegato, o di chi altro abbia partecipato all’assemblea della società ove fu concretata la nomina”. 

Nelle “imminenze dell’attivazione del procedimento amministrativo per la sostituzione del presidente afflitto dalla menzionata preclusione è ora ineludibile che sia preventivamente assolto l’obbligo legale di assunzione della delibera consiliare voluta dal citato combinato disposto di norme di legge e statutarie”, proseguono Verda e Marchesini, secondo i quali “l’omissione di questa deliberazione concreterebbe una indebita lesione delle competenze del consiglio comunale e dei singoli consiglieri, rendendo peraltro così illegittimo qualsivoglia provvedimento di nomina altrimenti assunto”.

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