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La rivoluzione francese dei giochi, Barnier punta a legalizzare i casinò online

22 ottobre 2024 - 17:20

Il governo francese vuole legalizzare i casinò e presenta un emendamento al progetto di legge di bilancio.

Scritto da Amr
Foto di Sung Shin su Unsplash

Foto di Sung Shin su Unsplash

Dopo avere annunciato l'aumento della tassazione per i casinò terrestri, il governo guidato da Michel Barnier è pronto a un'altra “novità” che promette di rivoluzionare il mercato francese: la legalizzazione dei casinò online, allinenando così le regole nazionali a quelle della maggior parte dei paesi dell'Unione europea. Il governo ha dunque presentato un emendamento al progetto di legge di bilancio 2025, che sarà in discussione in Parlamento a partire dalla prossima settimana.

Immediata la reazione dei casinò terrestri, che in verità in passato avevano visto di buon occhio la legalizzazione dei loro omonimi online, ma seguendo il modello belga o svizzero, quindi come naturale estensione delle licenze che essi posseggono e senza dunque aprire il mercato ad altri operatori. 

Una proposta che non pare essere stata ricalcata dall'emendamento governativo, tant'è che, come si legge sul quotidiano economico Les Echos, il presidente del sindacato Casinos de France, Gregory Rabuel, afferma che questa legalizzazione porterebbe alla “chiusura del 30 percento dei nostri stabilimenti”, con 15.000 posti di lavoro a rischio.
Come noto, la Francia consente le scommesse online, ma il gioco d’azzardo nei casinò online è stato vietato, con i governi precedenti che sostengono che il rischio di dipendenza è troppo grande.

Il poker, che viene giocato nei casinò ed è consentito online, rappresenta un’eccezione perché si ritiene che si basi più sull’abilità del giocatore che sulla pura fortuna.

Ma in Francia c’è una crescente offerta di casinò online illegali, che secondo il governo genera fino a 1,5 miliardi di euro ogni anno, ovvero circa il 10 percento di tutte le entrate del settore.
Legalizzando e regolamentando i casinò online, il governo ritiene di poter “limitare l’impatto dei giochi online sulla salute dei consumatori”, con ricadute positive anche sull'erario, visto che potrebbero essere tassati nella misura del 55,6 percento delle entrate lorde.

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