Consiglio Toscana, voto unanime: le ticket redemption saranno vietate ai minori
In Toscana, dopo il sì del consiglio regionale alla proposta di legge del Pd, ai minori sarà vietato giocare con le ticket redemption anche se, come rilevato dagli stessi proponenti, non sono 'ascrivibili al gioco d'azzardo'.
Nonostante gli operatori dell'amusement ripetano ormai da anni, con tanto di studio dell'Università di Roma Tre a certificarlo, che non è dimostrata alcuna correlazione fra lo sviluppo di casi di ludopatia e l'uso di apparecchi da gioco senza vincita in denaro, questi ultimi continuano a essere al centro di interventi legislativi tesi a vietarne l'uso ai minorenni.
L'ultimo caso del genere, dopo quelli relativi a Emilia Romagna, Basilicata e Piemonte, riguarda la Toscana, dove il consiglio regionale, con voto unanime, ha approvato una proposta di legge presentata da alcuni consiglieri del Partito democratico: prima firmataria Anna Paris, a cui seguono le firme di Ilaria Bugetti, Andrea Pieroni, Enrico Sostegni, Federica Fratoni, Andrea Vannucci, Vincenzo Ceccarelli, Elena Rosignoli, Donatella Spadi, Massimiliano Pescini, Cristiano Benucci, Mario Puppa.
L’obiettivo, si legge in una nota diramata dal consiglio regionale, “è quello di combattere la ludopatia, e lo sviluppo di questa patologia, soprattutto tra i giovani, che queste macchinette possono favorire. Secondo i firmatari, se questi congegni, attivabili con moneta, con gettone o altri strumenti elettronici di pagamento, non risultano strettamente ascrivibili al gioco d’azzardo in quanto non erogano premi in denaro e le relative vincite non sono esclusivamente dettate dal caso, possono risultare comunque particolarmente nocivi per i ragazzi”.
L’atto dunque modifica la legge regionale in materia vigente (57/2013), per disciplinare il divieto da parte dei minori dei dispositivi ‘ticket redemption’. Prevede inoltre sanzioni fino a un massimo di 500 euro in caso di inosservanza del divieto e la redazione di un regolamento che detti le norme di attuazione.
“Si tratta di una legge di pochi articoli, ma di grande significato, approvata all’unanimità in commissione da tutti i membri di maggioranza e di opposizione”, ha spiegato il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd), nell’illustrazione all’Aula. “La norma è stata riscritta in modo da superare tutti i rilievi legati alla formulazione del testo e alla clausola di neutralità finanziaria”.
“Si tratta di una misura di prevenzione primaria per i nostri ragazzi”, ha dichiarato la prima firmataria Anna Paris. “Si introduce questo intervento per contrastare un potenziale sviluppo di dipendenza, che può diventare patologica nei minori e avere carattere strutturale nell’adulto. Si tratta di strumenti che introducono una forma di dipendenza sottile, collegata a una gratificazione. Non siamo la prima Regione, arriviamo quarti o quinti, ma si tratta di un provvedimento opportuno per la tutela dei nostri ragazzi”.
Voto favorevole annuncia anche la capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti: “Si tratta di una proposta di legge utile, aggiorna la nostra attenzione su un fenomeno in continua crescita e cambiamento, che soprattutto continua a rappresentare una seria minaccia per i più giovani, ma anche per gli adulti. Il meccanismo che predispone a continuare, ad andare avanti, è il medesimo che si trova all’interno del gioco d’azzardo patologico. Il Movimento 5 stelle ha sempre lavorato contro tutto quello che poteva indurre al gioco d’azzardo, che deve essere considerato come una dipendenza”. La consigliera quindi raccomanda una “attenzione particolare ai controlli”.
Anche la Lega è a favore del provvedimento, ha dichiarato in Aula il consigliere Andrea Ulmi, “che è da vedere nel suo aspetto rivoluzionario, se riusciamo a insegnare ai giovani il rispetto del denaro, a non farsi prendere nel vortice del gioco e a capire che il gioco può far male”.
Un'esternazione che però contrasta con l'essenza stessa dell'amusement, che è appunto puro intrattenimento, pensato per i ragazzi e le famiglie e non azzardo.
E rende evidentemente più manifesta la necessità di definire una volta per tutte la separazione normativa fra gioco con e senza vincita in denaro, come chiesto più volte dagli operatori del settore.
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