Marai (Fee): ‘Amusement mercato ideale ma in Italia è vittima del legislatore’
Roberto Marai, presidente di Faroplay e membro del Consorzio Fee, illustra lo stato del settore dell'Amusement, con attenzione particolare all'Italia.
Londra - “Le fiere di settore sono sempre un momento di ispirazione per noi operatori in quanto consentono di valutare la direzione che sta prendendo il mercato e le potenzialità che è in grado di offrire. Anche se in Italia, tuttavia, dobbiamo sempre fare i conti con la nostra normativa che ancora oggi non ci consente di essere alla parti degli altri paesi, limitando le possibilità di importazione e quindi le vendite nel nostro paese”. A parlare è Roberto Marai, presidente di Faroplay e membro del Consorzio degli operatori dell’intrattenimento Fee, dalla fiera Eag Expo di Londra.
“Nonostante la proroga di un anno consenta oggi di poter continuare a operare ancora per qualche mese nelle sale giochi, il problema è che non è ancora possibile vendere prodotti nuovi sul mercato, almeno finché non viene sciolto il nodo delle omologazioni”, prosegue. “Quello che servirebbe – spiega ancora Marai – è una sanatoria su tutte le macchine già esistenti sul mercato, in modo da poter consentire a tutti i giochi di poter completare il loro ciclo vitale e il loro ammortamento. Dopodiché, per le macchine di nuova importazione o produzione, ha senso introdurre nuove regole, ma queste devono essere applicabili e di buon senso: non come avviene oggi, con la maggior parte dei giochi che non vengono omologati perché contengono ruote o rulli, in virtù di un’interpretazione rigida delle norme che oggi non ha più alcun senso”.
E ora si torna a guardare al confronto con le istituzioni e con il regolatore, anche alla luce dei cambiamenti in Adm. “Negli ultimi mesi abbiamo avuto un confronto proficuo con l’amministrazione che ha consentito di arrivare a interventi correttivi di assoluto buon senso e ora che ci sono nuove figure al vertice, l’auspicio è che si possa continuare su quella strada, per arrivare a ottenere una normativa snella e definitiva che ci consenta di lavorare”, conclude Marai.