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Tredese (Elmac): 'Capacità, conoscenze e competenza. Così Msc ha scelto noi'

10 agosto 2024 - 10:59

Tiziano Tredese racconta l’esperienza della sua Elmac II nello realizzare allestimenti per le grandi navi da crociera.

Scritto da Daniele Duso
Tiziano Tredese - Elmac - Nave da crociera.jpg

Siamo partiti anni fa, quando le navi da crociera ancora potevano arrivare a Venezia”, racconta Tiziano Tredese, titolare della Elmac II Srl e presidente del Consorzio Fee (Family entertainment expo). “All’interno delle navi c’erano i classici giochi ed emergeva l’esigenza di poter avere assistenza in Italia. A quelle grandi navi la fornivamo noi, che eravamo già attivi da tempo. Il nostro rapporto con il gruppo Msc è nato così e quando la multinazionale ha deciso di comprarsi i giochi, ha scelto noi: già ci conosceva e ci eravamo sempre comportati bene. Ecco come abbiamo iniziato questa avventura.”

Il discorso, con Tredese, parte dal tema delle omologazioni italiane, “assurde, troppo restrittive”, e passa per le fiere estere del settore amusement “dove per noi, partecipare, ormai è una beffa”, commenta.

E parlando di estero, soprattutto di Asia e Regno Unito, dove diversamente dall’Italia il settore dell’amusement è una fetta dell’ampia industria del turismo, è inevitabile parlare anche di viaggi e crociere.

Dall’estero (Marocco, Tunisia, Spagna, Polonia e non solo) e dalle navi da crociera arriva ormai il 40 percento del nostro fatturato”, spiega Tredese, “finora abbiamo fatto sette navi da crociera e stiamo preparando la World America. Ovviamente io parlo solo della parte videogame e giochi senza vincita in denaro, dato che la parte slot è tutta un’altra storia.”

La gestione, da parte di Elmac II, è affidata a due persone dedite esclusivamente alle navi, dove i problemi sono spesso semplici, ma complicati da una serie di problematiche logistiche e non solo. “Tutti i giorni ci fermiamo e facciamo la rassegna di dei guai che ci sono in tutte le navi che ci sono in giro per il mondo, dal Giappone all’America. I tecnici di bordo cambiano spesso, in media ogni sei mesi, e noi ci rapportiamo con loro. Quando le navi entrano in Europa per contratto abbiamo 24 ore per partire, raggiungerle, e sistemare ogni problema del gioco.”

Quali possono essere le problematiche?

“Nell’allestimento occorre considerare una serie di caratteristiche, anche logistiche (come l’ampiezza delle porte, l’altezza dei locali) che normalmente in una sala manco verrebbero considerate. Per quanto riguarda l’assistenza, invece, noi gestiamo i guasti classici dei giochi meccanici, specialmente delle ticket redemption, ma in generale tutto ciò che è amusement, quindi anche biliardi e giochi meccanici, per i quali forniamo anche tutti i premi. Per noi è fondamentale avere tutti i ricambi e saper dare tutte le istruzioni a chi è fuori dall’Europa, che sia a Miami, in Giappone o a Dubai, e deve sistemare eventuali problemi da sé.”

Se le chiedessi di svelare il vostro punto di forza?

“Dalla nostra abbiamo capacità, competenze e conoscenze: siamo nel settore da oltre quarant’anni, e sono queste caratteristiche che, al momento, ci portano a dare un servizio che nemmeno aziende molto più quotate, che è molto più grande di noi, riesce a dare.”

L'esempio estero sul tavolo del governo italiano

“Gli affari con l’estero e le navi da crociera vanno bene”, continua Tiziano Tredese, senza celare il suo cruccio più grande: “gran parte dei prodotti che vendiamo e che vengono venduti nel mondo”, spiega, “in Italia non si possono importare a causa di una norma eccessivamente restrittiva e palesemente insostenibile sulle omologazioni dei giochi. Volendo escludere i giochi che montano rulli o ruote, anche se si tratta di giochi comma 7, quindi senza vincita in denaro, ci vengono precluse gran parte delle possibilità di fare business.” E continua spiegando che “è pensando a quanto accade in Cina e nel Regno Unito, dove a seguire il settore dei comma 7 sono i ministeri del turismo e dello sport e della cultura, che ho preso carta e penna e lo scorso anno ho scritto al ministro del Turismo Daniela Santanché.”

La risposta? “Mai arrivata, ma la stessa cosa è accaduta con il direttore generale di Adm, Roberto Alesse. A quest’ultimo, in particolare, io chiedo che mi metta davanti a un loro esperto di giochi, perché ho bisogno di capire come mai i giochi dei quali mi occupo io, che sono di abilità e non d’azzardo, in Italia siano proibiti.” E aggiunge che “Antonio Giuliani, che ha preceduto l’attuale direttrice dell’ufficio Apparecchi da intrattenimento, Elisabetta Poso, ricordo mi disse che, ‘per assioma’, a suo parere, giochi che montano ruote e rulli sono gioco d’azzardo. Ecco, non ci siamo più mossi, siamo rimasti lì, perdendo un sacco di tempo e tantissime opportunità.”

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