skin
Menu

De Vita (Sisal): 'Studio, passione e partecipazione per l’obiettivo zero giocatori problematici'

09 febbraio 2023 - 10:12

Stefano De Vita, responsible gaming & market intelligence director, illustra la strategia sulla sostenibilità di Sisal.

La sostenibilità è alcentro della strategia di Sisal e negli ultimi anni si è consolidata ulteriormente, come leggiamo dall’ultimo Bilancio che tratta proprio questi temi. E sono tanti e molto ambiziosi gli obiettivi per il 2030 su cui l’azienda leader del settore lavorando ormai da due anni: in particolare è interessante capire l’obiettivo “zero giocatori problematici”. 

Lo chiediamo a Stefano De Vita, responsible gaming & market intelligence director di Sisal, fra i protagonisti di uno speciale pubblicato sul numero di febbraio della rivista cartacea GiocoNews (consultabile integralmente a questo link). 

Come lo state affrontando? “Il concetto è apparentemente semplice ma particolarmente complesso da attuare: siamo partiti da noi per perseguire questi ambiziosi goal: abbiamo compreso che dovevamo coinvolgere tutta l’azienda mantenendo una linea comune tra comunicazione, business e sostenibilità in senso stretto. Partendo da questo stiamo tentando di costituire una coscienza aziendale molto forte. E tutto questo si traduce in un coinvolgimento totale e globale sul gioco responsabile con undici tavoli aperti di discussione al nostro interno, ognuno per ogni segmento aziendale, dal retail all’online, allo studio dei comportamenti e  alla conoscenza dei giocatori”. 

De Vita parla di ben duemila ambasciatori del gioco responsabile e della sostenibilità: “Assolutamente sì, sono i nostri manager, i nostri dipendenti, solo da loro può partire il cambiamento del percepito che il nostro settore e i nostri stakeholder hanno. 
L’idea è quella di ambientare il gioco nell’intrattenimento e creare un modello di settore diverso e pensiamo sia possibile. Vogliamo integrare nel quotidiano il gioco responsabile e questo significa ragionare in maniera positiva e cambiare il settore è possibile”.

Focalizziamoci sull’obiettivo di zero giocatori problematici: un traguardo che determina la sostenibilità dell’intero settore. Cosa caratterizza il vostro modello di gioco responsabile e quali attività state implementando per raggiungere questo obiettivo? “Innanzitutto una premessa  - puntualizza -  deve cambiare il settore non una singola azienda. Più lo sforzo è condiviso e più moltiplicheremo le energie. In Sisal, intanto, abbiamo cambiato il paradigma. Prima c’erano una serie di azioni che andavano ad individuare i comportamenti problematici senza comprenderne, però, le ragioni che erano alla base. 
Citando l’antico filosofo, sapendo di non sapere, abbiamo iniziato a studiare davvero i comportamenti dei giocatori e abbiamo acquisito un bagaglio di conoscenze che ci hanno portato a capire come evitare che gli stessi diventassero problematici ma senza affrontare caso per caso”. 

Ma Sisal non ha compiuto questo sforzo da sola: “Continua a essere cruciale l’apporto degli esperti dell’Università Cattolica con la quale abbiamo formato un comitato scientifico che ci fornisce alcuni indicatori sensibili molto utili. Dalla ricerca capisci come ragionare, agire e quindi parlare coi consumatori e crea quel flusso positivo che permette di influire sulle persone per evitare comportamenti problematici”.  

Esiste anche un Comitato di coordinamento scientifico dedicato proprio a questa mission: “In questo settore manca uno spirito critico costruttivo - prosegue De Vita - nel comitato ci sono esponenti molto importanti e sono loro il nostro spirito critico col quale condividiamo le nostre azioni e il nostro modo di pensare. Per me è un onore lavorare con loro. E questo confronto costruttivo che si basa sull’utilizzo di molte materie di studio oltre che delle tecnologie ci aiuta a capire sempre meglio il consumatore per costruirci poi un dialogo. Sembrano azioni ovvie ma non lo sono affatto, anzi”. 

Come si integra il loro contributo nel programma di lavoro che portate avanti come Sisal?
“La novità è proprio nel fatto di aprire la società a queste tematiche. Sisal ha fatto un passo molto importante, il settore è rimasto molto chiuso su se stesso e stiamo cercando di cambiare questo status quo. Fondamentali, tra l’altro, anche le esperienze che gli esperti portano da altre aziende, problematiche comuni ma anche soluzioni e approcci differenti che non possono che arricchire la nostra azione”, conclude il responsible gaming & market intelligence director di Sisal.


I membri del Comitato scientifico Sisal sono: Cinzia Castiglioni, docente di Psicologia del marketing e dei consumi e ricercatrice presso l’Unità di Ricerca in Psicologia economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Maurizio Fea, psichiatra, project manager per la terapia online sul gioco per conto di Federserd; Emanuela Girardi, fondatrice di Pop Ai (Popular Artificial intelligence) membro del consiglio direttivo di Adra (Artificial Intelligence, Data and Robotics Association); Stefano Mainetti, professore aggregato Polimi Graduate School of Management; Stefania Siani, presidente Adci - Art Directors Club Italia.

Altri articoli su

Articoli correlati