Egp-Fipe: ‘Riordino gioco affronti differenza fiscale tra fisico e online’
Egp-Fipe evidenzia come la tassazione su apparecchi fisici sia di 5,3 miliardi (circa la metà dell’intero comparto) con una pressione fiscale del 63%.
Scritto da Redazione
"I giochi non sono tutti uguali. Nemmeno agli occhi dello Stato. In questo secondo data sheet accendiamo un riflettore sulle differenze oggi esistenti nella pressione fiscale sulle diverse tipologie di gioco. Una domanda sorge immediata: è ancora valida la logica alla base di queste scelte? O prevale la maggior facilità di reperire risorse dai giochi fisici, rispetto a quelli online?”
A porre questo quesito è l’Egp-Fipe, Associazione italiana Esercenti giochi pubblici, che in una nota appena pubblicata sui propri canali affronta il tema della fiscalità nel mercato del gioco in un periodo in cui gli occhi sono tutti puntati su quello che avverrà attraverso il riordino.
A proposito si legge che “un riordino del settore non potrà non affrontare anche questo aspetto, partendo dal dato complessivo che lo scorso anno ha visto l’erario incassare 10,4 miliardi di euro, pari al 49 percento dei 21,3 miliardi spesi dagli italiani”. Obiettivo dunque quello di accendere “
In base alle stime del 2024 appena rese note, risulta evidente come gli apparecchi fisici rappresentino la fonte principali di introiti per l’erario con un complessivo di 5,3 miliardi di euro con una pressione fiscale sulla spesa dei giocatori che addirittura raggiunge il 63 percento. Al secondo posto troviamo invece i gratta e vinci e le lotterie che fruttano 3,5 miliardi di euro con una pressione fiscale leggermente inferiore del 56 percento.
Diverso invece il discorso per i giochi online che garantiscono all’erario un’entrata di 1,3 miliardi di euro a fronte di una pressione fiscale decisamente inferiore pari al 25 percento. In ultimo abbiamo le sale bingo e scommesse che valgono 0,5 miliardi di euro e che hanno una tassazione sulla spesa rispettivamente pari al 36 percento e al 21 percento.