Pubblicità del gioco sotto la lente della politica, in Italia e non solo
La recente proposta del ministro dello Sport Abodi di eliminare il divieto di pubblicità al gioco riapre il dibattito sul tema, al centro delle agende di molti Stati europei come dell'attenzione dei tribunali amministrativi.
Il divieto di pubblicità al gioco introdotto in Italia dal decreto Dignità nel 2018 torna al centro del dibattito politico, e non solo.
Ad accendere la miccia, che in questi anni a dire il vero non si è mai del tutto spenta, le dichiarazioni rese dal ministro dello Spor,t Andrea Abodi, che in un'intervista al Corriere della Sera ha anticipato di essere al lavoro "per rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting, anche per tutelare il gioco legale e responsabile".
Rispondendo così alle reiterate richieste in tal senso lanciate dalla Lega di Serie A e dalla Figc.
E rinnovate anche da alcuni stakeholder del settore del gioco, sottolineando la "totale mancanza di dati scientifici che potessero dimostrare la correlazione tra le promozioni di gioco e i comportamenti di gioco patologico e di una valutazione preventiva sugli impatti sull’industria del gioco ma anche quella dello sport".
Ma cosa ne pensa la politica nostrana? L'ultima esternazione sul tema arriva dal senatore del Movimento cinque stelle Marco Croatti, intervenuto al Senato alla votazione del disegno di legge costituzionale n. 13, sulla modifica dell'articolo 33 della Costituzione italiana, che tratta dell'attività sportiva. E nel corso della quale ha lanciato un appello preciso: "Non toccate la norma che abbiamo fatto che bandisce la pubblicità del gioco d'azzardo dalle trasmissioni televisive e dai luoghi pubblici. Oggi molti non ci fanno più caso, ma grazie al Movimento 5 stelle, con il Governo Conte I, è stata fermata la promozione del gioco d'azzardo in televisione e nei luoghi pubblici. Mentre guardavano le partite del loro sport preferito, i nostri figli venivano incentivati a scommettere continuamente ed era vergognoso. Questa cosa è stata fermata. Tale norma non dovrà essere assolutamente toccata".
Ad occuparsene è anche Italia viva, attraverso il disegno di legge "Disposizioni in materia di gioco d’azzardo e sponsorizzazioni pubblicitarie”, presentato da Daniela Sbrollini nella seduta pubblica del Senato di martedì 13 dicembre. Al momento il testo integrale non è ancora noto, ma ne daremo conto al più presto, appena sarà disponibile.
In attesa di ulteriori sviluppi, l'Agcom - Autorità per le garanzie nelle comunicazioni continua ad applicare le norme contenute nel decreto Dignità, comminando sanzioni poi oggetto, come è lecito aspettarsi, dei ricorsi ai tribunali amministrativi da parte degli esercenti di gioco multati per la violazione del divieto di pubblicità. Su queste pagine abbiamo riferito del caso della sala Vlt multata, per 50mila euro, per aver promosso un concorso a premi con una serie di locandine pubblicitarie e di quello riguardante l’esposizione di una vela pubblicizzante l’apertura di una sala Vlt/slot, ma il più eclatante, e più costoso per gli operatori coinvolti, ha per protagoniste Google Ireland Limited e Top Ads Ltd, per le quali la multa nel complesso è pari a 1,5 milioni di euro.
In entrambi i casi la questione è finita sotto la lente del Tar Lazio. Per quanto concerne Google, alla fine di novembre il tribunale amministrativo capitolino ha accolto l'istanza cautelare di sospensione del provvedimento, e fissato l’udienza pubblica del 18 luglio 2023. Anche Top Ads ha fatto ricorso contro la decisione dell'Agcom passando prima dal Tar Lazio e quindi al Consiglio di Stato, che il 13 dicembre ha accolto in parte l'appello proposto da Top Ads contro la sanzione di 700mila euro inflitta dall'Agcom per asserita violazione del divieto di pubblicità al gioco, subordinando la sospensione del pagamento a una fideiussione e rimandando la palla al Tar Lazio "per la sollecita fissazione dell'udienza di merito".
In parallelo il tema tiene banco anche in altre parti d'Europa. Ad esempio in Francia, alla quale la Commissione europea, al termine del consueto stand still trimestrale, ha dato il via libera per il progetto di legge che si propone di definire le "condizioni per la trasmissione, da parte di servizi di media televisivi, radiofonici e audiovisivi a richiesta, di comunicazioni commerciali per un operatore di gioco d'azzardo legalmente autorizzato". L'obiettivo? Ridurre la pressione pubblicitaria e promuovere la trasmissione di comunicazioni commerciali che proteggano meglio il pubblico, attraverso l'estensione dell'ambito di applicazione della decisione decisione n. 2013-3, del 22 gennaio 2013, relativa alle condizioni per la trasmissione, ai servizi di media audiovisivi a richiesta.
Questa modifica segue le quattro carte di impegno per promuovere una comunicazione commerciale responsabile, con la supervisione del regolatore Anj, firmate dagli operatori del gioco e dell'ecosistema pubblicitario ai primi di novembre.
Non è da meno il Belgio che a fine settembre ha incassato l'ok della Commissione europea al progetto di regio decreto che si pone l'obiettivo di “limitare le forme di pubblicità consentite nel settore del gioco d'azzardo e delle scommesse e di imporre regole sul contenuto di tale pubblicità". Il progetto di regio decreto del Belgio, secondo quanto recita l'articolo 1, si applica ai titolari di licenze di gioco di classe A, A+, B, B+, F1, F1+, F2 ed E.
Solo i concessionari di cui al comma 1 possono fare pubblicità alle condizioni previste dal decreto.
Quindi, “I titolari di licenza di cui all'articolo 1 possono pubblicizzare, per sé e per i servizi di gioco d'azzardo che offrono, a condizione che siano destinati esclusivamente a persone che lavorano nel settore del gioco d'azzardo.
La pubblicità incidentale in relazione alla segnalazione di gare ed eventi sportivi è autorizzata per i titolari di licenza di cui all'articolo 1.
I titolari di licenza di cui all'articolo 1 possono pubblicizzarsi per mezzo del loro marchio o logo, o entrambi: su abbigliamento sportivo di giocatori o squadre sportive di club professionistici; nel luogo in cui si svolge lo sport professionale.
La pubblicità per il gioco d'azzardo di cui al comma 1, paragrafo 2, si applica a tutti i titolari di licenze pertinenti e non supera il 20 percento della superficie totale di tutti gli annunci pubblicitari, nonché la misura di 70 m².
I titolari di licenza di cui all'articolo 1 possono trasmettere messaggi di sponsorizzazione utilizzando il loro marchio o logo, o entrambi per i seguenti eventi: tornei sportivi internazionali ed europei; tornei sportivi del Belgio”.
Qualsiasi distribuzione di un messaggio di sponsorizzazione deve soddisfare le seguenti condizioni: “la durata dei messaggi di sponsorizzazione non deve superare i 5 secondi; il numero di messaggi di sponsorizzazione per ora non deve essere superiore a dovuto; il messaggio di sponsorizzazione è trasmesso durante il periodo di quindici minuti precedenti l'inizio e il periodo di quindici minuti dopo la cronaca in diretta delle competizioni sportive, vale a dire, durante il periodo che va dall'inizio della competizione sportiva in domanda in diretta fino alla fine effettiva di tale competizione sportiva”.
Recentemente poi il Governo dell'Irlanda ha approvato il disegno di legge sulla regolamentazione del gioco con l'istituzione di Gambling authority e di limiti alla pubblicità, vietando quella destinata ad attirare i bambini, quella che promuove il gioco d'azzardo eccessivo o compulsivo e in ogni caso tra le 5:30 e le 21.
In Spagna alla fine di ottobre il Senato ha detto sì alla riforma della normativa sul gioco evidenziando che "la pubblicità degli operatori deve avvenire nel rispetto del principio della “responsabilità sociale”, e saranno vietati: l'incitamento ad atteggiamenti o comportamenti antisociali o violenti di qualsiasi tipo, discriminatori per motivi di nascita, razza o origine etnica, sesso, religione, opinione o convinzione, età, disabilità, orientamento sessuale, identità di genere, malattia o qualsiasi altra condizione o condizione personale o circostanza sociale; atteggiamenti o comportamenti umilianti, denigratori o vessatori e quelli che collegano in modo positivo o attraente le attività di gioco d'azzardo con attività o comportamenti illegali o dannosi per la salute pubblica; quelle che provocano danni economici, sociali o emotivi, denigrano le persone che non giocano o non danno superiorità sociale a coloro che lo fanno, suggeriscono che il gioco può migliorare le capacità personali o il riconoscimento sociale, o contenere contenuti sessuali e collegare il gioco d'azzardo alla seduzione, alla sessualità successo o maggiore attrattiva; quelle che presentano il gioco come essenziale, prioritario o importante nella vita".