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Regno Unito, il White paper e la revisione del gaming design

08 luglio 2023 - 09:07

Quando si parla di design, nel mondo del gaming, occorre soffermarsi anche sul suo impatto in termini di gioco responsabile: un aspetto oggetto anche del Libro bianco sul settore pubblicato nel Regno Unito.

© Kaboompics.com / Pexels

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Nuovo approfondimento di Ewa Bakun, director of Industry Insight and Engagement di Clarion Gaming e curatrice della rubrica "Gioco e sostenibilità" pubblicata sulla rivista GiocoNews (consultabile integralmente online a questo link). 

 

In occasione dell’edizione di giugno dello scorso anno di questa rubrica avevo già scritto ampiamente sul tema del “Design responsabile”, quello cioè che sia in grado di promuovere il gioco responsabile, sia online che nell’ambito terrestre. Avevo menzionato allora il gruppo di lavoro stabilito nel 2020 dal regolatore britannico, la Gambling commission, per analizzare il proprio il disegno di un gioco, che ha portato al divieto di utilizzare Ldw o “losses disguised as win” (ovvero, le “perdite mascherate da vincite”) e i giri automatici, oltre all’introduzione di un codice di condotta dedicato al design dell’offerta da parte del Betting and gaming council.

 

Ma a quanto pare l’interferenza nel gioco stesso per limitare il suo impatto negativo non è finita lì. Dopo una lunga attesa e molteplici rinvii della sua pubblicazione per ragioni squisitamente politiche, l’anticipato Libro bianco sulla riforma delle leggi del gioco è stato finalmente rilasciato in Gran Bretagna, introducendo una serie di proposte, tra cui molte sottoposte a un’ulteriore consultazione.

Le misure incluse nel Libro bianco trattano di vari controlli, limitazioni e restrizioni (capacità di spesa/affordability, limiti alle puntate/stake limits, programmi Vip), introduzione di un difensore civico dedicato al gioco d’azzardo (ombudsman) e dei nuovi metodi di finanziamento del settore verso ricerca, educazione e cura (Ret); obbligando anche il regolatore a effettuare una revisione delle regole del design del gioco, soprattutto nelle sue caratteristiche che esacerbano i rischi di un gioco malsano.

 

Si sa ancora poco sulla possibile riforma in termini di interventi sul design e se le modifiche proposte si estenderanno oltre al modo in cui il gioco viene offerto e controllato (per esempio con i messaggi di check-in oppure di cool-down durante il gioco, il che rappresenta già la norma nelle offerte di maggioranza degli operatori) e sull’intervento nei confronti della meccanica di gioco stesso, il che sicuramente avrebbe degli impatti significativi.

Nel frattempo, il Libro bianco ci offre più specifiche informazioni sugli altri punti della riforma, la quale, anche se colpisce solo i concessionari britannici, ha impatti di portata globale e viene osservata dai regolatori di altri Paesi, anche se alcuni sono ormai più avanzati nell’introduzione di misure restrittive. Se queste misure sono efficaci nel raggiungere i loro desiderata è ancora da provare, come sottolineano frequentemente i rappresentanti del settore.

 

Una settimana dopo il rilascio del documento, abbiamo radunato il gruppo Ampersand per sentire le prime reazioni e dibattere sui possibili impatti. Le discussioni di Ampersand seguono le regole di Chatham House, il che significa che i partecipanti non vengono identificati pubblicamente e il contenuto delle discussioni rimane confidenziale. Ma senza compromettere questa confidenzialità, non è sorprendente che le reazioni condivise durante l’incontro online erano varie, dall’appoggio per l’ufficio del difensore civico, per le nuove regole di finanziamento di organizzazioni di terzo settore ed addirittura per la riduzione del numero di slot negli stabilimenti terrestri; invece altre misure di controllo e limitazione sono state affrontate con scetticismo, soprattutto per la mancanza dei dati che evidenzino la loro efficacia.

Oltre alla mancanza dei dati per darci più fiducia che le proposte della riforma funzioneranno bene e produrranno un risultato desiderato, il gruppo ha anche accennato alla politicizzazione del processo della regolamentazione in cui i decisori - cioè i politici, e a volte anche i regolatori - hanno una limitata conoscenza del settore e delle sue capacità tecniche.

 

Gli obiettivi politici, o comunque altri di natura pubblica, come l’integrità del gioco e la protezione del consumatore, spesso prevalgono, come capita spesso nel gioco, che è ormai un tema politicamente difficile, se non addirittura “tossico”. L’argomento ancora più urgente allora è quello di produrre una base di evidenze e dati che aiutino a formulare il dibattito più informato e obiettivo su un tema così divisivo.

 

Il rischio è di provocare delle conseguenze non volute, che già si manifestano. Per esempio, i punti terrestri di scommesse, che sono sottoposti ai controlli sulle minori di capacità di spese (affordability), secondo un partecipante di Ampersand, hanno di recente visto un aumento dei giocatori e una interpretazione può infatti essere legata all’esigenza di più scrutini nell’ambito online. La conseguenza non voluta, ma più spesso menzionata, è ovviamente quella della migrazione verso il mercato illegale, che funziona fuori dalle regole, ma che non rispetta in nessun modo i principi di protezione del consumatore. Senza dubbio sentiremo sempre più spesso questo argomento, anche quando il discorso ricadrà sul design del gioco, un’area finora piuttosto protetta.

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