Sicurezza nelle sale, formazione del personale, riduzione dell'offerta, certificazione dei punti gioco.
Questi sarebbero, secondo indiscrezioni confermate a GiocoNews.it, i capisaldi di una nuova proposta per il riordino del gioco fisico presentata dall'Agic - Associazione gioco e intrattenimento in concessione, realtà associativa afferente a Confindustria di cui fanno parte International game technology (Igt), Lottomatica, Sisal Italia e Snaitech, che rappresentano circa il 70 percento del mercato italiano.
L'obiettivo è quello di puntare sulla prevenzione del gioco patologico, con un intervento a monte.
In particolare, l'Agic propone di impedire l'accesso al gioco ai giocatori problematici, di ridurre il numero di sale ad apparecchi del 10 percento rispetto ai numeri attuali, di certificare i punti gioco.
Ricordando un po' quanto fatto dalla Regione Campania nella legge per il contrasto patologico varata nel 2020.
In essa, difatti, si legge: “2. Le disposizioni regolanti la localizzazione delle attività di cui all’articolo 3 non sono applicabili alle attività già esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge a condizione che le stesse siano dotate o si dotano, entro duecentoquaranta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di: a) possibilità di accesso selettivo all’offerta di gioco con identificazione della maggiore età secondo le modalità previste dalla legge; b) videosorveglianza dell’area con apparecchi per il gioco nel rispetto della normativa vigente sulla tutela dei dati personali; c) modalità di comunicazione al pubblico esclusivamente informativa dei prodotti di gioco e priva di messaggi di induzione al consumo di gioco; d) certificazione della partecipazione dei titolari delle attività regolate dalla presente legge e del personale ai corsi di formazione di cui all’articolo 18; tale certificazione, ove non già disponibile, è necessaria a partire dal primo anno successivo dalla attivazione delle attività formative regionali. 3. Le disposizioni regolanti la localizzazione delle attività non si applicano altresì agli esercizi già titolari di concessioni statali ai sensi della legge 22 dicembre 1957, n. 1293 (Organizzazione dei servizi di distribuzione e vendita dei generi di monopolio) a condizione che gli apparecchi per il gioco siano collocati nell’area di vendita in posizione sottoposta al controllo visivo del titolare o di personale adeguatamente formato e non in aree materialmente o visivamente separate. 4. Le disposizioni regolanti la localizzazione delle attività si applicano alle attività esistenti autorizzate ai sensi dell’articolo 86 del r.d. 773/1931 nei casi in cui l’ingresso principale delle stesse sia collocato ad una distanza inferiore ai duecentocinquanta metri dall’ingresso principale del luogo sensibile, se entrambi i luoghi sono posti sulla facciata del medesimo edificio. Gli esercizi che si trovano in tali condizioni hanno facoltà di continuare l’attività nella medesima sede per non più di dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”.
Secondo la proposta dell'Agic infatti per le attività “certificate” non dovrebbe essere applicato il distanziometro; per gli altri invece sarebbe di 200 metri, calcolati con il metodo del “percorso pedonale più breve”, ma da un numero ridotto di “luoghi sensibili”, dalle scuole ai centri per il recupero dalle dipendenze patologiche.
Nei prossimi giorni sul tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni poi dovrebbe arrivare la proposta del ministero dell'Economia e delle finanze. Una proposta, annunciata da Mario Lollobrigida, direttore dei giochi dell'Agenzia dogane e monopoli, nel corso della presentazione dello “Studio sul settore dei giochi in Italia 2023 – Focus su apparecchi con vincita in denaro e online”, realizzato dalla Cgia Mestre, incentrata sul tema delle distanze e sulla risoluzione della “questione territoriale”.