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Easg 2024, Gap tra epidemiologia, trattamento e prevenzione

10 settembre 2024 - 17:44

Il convegno ‘Epidemiologia, trattamento e prevenzione in Italia; a che punto siamo’ fa il punto sugli studi sul Gap in Italia nell'ambito dell'Easg 2024 al Lifestiyle hotel di Roma.

Scritto da Cc
Paolo Jarre, uno dei relatori del convegno

Paolo Jarre, uno dei relatori del convegno

Roma: “L’emergenza principale dalla quale siamo sguarniti è quella del gioco online. Gli ultimi numeri ufficiali vengono dal libro blu del 2022. In questo periodo la somma utilizzata nel gioco legale è stata 136 miliardi di euro: il 54 percento proveniente dall’online online e gli introiti dell’erario di poco superiori ai 10 miliardi. A partire dal 2016 la diffusione su smartphone è cresciuta in modo esponenziale e il Covid ha determinato un crollo del gioco offline e la crescita del gioco online. Ora negli ultimi due anni l’offline ha recuperato con l’apertura delle sale con apparecchi mentre l’online ha naturalmente subito rallentamento pur rimanendo maggioritario”.

Parole di Paolo Jarre, direttore del Dipartimento 'Patologia delle dipendenze' Asl TO3 Piemonte, che in questo modo introduce la conferenza “Epidemiologia, trattamento e prevenzione in Italia; a che punto siamo” che si svolge oggi, 10 settembre, durante l’Easg 2024 al Lifestiyle hotel di Roma. Jarre sottolinea anche come i Casinò games da soli rappresentino “quasi l’80 percento del gioco online e subito dopo ci sono le scommesse sportive. La situazione conti gioco online nel 2022 è interessante perché introduce una prima distinzione netta tra online e offline. Il gioco online è un fenomeno prevalentemente giovanile. Il dato interessante e che nonostante i casinò games hanno il fatturato maggiore nel gioco online, sono di più i giocatori da scommesse sportive che di conseguenza giocano somme minori.”

La psicoterapeuta Fulvia Prever interviene subito dopo parlando degli stuedi condotti sul comportamento patologico delle donne nel gioco: “Credo fermamente che per le donne non ci fosse un approccio attento alle loro peculiarità a livello biologico e comportamentale. Al di là di aspetti fisiologici non ci stava attenzione reale a trattarle in maniera diversa. Le donne sono popolazione fragile più a rischio se sono colpite da dipendenza.”

“I primi studi sono stati fatti su maschi ma questi criteri che interpretavano il danno del gioco sono utilizzabili sulle donne? Bisogna avere strumenti terapeutici diversi perché le donne mollano i percorsi che farebbero gli uomini. Per loro va introdotto un nuovo approccio e vanno individuate ne luoghi giusti perché la difficoltà è quella di agganciarle perché, salvo paesi come Svezia e Australia dove il gioco online è molto avanzato, tutto questo non è ancora nella nostra cultura.”

Elena Caciagli, assistente sociale della cooperativa Il Cammino e coordinatrice del progetto Velia, presenta invece il suo studio incentrato sulle donne sottolineando subito come “le donne abbiano rivestito il ruolo di accompagnatrici del giocatore. Ore le donne stanno iniziando ad accedere all’online comprese le over 75 e noi siamo riusciti a coinvolgere 15 donne in dieci mesi di progetto per analizzare l’esperienza del gioco soprattutto nel momento del picco”.

Lo psicologo e psicoterapeuta Claudio Dalpiaz in un intervento incentrato soprattutto sulle nuove generazion evidenzia come “la dipendenza da tecnologica riguarda tutte le generazioni. Tanti studi osservano la compulsività tra shopping e gambling. Questo gioco trova sempre più strada nei giochi digitali varie vediamo che piano piano si insinuano delle modalità simili a quelle di gioco d’azzardo anche nel gioco multiplayer. Abbiamo attivato un programma di prevenzione in un quadro fatto attraverso un incontro con insegnanti, e in secondo luogo con gli allievi a cui vengono proposti dei giochi. Alla fine c’è un terzo incontro di discussione dove si chiude il programma con un follow up al termine del programma”.

Onofrio Casciani, psicologo e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso l'ambulatorio specialistico Disturbo da gioco d'azzardo della Asl Roma1 presenta App web Gpg. Si tratta di un “questionario di 48 items e nove sotto-scale che che permette di operare rapidamente e aiuta l’operatore e il paziente, attraverso un test online ci fa capire quali sono le dimensioni più critiche. Attraverso un grafico ci aiuta a trovare quelle persone che co punteggio più elevato hanno un comportamento a rischio. Questa app utilizzata nei servizi pubblici ci fa fare cose interessanti, ricerche che ci danno più profilli e  possiamo trovare dati interessanti per fare una prima differenziazione”.

Ornella de Luca, dell’Asl, azienda sanitaria locale, a proposito aggiunge un’indagine comportamentale sulle donne in cui si evince come a volte ci sia “un comportamento di tipo passivo, poi ci sono anche persone che si deprimono, sentimenti di vergogna o di fallimento. Vengono fuori anche sentimenti di frustrazione e rabbia inespressa, rivalsa e riscatto, carenza affettiva, mentre ci sta una totale assenza di tendenza di comportamento sessuale a rischio”.

A chiudere la conferenza è lo psicologo, Attilio Negri in un intervento legato al concetto di stigma e sulla percezione che le persone hanno di chi gioca: “Si tratta di un disturbo ancora poco studiato nell’ambito dello stigma: molti stereotipi sono quelli legati al giocatore irresponsabile e avido. Un ambito ampio che ci porta a chiedere che cosa la gente ne pensasse dei giocatori. Abbiamo raccolto 500 questionari, età media intorno ai 40 anni e questo lavoro sullo stigma, che ritengo molto importante, al momento è in progressione”.

 

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