Riordino gioco pubblico: si alza l'asticella, insieme alle tensioni
Con il riordino del comparto, il governo intende innalzare il livello di sicurezza, affidabilità e controllo del mercato, a tutela dei cittadini e dell'Erario: un fine nobile (e comprensibile) ma non senza vittime.
Una cosa è certa: l'attuale impostazione seguita dal governo per il riordino del gioco pubblico non piace a nessuno, all'interno dell'industria. Almeno per quanto riguarda la prima fase, che è quella del riordino parziale, cioè quello del solo gioco online, che si vuole operare attraverso l'emanazione del prossimo bando di gara. O, meglio, dovremmo dire che non piace a tutti, visto che alcuni operatori o sigle (vedi Agic di Confindustria) hanno espresso comunque parere favorevole rispetto alla norma preliminare. Per varie ragioni.
Tra le posizioni più eclatanti, tra quelle opposte alla linea governativa, c'è quella dell'European gaming and betting association (Egba) che si è subito detta “profondamente preoccupata per il decreto attuativo della riforma fiscale sul gioco online in Italia”, sostenendo che il decreto contiene disposizioni che “introdurrebbero una significativa riorganizzazione del settore, in particolare per quanto riguarda il costo dei canoni. La possibile introduzione di regimi di licenza e tariffe (quasi) proibitivi – scrive l'associazione - solleva anche preoccupazioni sul rispetto del diritto dell’Unione, che meriteranno di essere prese in considerazione”. Questo perchè, come noto e ampiamente ribadito, il decreto fissa un canone di 7 milioni di euro per le concessioni, superando di gran lunga quello di altri Stati membri dell’Unione europea.
Tuttavia, lo scopo dichiarato dal Legislatore, come ricordato spesso anche dai rappresentanti di politica e istituzioni, è quello di innalzare il livello qualitativo dell'offerta di gioco di Stato, non tanto e non solo dal punto di vista del prodotto, quanto piuttosto dal punto di vista di tutela e protezione dei consumatori, quindi di sicurezza, sia dal punto di vista della salute che per l'Erario, pensando anche ai livelli di monitoraggio e controllo. Per questo, se ci sarà – com'è evidente – una concentrazione del mercato, dovuta per lo più all'innalzamento dei requisiti imposti, ciò è da ritenersi un effetto positivo, secondo lo sguardo cinico e pragmatico del Legislatore, pensando cioè alla maggiore controllabilità del sistema che ne deriverebbe. Pur non volendo scadere nell'eccesso di semplificazione del concetto, ma tant'è.
Va tuttavia osservato come la mutevolezza del contesto tecnologico nel quale si immerge il comparto del gaming, come pure l'evoluzione dell'industria dal punto di vista degli standard finaziari e di compliance, impone degli instimenti a dir poco colossali per un'azienda di gioco per essere e rimanere competitiva sul mercato: tra antiriciclaggio, cybersecurity, gioco responsabile, e via discorrendo, che rappresentano costi vivi e indispensabili, i quali si aggiungono - e forse, ormai, prevalicano - anche gli investimenti in marketing o in nuovi prodotti. Per tutte queste ragioni l'asticella si sta alzando sempre di più, nel gaming: ciò accade a livello globale e ancora di più (come evidenziato da Egba) in Italia, essendo uno tra i più ampi e sviluppati (e, ormai, antichi, dal punto di vista regolamentare) nel mondo.
In questo scenario, per giunta, è lecito (e a dir poco scontato) attendersi una futura serie di gare per il rinnovo delle “concessioni mancanti” - cioè quelle ormai da anni in regime di proroga, in attesa del Riordino, quindi apparecchi, bingo e scommesse – caratterizzate anche queste da un notevole rialzo. Con valori e parametri di assegnazione sicuramente molto più elevati rispetto a quelli che avevano caratterizzato le gare precedenti. Non soltanto per l'esigenza – oggi più elevata che mai – di fare cassa da parte del governo di turno, che impone (politicamente parlando) di sfruttare al meglio l'occasione (d'oro) rappresentata dal rinnovo di concessioni così redditizie come quello del gioco. Ed è forse proprio questa l'unica, o comunque la principale, ragione per cui l'esecutivo si è messo a lavorare di gran lena sull'obiettivo del riordino del gioco pubblico. Per centrare quanto prima l'obiettivo del riordino, che porta con sé la possibilità di poter bandire le nuove gare, ergo di poter incassare nuovi e ulteriori fondi, anche molti di più rispetto a quelli oggi garantiti dalla proroga a titolo oneroso che continua a caratterizzare il comparto terrestre (e che dovrebbe essere ripetuta, come abbiamo già anticipato, anche per il prossimo anno attraverso l'imminente manovra).
Ciò detto, non si tratta di voller allarmare preventivamente il comparto, mentre ad oggi non sono ancora stati stimati in nessun modo gli investimenti che potranno essere richiesti nelle future gare, visto che ancora potrebbe cambiare molto, anche in termini di entità ed “oggetto” delle concessioni, in attesa di trovare un accordo con gli enti locali. Tenendo anche conto che, nel caso degli apparecchi da intrattenimento, ci sarà da ridefinire completamente anche la tipologia di giochi che potranno essere installati nei locali pubblici, oltre ai criteri di distribuzione. Come pure nel caso degli altri giochi terrestri, bisognerà capire le possibilità di installazione e apertura dei locali. Ma l'unica cosa certa è che saranno delle gare al rialzo. E su questo, non possono esserci dubbi. Basti pensare che – agli occhi del governo, come pure del regolatore – la base d'asta che è stata prevista per la gara delle concessioni online e oggetto di varie critiche, è da ritenere addirittura sottostimata, tenendo conto che è calcolata sulla base dell'andamento del mercato nel 2022: mentre il segmento ha continuato a crescere nei ricavi sia nel 2023 che nel 2024, e le stime parlando di ulteriore e costante crescita anche per gli anni a venire.
Ma a proposito di Manovra e di conti pubblici: come abbiamo spiegato in queste ore, le prossime settimane e i prossimi mesi saranno decisivi per conoscere le sorti del nostro paese e, forse, anche quelle dell'attuale governo (e, di conseguenza, anche quelle del riordino del gioco pubblico), tenendo conto dei primi scricchiolii che sembrano individuarsi nella maggioranza. Tutto questo
nella settimana in cui va in scena la 45esima edizione del Meeting dell’Amicizia fra i Popoli, la tradizionale kermesse di Comunione e Liberazione (in programma dal 20 al 25 agosto) dove al centro del dibattito ci sarà proprio il futuro del paese, che passa inevitabilmente attraverso la definizione della prossima manovra di bilancio, tenendo conto delle tantissime implicazioni che la riguardano (come raccontiamo nei dettagli su queste pagine), anche molto più del solito. In attesa della ripartenza, dunque, ecco un primo, ottimo assaggio della situazione politica in questa calda, caldissima estate, anche politicamente parlando.
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