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Una difficile ripartenza, ma il focus è sulla delega

02 settembre 2024 - 11:50

Dopo la pausa estiva il governo e tutti gli organi istituzionali ripartono con la piena operativa e tornano sul tavolo tutti i dossier, a partire dalla riforma del gioco pubblico.

(Foto di Karolina Kaboompics: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-mano-scrittura-scrivendo-6256258/)

(Foto di Karolina Kaboompics: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-mano-scrittura-scrivendo-6256258/)

Ripartire non è mai semplice. Non lo è dal punto di vista operativo, cioè fisico e mentale, pensando alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva. Ma ancora più difficile è ripartire, nel senso di operare una ripartizione, pensando dunque alle risorse disponibili. Ed è questo forse il problema più grande con cui dovrà fare i conti - letteralmente - il nostro esecutivo. E, di conseguenza, l'intero paese. Con l'inizio di settembre si torna subito nel vivo dei lavori della politica, con la ripresa di tutti i dossier istituzionali sul tavolo del governo, e con un focus specifico sulla prossima Manovra di Bilancio, tenendo conto delle tempistiche prefissate (per lo più dettate dall'Europa), e delle tante necessità, provenienti da vari settori e aree di interesse, per le quali si dovranno trovare soluzioni e, soprattutto, coperture. Ed è qui – al solito – che entra in ballo l'industria del gioco pubblico: nell'elenco dei dossier aperti e dei tavoli in cerca di soluzione (pensando, in particolare, al confronto ancora in corso tra governo ed enti locali alla ricerca di una mediazione), ma con lo spauricchio di ritrovarsi ancora una volta a dover subire qualche ulteriore rincaro, come sembrano lasciare intendere i vari spunti lanciati da alcune parti politiche, che guardano in particolare al settore delle scommesse sportive. Visto che, come detto, il piatto piange e la prossima legge di bilancio dovrebbe essere particolarmente onerosa.
Come anticipato già nelle scorse settimane, la prossima manovra, ancora prima di completare la classica “lista della spesa” da parte dei partiti della maggioranza, dovrebbe già oscillare oltre i 25 miliardi, secondo le prime stime dei tecnici. Con la (concreta) possibilità di diventare addirittura anche più robusta. Il quadro diventerà più chiaro già a fine mese, quaando si avranno i dati aggiornati delle entrate fiscali e, in particolare, con la presentazione del Piano strutturale di bilancio, il documento previsto dal nuovo Patto di stabilità Ue da inviare a Bruxelles entro il 20 settembre. Il documento previsto dal nuovo Patto di stabilità Ue, che conterrà il nuovo quadro programmatico (il grande assente del precedente Def di aprile) e che di fatto sostituirà l'aituale Nadef - come ha spiegato il Mef in una nota sarà approvato in Consiglio dei ministri per la metà di settembre per consegnare il documento a Bruxelles e in Parlamento nel rispetto dei tempi. A quel punto il perimetro della manovra sarà definito. Intanto però il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già ripreso le ricognizioni tecniche avviate prima della pausa estiva proprio in vista della presentazione della legge di bilancio, che sono state oggetto di discussione anche del vertice di maggioranza dei giorni scorsi e del primo Consiglio dei Ministri andato in scena dopo la pausa estiva.
Al centro delle vere preoccupazioni del governo, tuttavia, c'è la questione delle detrazioni fiscali da tagliare, mantenere o rimodulare nella prossima manovra. Come sembrerebbe emergere dalle ultimi indicazioni dei tecnici, infatti, sembra esserci la volontà di introdurre alcune novità importanti, sul versante della famiglia. Come la ridefinizione dello strumento dell’assegno unico, ricalibrandolo,  anche perché le risorse stanziate per il 2024 non sarebbero state utilizzate in toto. La minor spesa da sostenere, insieme a una fetta dei circa 2 miliardi di risparmi derivanti da un uso più limitato del reddito d’inclusione rispetto alle previsioni iniziali, verrebbe riutilizzata su altri strumenti. Tra le priorità di palazzo Chigi ci sarebbe quella di estendere le attuali agevolazioni per lavoratrici madri, garantendole non solo alle “dipendenti” ma anche a quelle autonome.
Anche quest’anno però il nodo centrale da sciogliere rimane quello delle risorse, questa volta però con l'ulteriore complicazione del ritorno delle regole di Maastricht che, seppur riformate, risultano comunque particolarmente ostiche: questo perché l’Italia è sotto procedura per deficit eccessivo quindi dovrebbe tagliare il disavanzo strutturale almeno dello 0,5 percento annuo per i prossimi sette anni, cioè circa 10 miliardi l’anno. A volere riconfermare le misure della precedente manovra e le spese inderogabili, il conto partirebbe da oltre 20 miliardi di euro. Tra le principali voci, il taglio del cuneo a 14 milioni di lavoratori (10,7 mld) e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef (circa 4 mld); i sostegni per la Zes pesano per 1,9 miliardi; per le missioni internazionali serve almeno 1 mld; per la detassazione del welfare aziendale e dei premi di produttività oltre 800 milioni.
Ma in questo scenario così complesso, tuttavia, a giocare un ruolo fondamentale è la legge di delega fiscale la quale, come ben noto, contiene al suo interno anche la riforma del gioco pubblico. Se, infatti, tra le priorità dell’Esecutivo ci sono soprattutto la conferma del taglio al cuneo fiscale e delle tre aliquote Irpef, l’ambizione del Mef e, in particolare, del viceministro all’Economia, Maurizio Leo, è soprattutto quella di fare un passo in vanti ancora sull’attuazione della delega fiscale, che contiene a sua volta un nuovo taglio delle tasse per i contribuenti che oggi dichiarano fino a 50mila euro. Ed è qui che si gioca l'intera partite del comparto del gioco pubblico. Sì, perchè mentre una parte del processo di riorganizzazione del settore è già stato avviata e proseguirà comunque per la strada, come il bando per il rinnovo delle concessioni online, l'emanazione della Gara del Lotto, e così via (tutti temi, peraltro, che verranno ripresi già in queste ore dai vari organi istituzionali), per completare l'opera di riforma generale, che passa inevitabilmente attraverso la riorganizzazione del gioco terrestre, i passaggi chiave sono rappresentati dall'accordo da raggiungere in Conferenza unificata, seguendo gli strumenti dettati proprio dalla legge delega. La quale però ha una scadenza ben precisa. E se questa dovesse sfumare, si porterebbe dietro anche ogni possibilità di riforma del settore del gioco, il quale difficilmente potrebbe andare incontro ad altre opportunità. Per questo il focus sulla delega fiscale rimane l'argomento centrale per l'industria italiana del gaming.
Ecco quindi che bisogna attendere ancora qualche settimana per capire veramente come andrà a finire la partita della Manovra e, quindi, quella delle delega fiscale che si porta dietro anche i giochi. Ma il primo appuntamento, come detto, è fissato al 10 settembre quando sarà definito anche per le Camere il perimetro della manovra da approvare come ogni anno entro il prossimo 31 dicembre.

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