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Laburisti considerano aumento tassa gioco in Uk fino a tre miliardi

14 ottobre 2024 - 10:29

Il partito laburista del Regno Unito valuta un aumento del gettito fiscale per il settore del gioco fino a tre miliardi di sterline.

Scritto da Redazione

Un aumento del gettito fiscale per il settore del gioco che potrebbe raggiungere i tre miliardi di sterline. È quanto si vocifera nel Regno Unito negli ultimi giorni dove si ritiene che diversi funzionari del ministero del Tesoro stiano valutando alcune proposte avanzate da un gruppo di esperti, sostenuti dall’ex giocatore di poker Derek Webb, ovvero uno dei cinque principali donatori del partito. Obiettivo, tappare il buco nero da 22 miliardi di sterline che la nuova amministrazione ha affermato di aver trovato nelle finanze dopo essere entrata in carica. Per questo motivo, dunque, le misure potrebbero essere incluse nel primo bilancio del mese del partito laburista.

Secondo quanto riporta The Guardian, dunque, l’azione potrebbe portare a raddoppiare le tasse sui casinò online e sui bookmakers. Una situazione simile a quella vissuta in Francia dove l’Assemblèe nationale ha approvato il il disegno di legge governativo "de financement de la sécurité sociale pour 2025" che punta a trovare finanziamenti proprio nel settore del gioco aumentando le tasse.

Secondo fonti anonime, il ministero del Tesoro non avrebbe ancora preso una decisione ma ci sarebbe la disponibilità a cambiare il complesso regime di tassazione per fare cassa, trovando in questo modo fondi aggiuntivi tra i 900 e i 3 miliardi di sterline.

A sostenere questo innalzamento di tasse per un settore che vale in tutto 11 miliardi di sterline all’anno, Derek Webb, cdome dicevamo ex giocatore e anche inventore di giochi da casinò. In precedenza ha già finanziato campagne per una regolamentazione più rigorosa del settore e ha donato 1,3 milioni di sterline al Labour dall’inizio del 2023, diventando così il quinto donatore individuale del partito in quel periodo.

Tra le voci che in questo momento stanno correndo, ci sono gruppi di esperti secondo cui la Social market foundation, sta lavorando a una proposta più moderata che raddoppierebbe le tasse sulle società di gioco online dal 21 al 42 percento. Altre affermano che sempre l’Smf abbia indicato al ministero del Tesoro l'esempio fornito dagli Stati Uniti, dove le tasse sul gioco online sono molto più alte che nel Regno Unito.

Diverse le reazioni a questa situazione. In primis quella di un portavoce del Betting and gaming council: “Mercati comparabili all’estero che hanno imposto normative draconiane e regimi fiscali sproporzionati hanno visto un picco nel gioco illegale nel mercato nero”. Altra fonte industriale avrebbe invece dichiarato che la lobby “anti-gioco d’azzardo ha donato almeno 1 milione di sterline al partito laburista negli ultimi 18 mesi e c’è da chiedersi cosa si aspettano di ottenere in cambio”.

Dan Waugh, consulente della società di consulenza sul gioco Regulus Partners, avverte però che un aumento delle tasse potrebbe avere "conseguenze negative. Se si aumenta il costo del consumo, è concepibile che si possa causare un danno aggiuntivo, perché ad un certo punto il consumatore dovrà sostenere quel costo aggiuntivo”.

Un altro rapporto autorevole stima che il Governo potrebbe raccogliere 2,9 miliardi di sterline l’anno prossimo, e fino a 3,4 miliardi di sterline entro il 2030, raddoppiando le tasse sui prodotti  considerati dannosi come i giochi da casinò online.

Il Regno Unito impone sette tipi di imposte sulle scommesse e sul gioco, inclusa la lotteria nazionale, con un tasso esatto che varia a seconda del tipo di attività. L’anno scorso, le tasse hanno raccolto 3,3 miliardi di sterline, ovvero circa 2,2 miliardi di sterline escluse le imposte sulla lotteria.

Secondo le proposte dell’Institute for public policy research (Ippr), il Tesoro lascerebbe intatti i dazi sulle attività a minor danno come la lotteria e il bingo. Tuttavia la proposta comporterebbe il raddoppio delle tasse, come l’imposta generale sulle scommesse del 15 percento sui bookmakers. L’imposta sul gioco a distanza, che colpisce gli operatori online, è addebitata al 21 percento, ma sarebbe aumentata al 50 percento secondo il piano Ippr.

 

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