Roma - "Sono anni che, per come è strutturato il sistema normativo, l’intero comparto chiede un riordino. Tanti legislatori hanno provato a fissare scadenze per arrivare a una riforma e il legislatore recentemente ha dimostrato la volontà di arrivare a dama e l’ha fatto approvando la delega fiscale, dove c’è l’articolo che riguarda il riordino dell’intero comparto".
Lo ricorda Geronimo Cardia, presidente di Acadi (Associazione concessionari apparecchi da intrattenimento aderente a Confcommercio), nel suo intervento alla conferenza promossa e organizzata alla Camera dei Deputati dall'Istituto Milton Friedman, dal titolo “Gioco: un solo mercato, un solo riordino”.
"Saggiamente il legislatore, dunque, ha previsto una riforma unitaria che dovrebbe essere letta anche nella carta dell’attuazione delle legge Delega. Invece stiamo scoprendo che per quanto riguarda una parte del comparto e una tipologia di gioco distribuiti sul canale online, i decreti attuativi sono in discussione. La parte che rimane fuori è quella dei prodotti di gioco sul territorio", sottolinea.
"Sotto il profilo del gettito erariale può accadere che sistemando prima i problemi di un comparto venga penalizzato l’altro, e la domanda di gioco possa finire per essere soddisfatta da una delle due tipologie. Sul gettito erariale ciò ha un effetto importante. Su 12 miliardi di euro l’online genera solo un miliardo, ora se spostiamo la domanda sull’online si finirebbe per avere una perdita della parte più ingente del gettito".
Cardia prosegue: "Siamo per una riforma complessiva perché la Conferenza unificata tra Stato e Regioni dove si discute della tutela della salute debba valutare l’impatto sugli utenti non solo dalla rete fisica ma anche dalla rete online. Solo una visione unitaria può assicurare un’ottima riuscita dell’obiettivo, ovvero la tutela dell’utente".
"Per la prima volta - sottolinea Cardia - la maggior parte delle associazioni di categoria che rappresentano il settore del gioco legale in Italia (Acadi, Sapar, Astro, Ecp-Fipe, Logico e Acmi) si sono presentate unite e compatte per denunciare i rischi che corre il settore se il governo non adotta politiche regolatorie ed economiche corrette ed uniformi, riformando contestualmente le regole che interessano l’intero settore e non soltanto alcuni segmenti dello stesso mercato, generando invece così disparità tra i diversi prodotti e segmenti dello stesso peraltro impattando asimmetricamente sulla politica sanitaria di tutela dell’utente."
"La posizione delle associazioni è netta: dare priorità al riordino dell’online e posticipare quello del territorio significa incentivare ancora di più il riversamento della domanda di gioco sull’online a discapito della distribuzione sul territorio, compromettendo principalmente la rete generalista che si occupa della distribuzione degli apparecchi ma soprattutto determinando un importante pregiudizio dei principali interessi costituzionali che sono il presupposto dell’esistenza del comparto stesso."
“Da oltre un decennio il mercato dei giochi in denaro soffre di interventi frammentari e parziali” - ribadisce Cardia - "distanziometri espulsivi regionali, limitazioni di orari stringenti comunali, aumenti di tassazione hanno interessato essenzialmente e principalmente solo una e non tutte le tipologie di gioco del territorio e certamente non le stesse tipologie di gioco distribuite sul canale online. Un approccio politico che ha avuto impatti negativi sia sugli obiettivi di interesse pubblico come legalità ed erario ma anche su imprese e lavoratori del settore, oltre che sul primario interesse del contrasto al disturbo da gioco d’azzardo”.
“La rete fisica genera numeri di tutto rispetto: 80% della spesa di gioco regolamentata, il 90% del gettito erariale, oltre il 95% dell’occupazione nazionale di settore, più di 140.000 persone tra esercenti, distributori, piccole e medie imprese di gestione apparecchi, produttori di tecnologie ed addetti commerciali ed amministrativi - sottolinea ancora Cardia - Occuparsi pertanto prima del “riordino” del gioco a distanza rispetto a quello del retail significa ridurre il gettito complessivo del comparto, il presidio di legalità sul territorio, la tutela del giocatore, i livelli di occupazione e significa inoltre soffocare le piccole e medie imprese. Peraltro per un’adeguata tutela dell’utente, per un concreto contrasto a tutto tondo del disturbo da gioco d’azzardo la Conferenza Unificata tra Stato e Regioni per il Riordino dovrà necessariamente valutare tutte le verticali distributive delle diverse tipologie di giochi sia del territorio sia dell’on line”.