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Easg 2024, Frosini (Igt): 'Riordino gioco cruciale per il futuro del settore'

11 settembre 2024 - 09:58

Nel corso dell'Easg Conference, Giuliano Frosini (Igt) evidenzia quanto il riordino sia cruciale per 'garantire una regolazione in grado di affrontare le sfide del settore'.

Scritto da Cc
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Roma - “Indipendentemente dai dati economici che lo caratterizzano, il gioco pubblico legale ha un'immagine controversa in cui gli elementi positivi (il gioco come fonte di occupazione e di innovazione, nonché di entrate erariali) sono contrapposti ad elementi giudicati socialmente negativi (il gioco portatore di dipendenza e di esternalità negative lasciate alla gestione delle Autonomie locali). Questa immagine contraddittoria del gioco è coerente con il percorso storico del settore in Italia.”

 

Ad evidenziarlo è Giuliano Frosini, senior vice president Italy public affairs, media & external relations di Igt nel corso del suo intervento alla European conference on gambling studies and policy issues, oggi, 11 settembre a Roma, con uno speech intitolato “Cosa possiamo imparare dal passato”.

 

Frosini quindi ricorda l'evoluzione del settore: “L’attuale modello di offerta e distribuzione dei giochi pubblici è stato sviluppato negli ultimi 20 anni con l'obiettivo primario di trasferire nel perimetro della legalità l’allora offerta illegale, irregolare e non autorizzata di gioco con vincita in denaro. Più nello specifico, dal 1897 al 1990, lo Stato italiano ha classificato il gioco d’azzardo tra i rischi per l’ordine sociale, per la legalità e per gli stessi conti finanziari pubblici. Ne è conseguita la scelta di prevedere la riserva statale in materia di giochi con vincita in denaro, che sarà successivamente discussa. Tra il 1990 e il 2003 la ricerca di entrate fiscali aggiuntive ha portato il gioco pubblico d'azzardo a diventare uno strumento primario di leva fiscale per soddisfare le crescenti esigenze di spesa pubblica.

Nel 2003 si è assistito ad un radicale cambiamento del modello istituzionale di regolazione e di governance. Si è passato così dalla definizione del gioco pubblico d’azzardo quale leva della politica fiscale, alla costruzione della economia dei giochi con una serie di benefici correlati, quali il miglioramento dell'efficienza operativa, la tutela dei consumatori, l'aumento dei ricavi e dei profitti, nonché la creazione di posti di lavoro e l'attrazione di investimenti nel settore.

Peraltro, un ulteriore vantaggio derivante dall’istituzione del monopolio nel settore del gioco d’azzardo si riconduce alla generazione di risorse aggiuntive per l’erario con cui finanziare programmi sociali, servizi pubblici, istruzione, sanità e altre iniziative a beneficio della collettività. In altri termini, attraverso il monopolio, lo Stato si propone l’obiettivo di garantire che il consumo di giochi d’azzardo sia responsabile, controllato e allineato con l’interesse pubblico in modo da proteggere gli individui fragili, riducendo le esternalità negative sulla società e promuovendo un equilibrio tra la domanda sociale e l'offerta, tenendo conto delle libere scelte dei cittadini e dei benefici derivanti dalla riduzione dello stress fiscale.

La gestione del monopolio avviene attraverso l’istituto della concessione. La concessione si definisce come quel provvedimento amministrativo con il quale la Pubblica amministrazione conferisce ex novo posizioni giuridiche attive al destinatario, ampliandone la sfera giuridica, attraverso l’attribuzione ai destinatari medesimi di diritti di cui l’amministrazione è già titolare o che sorgono dall’atto stesso di concessione.

Dunque, per mezzo di soggetti che rispettano stringenti requisiti sia di carattere generale (onorabilità, professionalità), sia particolare (capacità tecniche, economiche e finanziarie), selezionati con procedure ad evidenza pubblica nel pieno rispetto della normativa comunitaria. Il valore del modello concessorio italiano è duplice.

Da un lato, attraverso l’istituto della concessione, lo Stato si priva dell’onere di esercitare in maniera esclusiva la riserva dei giochi, consentendo ad operatori privati, opportunatamente selezionati, di intraprendere la propria attività economica nel settore assicurando la stabilità delle entrate erariali.

Dall’altro, viene assicurata la tutela dei consumatori e si garantisce che l’attività di organizzazione e gestione dei giochi sia svolta in piena coerenza con il perseguimento dell’interesse pubblico, in quanto affidata a concessionari dotati di determinati requisiti sui quali lo Stato mantiene un ruolo di vigilanza e controllo. Il concessionario, sia per la gestione che per la distribuzione del gioco, agisce come 'incaricato di pubblico servizio', assumendo in proprio il 'rischio operativo' dell’attività e soggiacendo al costante controllo da parte di Adm, sia con riferimento al rispetto della normativa di settore, sia con riferimento alle scelte ed alle modalità operative con cui esso gestisce l’oggetto della concessione. Pertanto, il concessionario è l’unico soggetto referente e responsabile nei confronti di Adm. I concessionari del gioco pubblico garantiscono quindi una concreta e professionale rappresentanza del settore, valorizzano azioni e investimenti in termini di tecnologia, sicurezza e responsabilità sociale e, pur massimizzando le entrate erariali, si pongono come soggetti in grado di limitare le esternalità negative connesse al settore”.

 

Ad ogni modo, prosegue il manager di Igt, “l’obbiettivo che si è posto il legislatore nel far rientrare nel perimetro della legalità l’offerta illegale è stato certamente raggiunto, ma per ottenere in tempo così breve un risultato tanto importante, la strategia adottata fu quella di mantenere la distribuzione del gioco nei luoghi in cui era sempre stata, sotto la condizione, però, che i soggetti imprenditoriali coinvolti avessero i necessari requisiti di affidabilità: così facendo si è costruita una rete estremamente capillare di commercializzazione dei giochi pubblici, spesso ridondante. Infatti, oltre alle note implicazioni di carattere sociale, vi sono alcune problematiche ed inefficienze legate all’eccessiva capillarità della rete, ad esempio: la numerosità dei punti di vendita: ciascun punto genera un ricavo medio insufficiente in molti casi per gestire con accuratezza il locale, la relazione con il giocatore e le incombenze derivanti dalle attività di gioco; l’inefficienza della rete distributiva: la numerosità della rete ne determina anche l'inefficienza e rende la distribuzione del gioco in Italia più costosa che in altri Paesi (pur generando un reddito netto per esercizio inferiore); la crisi economica di parte del settore: la crescita della rete distributiva e l'incremento del carico impositivo sulla filiera del gioco con la conseguente diminuzione dei ricavi ha portato molti operatori, soprattutto quelli operanti nella distribuzione dei prodotti di gioco, ad una situazione di crisi.

Negli ultimi anni, questo sistema dei giochi pubblici è stato manutenuto, ma mai si è compiutamente valutato se fosse ancora allineato con le esigenze che andavano progressivamente emergendo. Peraltro, l’attuale assetto normativo del settore è caratterizzato dall’assenza di una disciplina unitaria dell’offerta di gioco sul territorio, che si è vista progressivamente sovrapporre da interventi normativi da parte di Regioni e Comuni, di carattere restrittivo. La sovrapposizione e il carattere eterogeneo delle suddette norme, ha inciso negativamente rispetto all’esercizio delle prerogative della gestione delle concessioni, impedendo la celebrazione delle gare in attesa di una armonizzazione delle singole normative concorrenti. Per queste ragioni, l’occasione offerta dalla delega fiscale e il percorso intrapreso con coraggio dal legislatore risultano particolarmente cruciali per raggiungere un riordino normativo, così da garantire una regolazione in grado di affrontare le sfide che aspettano il settore”.


 

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