Garavaglia (Lega): 'Riordino gioco fisico, garantire equilibrio di regole e prodotti'
Alla presentazione del libro di Geronimo Cardia su riordino e questione territoriale, il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia (Lega) punta l'attenzione sulla compartecipazione degli enti territoriali al gettito del gioco.
Roma - “Bisogna porre delle regole, e garantire equilibrio. Nella concorrenza, con regole sane, tutelando le aziende, sia italiane che estere, sia piccole che grandi. Se poniamo in essere regole 'stupide' finiamo col favorire certe aziende a scapito di altre. E serve un equilibrio anche nei prodotti”.
È lapidario il senatore Massimo Garavaglia (Lega), presidente della commissione Finanze del Senato, nell'intervento di apertura della conferenza stampa di presentazione del libro dell'avvocato Geronimo Cardia, "Il gioco pubblico in Italia: riordino questione territoriale e cortocircuiti istituzionali", tenutasi oggi, 15 maggio, a Roma, nella sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica.
Garavaglia quindi puntualizza: “È necessario equilibrio anche fra l'online e il fisico, e affronteremo con equilibrio il riordino del gioco fisico. Ricordo i tempi in cui ero assessore all'Economia della Regione Lombardia e coordinatore della commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni; Pier Paolo Baretta era il sottosegretario all'Economia e alle finanze ed eravamo arrivati a un passo dal riordino, ma poi saltò tutto. Ora non si parte da zero, anzi, suggerirei di ripartire da quella base, dall'intesa raggiunta nel 2017, lavorarci, con lo scopo di arrivare a un equilibrio senza ipocrisia”.
Per il senatore leghista “una chiave è data dalla compartecipazione degli enti territoriali al gettito del gioco, che verrà valorizzata con il riordino del gioco fisico perché questo responsabilizza. Uno può anche dire di no: chi legittimamente si oppone e vuole rinunciare può farlo, poi però dovrà spiegare dove prende le risorse. Anche in questo caso è una questione di equilibrio. Chi amministra deve avere la responsabilità di dire perché rinuncia, alzerà altre imposte e dovrà spiegarlo ai suoi cittadini. Penso che questo punto sarà la chiave per il riordino del gioco fisico. Faremo uno studio per consentire ai commissari della commissione Finanze di prendere decisioni equilibrate”.
Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell'Istituto Milton Friedman e moderatore dell’evento, interviene anche lui sottolineando l'importanza di un approccio equilibrato: “Come istituto abbiamo fatto una decina di eventi sulla tematica e l’approccio pragmatico della politica è mancato spessissimo riguardo un tema su cui ci sta una emotività trasversale. Abbiamo visto in tutti questi anni posizioni di proibizionismo per diversi motivi ma poi il risultato è lo stesso: se si vuole vietare qualcosa realmente bisogna poterselo permettere altrimenti il compromesso o un punto di mediazione sono l’unica posizione possibile. Noi liberarli soffriamo la regolamentazione asfissiante dello stato ma qualsiasi tipo di decisione verrà assunta sulla riforma su cui si discute da tempo, andrà comunque a influenzare l’andamento del mercato. Quindi l’esercizio di equilibrismo del legislatore e del regolatore è quello di riuscire a essere più equidistante possibile dai vari segmenti e dalle varie componenti di questo settore molto vasto e variegato”.
Il deputato Marco Osnato (Fdi), presidente della commissione Finanze della Camera, aggiunge: “Ho sempre apprezzato la capacità dell’autore di favorire la discussione tra esperti diversi per formazione e sensibilità riuniti con l’obiettivo di aiutare il legislatore, il regolatore e l’amministrazione a elaborare nuovi paradigmi per la crescita economica e la tutela della persona. Sono questi due infatti i capisaldi che dovrebbero ispirare l’emanazione di norme su un’ampia gamma di temi, ma ancora di più in materia di giochi di cui si parla troppo spesso all’interno di un dibattito manicheo dalle forti connotazioni ideologiche. Non dovrebbe essere così, l’orizzonte di tutti, fatto proprio dalla riforma fiscale del Governo Meloni, è quello della sua professionalizzazione.” Parole di Marco Osnato.”
“Appurato che si tratta non solo di un importante asse del nostro sistema produttivo, ma anche potenzialmente di un elemento non trascurabile della vita sociale dei cittadini. Come in altri campi anche per i giochi si tende a pensare che più regole significa che siano migliori, evidentemente però non è così, quando regna il caos nulla è protetto, né l’interesse generale della nazione nel suo insieme, né l’ordine economico del mercato che gli operatori legittimamente invocano. Gli approcci ideologici non possono funzionare perché inevitabilmente semplificano le questioni complesse. È bene che siano dunque i tecnici come l’autore a prospettare le soluzioni più ragionevoli, ma è altrettanto opportuno che la politica, in forza del mandato popolare, non si sottragga ad assumere decisioni chiare., magari coraggiose, e agevolmente interpretabili.”
“Tutti a partire dagli operatori della rete fisica come quelli dell’online sono consapevoli delle implicazioni che questo apparato normativo ha per la salute e la sicurezza di individui e famiglie. Tutti hanno bene in mente l’importanza che le imprese concessionarie della filiera distributiva vengano gestite in maniera sana e prudente da soggetti adeguatamente certificati. A questo si somma l’importanza della ridefinizione di una potestà legislativa e regolamentale dello Stato e degli enti locali che oggi si compie secondo l’approccio innovativo dell’autonomia differenziata.”
“I tempi sono maturi dunque affinché tutte le figure presenti nel settore dei giochi collaborino attivamente alla creazione di un nuovo paradigma 15 anni dopo le ultime modifiche strutturali. Lo stiamo facendo non solo per impulso del Parlamento e dell’esecutivo che pure hanno a cuore il problema ma anche grazie a persone come Geronimo Cardia e alle altre rappresentanti degli esercenti e degli utenti. Questo libro giova indubbiamente alla causa ed è per questo che vi rivolgo un ulteriore invito a leggerlo. Poi ciascuno trarrà le sue conclusioni come è giusto che sia, nessuno ha la pretesa di avere la verità in tasca e il dibattito resta aperto. Talvolta con il contributo di tutti possiamo giungere a conclusioni che non ci lascino con l’amara sensazione di aver condannato le potenzialità della nazione a restare fatalmente inespresse.”
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