Italian market workshop: 'Gioco online, regole certe per promuovere i marchi'
All'Italian market workshop organizzato da GiocoNews a Malta, Beltrami (Kindred) chiede certezze sulla promozione dei marchi.
Malta - “Da esperti, sappiamo tutti che fatturato è una parola strana da dire perché bisogna fare molta distinzione all'interno della parola 'fatturato'. Ma, nonostante ciò, questo dà l'idea del volume online, pari a 5 miliardi di euro.
Quindi, numeri che hanno il diritto di impressionare persone e operatori.”
A dirlo è l'avvocato Stefano Sbordoni (founder Studio Sbordoni&Partners), aprendo il panel “ Un nuovo mercato in una nuova era: la riforma italiana dei giochi prima delle nuove licenze” tenutosi oggi, 11 novembre, nell'ambito dell'Italian market workshop organizzato da GiocoNews a Malta in occasione della fiera SiGma Europe.
La riforma, puntualizza Sbordoni, “è partita proprio dal settore online anticipando l'emissione di un bando per le nuove licenze. Le nuove licenze saranno diverse dalle precedenti che vengono prorogate fino a quando non saranno attive le nuove.
Ma, in sostanza, hanno creato un dibattito sul costo del canone da pagare per la partecipazione o l'ottenimento della licenza e alcune nuove sentenze del contesto anche della commercializzazione del gioco online in Italia.Questa è una cosa particolare, vero? È peculiare perché è online ma terrestre. Terrestre ma online. E i due elementi funzionano uno per l'altro tutto il tempo”.
A offrire il suo punto di vista sull'impatto di queste nuove normative è Barbara Beltrami, country manager Italia di Kindred group. “La situazione odierna è molto diversa da quella iniziale. Quindi, ai vecchi tempi, c'era una netta distinzione tra gioco d'azzardo online e terrestre, perché le aziende che operavano online erano puramente online, principalmente, e poi c'era tutta la parte delle lotterie e delle slot machine terrestri. Oggi è molto diverso perché vediamo che i più grandi operatori online sul mercato, con le acquisizioni, hanno anche un interesse molto grande per il terrestre. Perciò, penso che questa nuova gara rifletta in qualche modo questo nuovo scenario. Secondo me potrebbe avere senso che un mercato così grande, così maturo, il Governo e il regolatore vogliano renderlo un po' più piccolo in termini di operatori con operatori più grandi che possano garantire investimenti, infrastrutture e sicurezza per i player. Quindi, i 7 milioni a licenza per un mercato come l'Italia non sono proprio folli, considerando che stiamo parlando di un mercato da 5 miliardi, ma per renderlo completo per gli operatori online, avrebbe dovuto includere molti più elementi per garantirci di poter operare in modo equo.
Parlando di attività online per quegli operatori che sono puramente online, e mi riferisco, ad esempio, alla rimozione del divieto di pubblicità. Quindi, servirebbe maggiore certezza riguardo alle regole su come possiamo promuovere i nostri marchi se siamo esclusivamente online e questo tipo di cose renderebbero questa nuova gara più completa e renderebbero aziende come la mia più interessate e più desiderose di dire, 'ok, questa è la strada giusta da seguire'.”